Il mio lutto durerà 40 giorni, ma non mi abituerò mai alla morte

Lisa Calan

lisa calanVogliono spezzare le nostre anime come hanno spezzato i nostri corpi. In questo tempo, quando uccidere diventa sempre più facile, le battaglie per la libertà, le speranze ridotte e gli arti amputati rendono la morte un lusso. All’improvviso, gli slogan per la pace si trasformano in elegie e far esplodere le manifestazioni di pace diventa una tradizione mediorientale. La morte e la vita scambiano i ruoli. Ma io non mi abituerò ai nuovi morti. Proteggerò la mia anima nutrendola con la libertà da quella guerra che stanno cercando di portare dentro di noi. Non accetterò le politiche condotte in nome della guerra.
Non mi desensibilizzerò alla morte di giovani, vecchi e bambini. Non mi abituerò alla morte, non mi abituerò!
“Voi meritate la morte” – ci dicono in continuazione – e cosi cambia anche la loro strategia di guerra. Ci troviamo di fronte ad una violenza priva di motivo. Nessuna regola, nessuna dignità umana. Non c’era mai stato un periodo così trasparente fino ad adesso. Per questo motivo non c’è tanto da pensarci sopra. Dobbiamo resistere in modo ancora più strenuo rispetto al passato. Subire una guerra così sporca non fa stancare un popolo, lo fa rinascere. Lo fa arrabbiare, ma non gli toglie il desiderio di pace. Auguro al popolo curdo di rinascere. E’ una tortura vivere spaventandosi ad ogni rumore, pensando ad un’esplosione. Mi sento di affermare che, comunque, la paura di perdere ancora qualcuno non vivrà più in me. La distruzione psicologica che mi ha causato questa tristezza mi dona la forza di vivere.
Non abbiamo mai potuto vivere l’infanzia e l’adolescenza con gioia. Abbiamo dei brutti ricordi. Per questo siamo più maturi rispetto alla nostra vera età. Tutti questi drammatici episodi hanno influenzato negativamente la nostra psiche, ma, al tempo stesso, ci hanno portato maturità e consapevolezza.
Ad esempio, non siamo mai stati schiavi del fascismo. Abbiamo solamente amato gli altri. Mi fanno tristezza i fascisti. Moriranno senza capire il senso della vita.
Abbiamo sempre creduto nella politica, anche se, a volte, fa male. La consideriamo un mezzo per dialogare. Abbiamo sempre cercato una soluzione politica attraverso il dialogo.
Pensavamo di esserci quasi riusciti. Poi ci hanno messo degli ostacoli lungo la strada. Ora stanno cercando di spaventarci, ma non ci riusciranno. Non ci riusciranno non perché possediamo armi, ma perché, ormai, il popolo curdo è consapevole. Il popolo curdo ha pagato tanto e continua ancora a pagare un prezzo molto alto per la pace. Posso affermarlo perché abito in una città che lo ha vissuto sulla propria pelle.
In ogni volto ai miei piedi vedo la nostra forza. Le perdite ci portano nuove identità. Per questo non ci arrenderemo mai. Questa è la nostra grande forza.
Non mi piacerà mai l’odore del sangue, non mi abituerò mai alla morte. Il lutto non durerà tre giorni, ma quaranta per ogni persona.

di Lisa Calan, regista curda

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