Expo: premiati dai visitatori, obiettivi raggiunti

Il Commissario Generale di Expo, Bruno Antonio Pasquino, elenca i risultati conseguiti dall’Esposizione in questi primi mesi di apertura: “Sono tanti i padiglioni interessanti. Più che nominare singole strutture, vorrei indicare quelli che interpretano approfonditamente il tema di Expo: quelli che si concentrano sul sistema di alimentazione del futuro; quelli le cui strutture architettoniche affascinano fin dalla prima visita; quelli che attraggono con i loro profumi ed i loro sapori, con musiche e spettacoli”

Bruno Antonio Pasquino, Commissario Generale di Expo

Pasquino

Tutti noi che viviamo Expo quotidianamente e tutti coloro i quali, ben prima di me, e molto più di me, intensamente, in questi mesi, hanno lavorato per rendere questo progetto reale, tutti vediamo i frutti di questo impegno, che ha richiesto grande dedizione e fiducia nella capacità di realizzarlo. Ogni giorno, sempre numerosi, i visitatori di Expo rappresentano il premio – senza retorica – di tale sforzo: è gente proveniente da tutto il mondo felice in maniera evidente di esserci. Il mio compito, secondo le regole del BIE e l’incarico ricevuto dal Governo, è focalizzato sul versante internazionale e nel far sì che la collaborazione tra tutti i partecipanti si svolga in modo fluido, permettendo il raggiungimento di tutti gli obiettivi che Expo, in quanto tale, ed i singoli padiglioni si sono prefissi.

La perfezione non è di questo mondo, ma molti degli obiettivi sono stati raggiunti. Per tutto il resto, c’è sempre, da parte di tutti, una grande voglia di collaborare per fare sempre meglio. Questo sforzo collettivo per farcela nelle difficoltà costituisce un esempio italiano anche per il futuro. Inoltre, come ho detto prima, il risultato positivo del nostro sforzo è testimoniato soprattutto dal grado di soddisfazione dei visitatori, uno dei principali elementi di valutazione di noi stessi.

Sono tanti i padiglioni interessanti ed il mio ruolo di organo “super partes” mi impedisce di esprimere un giudizio sui singoli. Più che nominare singole strutture, vorrei indicare quelli – e sono tanti, praticamente tutti – che interpretano approfonditamente il tema di Expo: quelli che si concentrano sul sistema di alimentazione del futuro; quelli le cui strutture architettoniche affascinano fin dalla prima visita; quelli che attraggono con i loro profumi ed i loro sapori, con musiche e spettacoli. E’ difficile elencare tutti gli elementi che, messi insieme, rappresentano al meglio il tema. Il sito di Expo, del resto, offre nidi d’ape tecnologici, vivai biodinamici, reti elastiche, pareti verticali, ristoranti sostenibili e molto altro, senza dimenticare i cluster che raggruppano più Paesi attorno ad un tema o ad una Regione geografica.

Expo è un mondo in miniatura nel quale ognuno segue le sue passioni come nei viaggi veri. Personalmente, trovo affascinante il Padiglione zero, che accoglie lo spettatore all’ingresso del sito e i cluster, dotati tutti di una piazza centrale che la sera si anima di eventi. Violando, parzialmente, l’obbligo di terzietà prima citato, inoltre, da Italiano suggerisco di sfidare le lunghe code per visitare, ovviamente, il nostro di padiglione.

L’idea è quella di raccogliere alcuni Paesi attorno a dei temi. Cioccolato, caffè, frutta e legumi, riso, spezie, cereali, ma anche il Mare Mediterraneo, le isole e le zone aride. Questa soluzione innovativa ha permesso di garantire unità concettuale e tematica a padiglioni che sarebbe stato difficile costruire autonomamente e che avrebbero perso un po’ del loro significato se non fossero unificati da una struttura unitaria. Aggiungo che la soluzione cluster permette anche di coinvolgere più partecipanti in eventi culturali ed attrazioni organizzati negli spazi comuni, sempre al fine di arricchire l’offerta a favore dei visitatori.

Si è trattato di un impegno concretizzatosi sin dalla fase di lancio della candidatura di Milano e proseguito con la campagna di adesione, svoltasi a partire dall’inizio del 2011. Ha portato a raggiungere e superare l’obiettivo di 130 partecipanti ufficiali concordato dal Governo italiano con il BIE. In questo periodo sono stati organizzati, in tutto il mondo, oltre mille eventi di promozione. Nei sei mesi di Expo, inoltre, si tengono circa 120 giornate nazionali dedicate ai vari Paesi. Anche grazie alle nostre rappresentanze diplomatiche ed all’impegno dei colleghi del Ministero degli Esteri, queste vedranno la partecipazione a Milano di un gran numero di capi di Stato e di Governo.

Prima si è trattato di un negoziato, diciamo, “diplomatico”, nel senso che dovevamo convincerli a partecipare ad Expo. Una volta ottenuta l’adesione, si è passati a valutare i rispettivi progetti. Dovevano essere congrui con il tema e il senso generale che si intendeva assegnare al sito espositivo, nel rispetto delle regole del BIE e della legge italiana. Alla fine, abbiamo ottenuto la partecipazione più ampia mai registrate in tutte le Expo precedenti.

Un record di cui essere sinceramente orgogliosi: nessun incidente sul cantiere, malgrado il numero straordinario di lavoratori, turni sulle 24 ore e le dimensioni in sé ridotte del sito. Nessun conflitto, inoltre, con i partecipanti, con i quali collaboriamo quotidianamente per arricchire l’offerta di Expo, di tutto il sito, a favore dei visitatori.

Le relazioni partiranno dai temi di Expo e si amplieranno su argomenti come la Carta di Milano e Women for Expo, che costituiranno il lascito principale della manifestazione. A questo va aggiunto, da un punto di vista più squisitamente diplomatico, l’occasione straordinaria di aver offerto per sei mesi un luogo di incontro ideale per approfondire relazioni personali, oltre che istituzionali, con Paesi che rappresentano oltre il 93% della popolazione mondiale.

E’ questo il lascito della Carta di Milano, che deve essere riconosciuta a livello internazionale e istituzionale, ma anche individuale dai singoli. Solo così avrà la forza di durare nel tempo.

Angela Caporale

Giornalista pubblicista dal 2015, ha vissuto (e studiato) a Udine, Padova, Bologna e Parigi. Collabora con @uxilia e Socialnews dall’autunno 2011, è caporedattrice della rivista dal 2014. Giornalista, social media manager, addetta stampa freelance, si occupa prevalentemente di sociale e diritti umani. È caporedattore della rivista SocialNews in formato sia cartaceo che online, e Social media manager. 

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