Cosa intendiamo per volatilità e propensione al rischio?

Prima ancora di parlare di investimenti o di finanza è doveroso effettuare una breve introduzione sui concetti di volatilità e di propensione al rischio. In effetti, troppo spesso alcune nozioni basilari sono date per scontato e ci inducono ad abbassare la guardia. È proprio in questa circostanza che commettiamo degli errori che, in molti casi, ci costano caro mentre sono facilmente evitabili.

Esistono vari tipi di volatilità, ma nel nostro caso la volatilità sarà una misurazione in forma percentuale della variazione del prezzo di uno strumento finanziario in un determinato periodo. Il calcolo viene effettuato sui dati storici e, pertanto, offre soltanto una valida indicazione della possibile oscillazione futura dello strumento nello stesso arco temporale, ma non è poco… Altro aspetto a volte sottovalutato è che una volatilità del 20%, ad esempio, indica che un determinato strumento potrebbe oscillare del 20% nel periodo di riferimento, ma questa variazione può avvenire al rialzo o al ribasso e tale misurazione non è una soglia insuperabile.

Ogni strumento finanziario ha delle proprie caratteristiche che influiranno sul suo andamento. Analizziamo la tabella accanto per rendercene conto.

propensione al rischio tabella

Prima troviamo l’indice azionario americano Dow Jones Industriale con una volatilità annua del 14.88% seguito dall’indice azionario italiano Ftsemib che presenta una volatilità più che raddoppiata di oltre il 30%. Questa differenza ci fa già capire che è molto diverso intervenire sulla borsa americana o su quella italiana. Abbiamo quindi il titolo azionario Unicredito con una volatilità del quasi 62%. Questa volta osserviamo che un singolo titolo azionario può presentare una volatilità doppia o tripla (ma anche oltre) rispetto al suo indice di riferimento. Nel caso specifico, Unicredito ha perso sul mercato il 46.76% durante l’intero 2016. Prima di intervenire su un singolo titolo azionario è bene capire che cosa potrebbe accadere. Troviamo poi in tabella il petrolio e l’oro che presentano rispettivamente una volatilità del 48.08% e del 15.21%. Anche questo deve fare riflettere perché le due materie prime sono influenzate da variabili ben diverse. Abbiamo di seguito la volatilità dell’euro rispetto al dollaro americano del 9.33%. In fine, l’obbligazione statale tedesca a 10 anni, ritenuta una delle più sicure al mondo, presenta tuttavia una volatilità del 5.53% rispetto al 6.51% del nostro Btp a 10 anni.

Abbiamo visto sinteticamente che è molto diverso investire su un mercato azionario o un altro e che è decisamente più pericoloso farlo su un singolo titolo azionario, mentre comparti con caratteristiche diverse offrono oscillazioni dei prezzi molto differenti.

Da queste osservazioni passiamo alla propensione al rischio; un aspetto fondamentale per chi decide di investire.

La propensione al rischio è l’atteggiamento rispetto al rischio o quanto rischio si è disposto a correre.

Tale misurazione è diversa per ognuno di noi e non è solo valida per la finanza in quanto la ritroviamo quotidianamente quando guidiamo la macchina, scegliamo di fare una settimana bianca, facciamo uno sport piuttosto che un altro, e cosi via. La propensione al rischio fa parte di noi ed è fortemente pericoloso superarla perché sarebbe come fare una cosa troppo rischiosa per le nostre possibilità. Se ho dei problemi cardiaci non vado fare uno sport estremo e, allo stesso modo, se sono un pensionato con una scarsa propensione al rischio non investo il 100% dei risparmi di una vita nel comparto azionario e, soprattutto, in un singolo titolo azionario. Siamo tutti diversi ed è giusto cosi, ma prima di effettuare un qualsiasi investimento dobbiamo pensare al caso peggiore ed essere consci di quello che potrebbe accadere e non farci accecare da qualche improbabile facile guadagno. Non è mai facile.

Due spunti di riflessione prima di lasciarci:

Nessuno conosce il futuro, diversamente un portafoglio non sarebbe diversificato e conterrebbe un solo strumento. E’ un teorema, il rischio c’è sempre, ma occorre valutarlo attentamente prima di operare.

Nessuno regala niente e non fattevi convincere a superare la vostra personale propensione al rischio da qualche commerciale senza scrupolo intenzionato unicamente a raggiungere il proprio obiettivo di vendite.

Giovanni Maiani

Giovanni Maiani

Appassionato di matematica e statistica da quando era sedicenne approfondisce l’analisi finanziaria (analisi tecnica, fondamentale e macroeconomica) sino a proficue collaborazioni professionali nell’editoria nazionale ed internazionale quali, dal 1994, Borsa&Finanza per il quale ricopre il ruolo di supervisore dell’ufficio studi, Dow Jones Telerate, Finanza&Mercati e pubblica studi originali su Stock&Commodities, Patrimoni, Investire, Fondi&Sicav e molte altre testate locali. Da alcuni anni è collaboratore di un importante istituto di credito, cura un suo blog personale http://giovannimaiani.blogspot.com/ e pubblica alcuni studi propri sul quaderno ufficiale della Siat per la quale è riferimento locale per San Marino. 

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