Dal Sud d’Italia al Sud del mondo

“Ed è con mio padre e con mia madre/che ho cominciato a maledire/la geometria di questo mondo/che non è esattamente tondo/perché è un mondo fatto a scale/e c’è chi scende e c’è chi sale/perché è una giostra che gira sempre/e c’è chi sale e c’è chi scende/e chi è baciato dalla fortuna/chi non gliene va bene una/perché la scala da scalare/non è per tutti eguale…” (Eugenio Bennato)

Eugenio Bennato, intervistato da Elisangela Annunziato

eugenio “Sono partito da un Sud più vicino, il Sud della nostra Penisola. Sono partito da Napoli. Un’attrazione verso il mistero della musica sintetizzabile, ad esempio, nel rito, nella figura, nell’immagine della Taranta. Poi, man mano, questa ricerca estetica mi ha portato sempre più a Sud, alle sponde Sud del Mediterraneo, fino all’Africa nera e “Mon père et ma mère” è proprio l’esemplificazione di questo proseguimento del viaggio” introduce a SocialNews Eugenio Bennato. Nelle sue canzoni, il cantautore racconta del Sud, ora dello Stivale, ora del mondo.
È uscito il suo nuovo album “Canzoni di Contrabbando – Antologia 2016”. Prodotto da Taranta Power, raccoglie tredici brani, da “Il mondo corra” a “Che il Mediterraneo sia”, “Brigante se more”, “Juzzella”, passando per “Sponda Sud” fino a “Le città di mare”. Ad aprire l’album è la canzone “Mon père et ma mère”, unico brano inedito della raccolta. Segna un incontro, quello tra il cantautore e Enric Porfait, un ragazzo del Camerun che, come tanti giovani dell’Africa Sub-Sahariana, decide di partire verso il Mediterraneo.
Ascoltando Bennato suonare a Tangeri, Enric Porfait ha deciso di avvicinarsi al cantautore e di porgli un piccolo foglio sul quale era scritto: “Mio padre e mia madre si sono conosciuti in galera, in eredità mi hanno lasciato la miseria”. Saranno proprio questi versi ad ispirare al cantante la canzone “Mon père et ma mère”.

Da sempre il mondo è diviso in Nord e Sud. Un Sud di cui lei racconta nelle sue canzoni…
“Il Sud mi ha sempre attratto, forse inconsciamente all’inizio, come una zona in cui il modo di vivere, e che poi si riflette nell’arte, è quello di un’umanità relegata ad un ruolo privo di potere. È difficile, infatti, associare il Sud al potere, alla capacità di decidere il proprio destino. Un esempio classico è l’Africa, nel suo contatto con il Nord, il mondo occidentale, l’Europa: un lungo periodo in cui la sua cultura è stata, poco a poco, demolita dalle regole occidentali. Un classico esempio di prevaricazione. Tuttavia, proprio nei luoghi in cui il potere manca c’è maggiore spazio per la fantasia, e quindi per la musica.”

Lei tiene concerti in tutto il mondo. Qual è il suo ricordo più bello riferito al continente africano?IMG_3136
“Il ricordo più bello è quando, arrivato in Etiopia, fui ricevuto da una scuola frequentata da bambini etiopi che cantavano le mie canzoni. Queste voci bianche dell’Africa nera, dotate di un timbro particolare, rappresentavano qualcosa di straordinario. Tralasciando la soddisfazione di sentire i bambini africani cantare le mie canzoni, scrissi, sul momento, per loro, un brano che chiamai Sponda Sud”.

Secondo lei perché c’è ancora questa sostanziale differenza tra Nord e Sud? Da cosa dipende?
“Difficile dirlo. Dipende, evidentemente, dalla vocazione del Sud alla meditazione, a quello che oggi si potrebbe definire “lentezza” rispetto alla maggiore determinazione, vorrei dire anche aggressività, della cultura nordica.”

Nella canzone “Mon père et ma mère” dice che “é un mondo fatto a scale…”
“Il mondo fatto a scale è un proverbio della saggezza popolare. Le scale che deve percorrere chi nasce a Sud sono più ripide, oggi più che mai…”

Se potesse rappresentare il Sud del mondo in una foto?
“In una fotografia ci sarebbe lo spettro di tutti i colori, con poco spazio per il grigio!”

Eugenio Bennato, intervistato da Elisangela Annunziato

 

Elisangela Annunziato

Elisangela Annunziato nasce a Salvador de Bahia in Brasile, ma da piccola viene adottata da una famiglia italiana. Ha effettuato diversi corsi tra cui un corso di formazione in “Organizzazione Eventi Culturali” a Firenze. Dopo la laurea conseguita presso l’università Federico II di Napoli, a ventidue anni, lascia tutto e va per motivi di lavoro negli Emirati Arabi Uniti. Tornata in Italia collabora con diverse associazioni nell’organizzazione di eventi culturali, editoriali e musicali. Da sempre impegnata nel sociale – è stata anche volontaria in Africa- idea e crea “Ti preparo un caffé”, blog che vuole raccontare l’incontro con “il diverso” (da te). E’ la sua scommessa. Oggi é una giornalista pubblicista, autrice del libro Il sogno di Francesca che tratta il tema dell’adozione. 

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