Canottaggio adattato: una sfida vinta dalla Canottieri Adria 1877

Da oltre dieci anni la società sportiva, per iniziativa dell’allora presidente, Biagio Terrano, ha messo a disposizione le proprie strutture agli atleti portatori di disabilità. L’avviamento al canottaggio per i ragazzi disabili è affidato a Luciana Sardo e Giorgio Turk

Francesco Fegitz

Adria 3 Nel 2005, per iniziativa dell’allora presidente, l’avvocato Biagio Terrano, la Società Triestina Canottieri Adria 1877 ha raccolto l’invito della Federazione Italiana Canottaggio ad aprire i propri spazi alle persone portatrici di disabilità. È stata coinvolta da subito la socia Luciana Sardo, già impegnata nel mondo della disabilità in qualità di volontaria presso l’associazione “Il Cenacolo”, struttura che accoglie ragazzi portatori di handicap cognitivi. È iniziata così la sua attività di promotrice del canottaggio adattato presso i ragazzi con disabilità cognitive e fisiche. La pratica, in quegli anni chiamata Adaptive Rowing, nel 2012 ha assunto la denominazione di Special Rowing per le disabilità cognitive e Para Rowing per quelle fisiche. Era una sfida. Il primo ostacolo incontrato dal disabile nel mondo dello sport, e lo sport non è altro che una delle variegature della vita quotidiana, è la disattenzione delle società sportive, impreparate, non tanto nella struttura o nell’attrezzatura, quanto nella mentalità, ad accogliere questo tipo di utenza. L’attenzione è evidentemente, e, se vogliamo, comprensibilmente, dedicata ai normodotati, quali ottimali esecutori del corretto gesto sportivo, soggetti capaci di garantire prestazioni di rilievo e potenziali protagonisti nel mondo delle competizioni.
Questa visione forma necessariamente la mentalità delle società sportive. Per avviare questa esperienza ci voleva una persona come Luciana Sardo. Operando nel settore, non temeva gli eventuali ostacoli posti dalla disabilità. Allo stesso tempo, conoscendo il mondo del remo e del mare, era capace di esorcizzarne i presunti pericoli. Va detto che il canottaggio non è sport che richieda grandi investimenti per aprirsi allo sportivo disabile. Le barche sono sempre quelle, i remi gli stessi e, per migliorare l’equilibrio della barca, si ricorre a banali galleggianti laterali esistenti in commercio. Non occorre, quindi, un grande impegno nell’attrezzatura, ma la disponibilità di materiale umano. In una parola, gli ingredienti all’Adria c’erano, ma bisognava superare certe ritrosie e l’atteggiamento di sospetto dell’ambiente societario, desideroso di circoscrivere l’esperimento al lunedì, giornata di chiusura della sede.Adria 4

Nel 2006 l’esperienza prendeva forma in maniera più concreta e organica. Veniva annunciata con una conferenza stampa ed era rivolta alle istituzioni operanti nel campo della disabilità fisica o motoria. Dovevano conoscere questa nuova opportunità. L’inizio è avvenuto con i ragazzi dell’associazione “Il Cenacolo”, affiancati da un gruppo di giovani volontari normodotati propostisi fra gli atleti dell’Adria, spesso coetanei di questi nuovi ospiti. Talvolta, i volontari venivano coadiuvati da qualche socio adulto e sempre dall’infaticabile socio master Giorgio Turk, il quale, da allora, non ha mai smesso di prestare volontariamente e continuativamente il suo impegno. Uno degli obiettivi era la promozione dell’integrazione fra coetanei facendo leva sul rapporto di empatia insito nella condivisione dell’esperienza.

Il progetto si è rivelato fortunato e premiante. Facevano quindi pratica di canottaggio presso l’Adria ragazzi con disabilità fisica e cognitiva ed adulti ipovedenti, svolgendo attività in mare e a terra con l’uso di attrezzi quali il “remoergometro” e la “vasca voga”, entrambi simulatori che garantiscono una situazione di sicurezza e tranquillità. Questi strumenti, usati ampiamente anche dagli atleti normodotati e che, come nel caso del remoergometro, costituiscono oggi occasione di competizioni indoor ufficiali, permettono di curare la preparazione fisica, migliorare, in molti casi, la postura, creare le premesse per la pratica in acqua e, cosa non poco importante, rinforzare l’autostima.
A seconda del tipo di disabilità, e nel rispetto delle paure dei singoli, non tutti hanno visto premiata la propria dedizione con un’uscita in barca. In taluni la barca creava situazioni di paura e disagio tali da vanificare il piacere di una remata. Ciò, però, nulla toglie all’utilità dell’esperienza della simulazione della voga e della pratica sportiva in un ambiente di mare societario non dedicato con esclusività al disabile, ma, evidentemente, eterogeneo. Dal novembre del 2007 al giugno del 2008 hanno frequentato l’Adria cinque ragazzi del liceo pedagogico Carducci nell’ambito di un’iniziativa promossa dall’istituto. Nell’estate del 2008 sono stati accolti due adulti non vedenti la cui pratica in acqua si svolgeva presso la Società Saturnia di Barcola, con la quale si iniziava a condividere lo sforzo. Bella l’esperienza di uno degli adulti che, dalla posizione di praticante canottaggio adattato, passò, per passione, a quella di istruttore.

Adria 2Nel settembre del 2008, promosso dai presidenti della Canottieri Adria, della Canottieri Trieste e della Canottieri Saturnia, è nato il Pool associativo per l’attività di Adaptive Rowing “con lo scopo di promuovere lo sport del remo fra i portatori di handicap”, come recita l’atto costitutivo. Le tre società hanno aderito all’invito della Federazione aprendo ognuna uno spazio per i disabili all’interno delle proprie strutture e con il proposito di collaborare. A differenza degli altri due sodalizi, però, per la S.T.C. Adria non si trattava di un esperimento, ma del prosieguo di quanto già avviato, consolidatosi in misura sempre maggiore.

Negli anni successivi, la frequentazione dei vogatori disabili è continuata con avvicendamenti di persone, forme di compartecipazione con diversi istituti, ad esempio l’A.N.F.F.A.S di Trieste nel 2014, ma godendo sempre del forte sostegno dell’Associazione “Il Cenacolo” nelle persone del presidente, Gianni Ferin, e del socio Luigi Mattiussi. I due hanno sempre sostenuto l’attività promossa dall’Adria e hanno agevolato alcune trasferte degli atleti “Special” mettendo a disposizione il loro furgone sociale. In questi anni abbiamo visto formarsi un gruppo consolidato di atleti stabilmente “di casa” presso la Canottieri Adria. Un gruppo di vogatori che amiamo definire “atleti storici” e che hanno partecipato a gare in trasferta sui campi di La Spezia nel 2010, San Miniato nel 2011, ancora La Spezia nel 2014 e che hanno gareggiato sulla riviera di Barcola nel 2014 e nel 2015. Atleti che rivedremo in gara anche quest’anno e, certamente, anche negli anni a venire. Atleti che indossano con fierezza i colori sociali e dei quali la Società è fiera.
Alcuni di loro condividono le barche e gli spazi sociali con un gruppo di adolescenti normodotati, a volte più giovani, se principianti, talvolta coetanei, praticanti il canottaggio per puro divertimento, privi di velleità agonistiche e che costituiscono una sezione a parte rispetto agli agonisti. In questo gruppo, forti della loro esperienza e della loro conoscenza delle imbarcazioni, si ritrovano ad essere i “veterani” e i più affidabili.
Oggi l’istruzione ai ragazzi disabili è affidata esclusivamente a Luciana Sardo e Giorgio Turk. Viene privilegiato un lavoro con piccoli gruppi. L’esperimento del coinvolgimento di atleti giovani quali collaboratori, per quanto possa essere considerato un successo, non garantisce la continuità di queste presenze, visti gli impegni sportivi e scolastici. La società stessa, considerando l’ampiezza contenuta della sede, non si presta ad ospitarne in numero maggiore. Comunque, ogni anno accogliamo nuove adesioni al gruppo. Queste non modificano sostanzialmente il numero delle presenze, visti gli abbandoni per motivi diversi, quali la crescita o il cambiamento di interessi, esattamente come in qualunque individuo normodotato.

Nel 2015 la Società si è vista affidare dal Comitato Italiano Paralimpico un infortunato INAIL vittima di incidente automobilistico avvenuto sul percorso di lavoro che ne ha inficiato l’uso delle gambe. Il fine era che potesse trovare nel canottaggio una pratica riabilitativa. Arrivata all’Adria all’inizio dell’autunno, questa persona ha sin qui svolto attività fisica al remoergometro e in palestra, ma l’obiettivo è montare in barca con l’arrivo della bella stagione. Anche questa è una sfida che la Canottieri Adria ha accettato di buon grado, con soddisfazione anche della persona coinvolta.
Quest’anno la S.T.C. Adria festeggia i dieci anni di attività continuativa nell’ambito dello Special e Para Rowing gratificata dalle presenze, dai risultati e dall’affetto dei vogatori “adaptive” e dei loro familiari e con l’ambizione di riuscire ad essere più presente sui campi gara nazionali dedicati a questa specialità negli anni a venire.

Francesco Fegitz, presidente S.T.C. Adria 1877

 

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