Dall’Isis a Trump e Putin, da Le pen a Salvini e Beppe Grillo: tutti contro l’Europa

In Siria e Iraq stanno cambiando gli equilibri strategici e gli attori più influenti, ma non mutano le condizioni che hanno facilitato la nascita e la proliferazione dell’Isis. Basti pensate allo strascico delle guerre volute dagli USA in Medio Oriente nell’epoca Bush, al sempre vivo conflitto tra Sunniti e Sciiti, all’influenza delle potenze arabe, Arabia Saudita ed Iran in primis, nonché della Russia e di Israele.

In Europa, Medio Oriente ed Asia migliaia di fanatici si convertono ogni giorno all’estremismo islamico. Spesso queste persone non hanno bisogno di un ordine preciso o di un organizzazione strutturata a cui legarsi. Si radicalizzano “da soli”, grazie agli strumenti di propaganda proposti dai gruppi terroristici. Essi danno spazio ad odio, invidia e vendetta per non essere riusciti ad essere fra quei pochi possessori della ricchezza mondiale. Si prestano a tutto per impedire che altri possano godere dei benefici ottenuti guadagnando dal commercio delle armi, della droga, dallo sfruttamento massivo delle multinazionali. Sono disposti a morire per dare un senso agli obblighi di alcuni capi religiosi che usano ora – come in passato – la religione per manipolare le menti e per possedere il controllo del popolo, per possedere un potere assoluto.

I terroristi controllano le menti più deboli e grazie a queste vogliono creare un Occidente costantemente sotto attacco, spaventato, militarizzato. Mentre noi europei continuiamo a non realizzare che l’humus che ha permesso la nascita di tutto questo continua ad essere vivo e rigoglioso.

Ma la manipolazione delle masse non è solo utilizzata dall’estremismo religioso. Spesso le forze politiche estremiste di destra e sinistra hanno utilizzato questo sistema per raggiungere il potere. Popolazioni sofferenti, sfruttate, affamate sono sempre facili burattini al servizio di persone senza scrupoli che mirano solo ad ottenere e consolidare un potere personale, mettendo in ultimo piano gli interessi collettivi e del territorio. Queste figure accentratrici e senza scrupoli si trasformano in potenti “assoluti” e sull’onda dell’odio e dell’invidia, generato dalle masse da loro programamte, durante il loro dominio provocano sempre distruzione e morte.

Oggi l’Europa, da sola, è la potenza economica più forte al mondo, è il posto al mondo dove la salute e l’educazione sono maggiormente garantite, dove il tenore di vita è più alto. È la più sensibile all’energia verde e non a quella fossile. È il più forte e concreto esempio di integrazioni di lingue, razze e culture.

Noi europei non sembriamo accorgerci di questo e guardiamo sempre ai giardini dei vicini che appaiono sempre più verdi, e non ci rendiamo conto di chi ci invidia e vuole distruggerci. Questo di certo è l’obiettivo di Abu Bakr al-Baghdadi, califfo dell’Isis ma anche di Vladimir Putin, Donald Trump, Marine Lepen, Matteo Salvini, Beppe Grillo. Sta nascendo una paradossale colazione dove i terroristi islamisti sono soltanto la propaggine più evidente di un eterogeneo movimento trasversale che ha lo stesso obiettivo. Le motivazioni, certo, sono differenti: competizione economica per Trump, strategia geopolitica per Putin, potere personale per i vari Le Pen, Grillo e Salvini che cavalcano questo pericolo detonatore incuranti del rischio per la popolazione.

Isis, Putin, Trump, Salvini, Le Pen

20/11/2016 Bedminster Township, primo incontro con Donald Trump, neo eletto presidente degli Stati Uniti al Trump International Golf Club senza Beppe Grillo e ovviamente ad Abu Bakr al-Baghdadi

Aver ottenuto la Brexit inglese, e la presidenza americana di Trump, poter stimolare la potenziale elezione di Marine Le Pen, aumentare il potere di Putin nel continente europeo sono i veri obiettivi  e i grandi risultati dei terroristi islamici. Mettere ogni persona contro l’altra, alimentare l’insicurezza ed il sospetto con gli estremisti al potere permetterebbe di alimentare il conflitto su scala globale e quindi ridurre la popolazione occidentale a soffrire gli stessi drammi di quelle dei Paesi in via di sviluppo e delle povere persone devastate dalle guerre senza fine.

Di certo l’Unione Europea ha necessità di revisionare i trattati e di risolvere molte problematiche. In primis quella dell’emigrazione, di avere un esercito e una unica politica estera. Ma la soluzione non può essere distruttiva: non dimentichiamo la storia. Questa è la migliore nostra maestra.

L’Europa ha bisogno, tuttavia, di comprendere appieno la lezione americana. Il malcontento popolare è stato stimolato da una manipolazione delle masse con notizie false pubblicate sui socialmedia ma non solo. La crisi economica mondiale ha creato molta sofferenza e negli USA il ceto medio è stato bastonato e impoverito molto più di quello europeo.

L’euro e la sua stabilità internazionale ci hanno fino ad ora protetto da una crisi economica europea molto maggiore di quella che stiamo affrontando. Ma non dobbiamo credere che anche nell’Unione Europea non ci siano moti distruttivi, anche qui il benessere si è ridotto. Le politiche di austerità imposte per sostenere il colpo della crisi economica mondiale hanno colpito con durezza i sistemi di protezione sociale e l’istruzione. Le forze migratorie sono sempre meno sostenibili e dobbiamo prendere atto e considerare le richieste di tutela e garanzia di tutto il popolo europeo.

Ma per salvare l’Europa e quindi noi stessi, italiani compresi, non è necessario fare un passo indietro tornando alla totale sovranità degli Stati nazionali, sarebbe un disastro per tutti. Saremo piccoli pesciolini in mezzo ad un branco di squali. Dobbiamo invece applicare i trattati internazionali già stipulati e implementarli appieno. 

Pochi sanno, per esempio, che l’Unione economica e monetaria non è mai stata completata. I risultati non soddisfacenti dell’UE avvengono anche perchè è difficile che una macchina senza tutti i pezzi possa funzionare correttamente. Bisogna quindi rivedere il progetto europeo, completarlo permettendo una centralità maggiore nell’ambito politico e non solo istituzionale. Il futuro dell’Europa passa dalla nascita degli Stati Uniti d’Europa, dobbiamo impegnarci per una federazione europea e combattere chi ha interessi diversi da quelli del benessere di tutti noi.

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