Biografilm festival. Neruda come antieroe nell’omonimo film di Larrain

ll Biografilm festival a Bologna è stato caratterizzato sopratutto dalla partecipazione di attori e registi di fama mondiale. Uno di questi è Gael Garcia Bernal, coprotagonista nei panni di un detective di Luis Gnecco, cui è affidato il ruolo del celebre poeta Pablo Neruda. Un’interpretazione originale dell’episodio biografico del mandato di arresto di Neruda, emanato dal presidente Videla nel 1948.

Di Maria Grazia Sanna

Credits photo: applauss.com

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Si presenta come un inseguimento tra il poliziotto (Gael Garcia Bernal) che aspira a diventare il protagonista della narrazione e il poeta Pablo Neruda (Luis Gnecco), personaggio principale che assume le sembianze innovative di un antieroe: è il film di Pablo Larrain, Neruda, proiettato in anteprima mondiale al Biografilm festival a Bologna, dopo essere stato presentato al Festival di Cannes nella sezione Quinzaine de realisateur.

Ciò che Pablo Larrain ha inteso riportare sullo schermo, non è una semplice  biografia del personaggio politico, su cui aleggia ancora il dubbio di una morte misteriosa, ma una sorta di thriller fittizio che riprende dalla realtà il valore poetico del protagonista e la spettacolarità di un momento di svolta storico nella vita del letterato cileno, il 1948. In quell’anno il presidente in carica, Videla, aveva emanato infatti un mandato di arresto per l’ormai dichiarato oppositore Neruda che, a seguito della repressione dei minatori in sciopero della regione di Bio Bio, a Lota, avvenuta nell’ottobre dell’anno precedente, in seduta di Parlamento aveva osato schierarsi contro la figura del presidente neoeletto.

“Reclamo per il Partito Comunista, in questo momento critico, la prima carta tra i difensori del nostro paese e quello di mettere in guardia il paese che comincia una tirannia che domani cadrà sul Parlamento e soprattutto sul Cile.  Per salvaguardare queste libertà del Cile ho alzato la mia voce, quella che non sarà zittita né dalla calunnia né dalla persecuzione.” – con queste parole Neruda aveva concluso il suo discorso il 13 gennaio 1948 prima di lasciare definitivamente il Parlamento cileno e rifugiarsi in argentina.

è invece prima dell’esilio che parte il racconto romanzato di Larrain, che priva il carattere di Neruda di quell’umiltà che lo contraddistingue nella vita e nella rappresentazione data più di 20 anni prima da Michael Radford nel celebre film Il postino, in cui il suo interprete Philippe Noiret affianca il timido e impacciato Massimo Troisi.

Il Neruda, interpretato da Luis Gnecco, mostra esattamente il suo alter ego: sfrontato ed egocentrico sembra quasi voler andare incontro al detective alla ricerca di una morte tragica, che lo renderebbe così famoso eternamente, mentre la moglie Delia Del Carril (Mercedes Moran) tenta di dissuaderlo da questo obbiettivo e ricordargli i valori di solidarietà civile per cui dovrebbe propendere come fautore del comunismo.

La fuga dal Cile non è dunque ricercata nell’immediato. Neruda per un anno viene inseguito dal detective Oscar che è quasi divertito dalla possibilità di inventare strategie e astuzie per catturarlo, così da diventare lui il carattere principale della storia. allo stesso tempo Neruda si aggira tra i locali e le strade impavido, incurante della possibilità di farsi scoprire. La conclusione non sarà necessariamente scontata e, al di là della finzione non  mancherà l’incontro-scontro con lo sfondo politico-culturale del tempo, incorniciato dalla poesia eterna del Neruda.

Maria Grazia Sanna

Nata a Sassari il 14/08/1991, attualmente studio Comunicazione pubblica e d'impresa a Bologna e scrivo per Social News cercando di trovare connubio tra teoria e pratica. Appassionata di viaggi, cultura e politiche, ricerco sempre nuovi stimoli nelle esperienze quotidiane e in quelle all'estero. Ho vissuto in Francia come tirocinante, in Belgio come studentessa Erasmus e a Londra come ragazza alla pari ma questo è solo l'inizio. 

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