Quali sono i diritti dei minori?

di Mohamed Maalel

La tutela dei minori rappresenta uno degli spunti di riflessione più importanti nella nostra comunità sociale. Leggi e diritti delineano in modo preciso il bene di un equilibrato sviluppo del bambino e la tutela in generale dell’infanzia, uno dei momenti essenziali dell’esistenza umana. L’articolo 24 della Carta dei Diritti fondamentali dell’uomo cita testualmente: “I bambini hanno diritto alla protezione e alle cure necessarie per il loro benessere… Essi possono esprimere liberamente la propria opinione”. L’articolo 2 della Convenzione sui diritti del fanciullo, attraverso il recepimento della disposizione da parte di tutti gli Stati statuisce “…provvedimenti appropriati affinché il fanciullo sia effettivamente tutelato contro ogni forma di discriminazione o di sanzione motivate dalla condizione sociale, dalle attività, opinioni professate o convinzioni dei suoi genitori, dei suoi rappresentanti legali o dei suoi familiari”.
Abbiamo citato solo due principi tutelati nella Comunità Europea, sostenuti, altresì, da organizzazioni mondiali come l’Unicef. Questa struttura ispira la sua azione alla Convenzione sui diritti dell’infanzia, che enuncia i diritti fondamentali riconosciuti e garantiti a tutti i bambini dei mondo. La Convenzione è composta da 54 articoli e tre Protocolli opzionali (i bambini in guerra, lo sfruttamento sessuale, la procedura per i reclami). Esprime quattro principi fondamentali: la non discriminazione, l’interesse del minore, il diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo e l’ascolto delle opinioni del minore. I Protocolli sono stati approvati dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2000. I primi due sono stati ratificati in Italia con la legge 11 marzo 2002, n- 46, “Ratifica ed esecuzione dei Protocolli opzionali alla Convenzione dei diritti del fanciullo, concernenti, rispettivamente, la vendita dei bambini, la prostituzione dei bambini e la pornografia rappresentante bambini ed il coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati, fatti a New York il 6 settembre 2000”.
Il primo Protocollo, dedicato ai bambini in guerra, sostiene che “Il coinvolgimento e l’utilizzo di bambini nei conflitti armati rappresenta una barbara evoluzione delle guerre moderne. I conflitti non vengono più portati avanti dai soli soldati… Le popolazioni civili e, soprattutto, i bambini, sono sempre più i soggetti attivi negli scenari di guerra contemporanei”. Per una corretta comprensione dei contenuti, leggiamo l’articolo 3: “Gli Stati parti alzano l’età minima per l’arruolamento volontario nelle loro forze armate nazionali, rispetto a quella stabilita al paragrafo 3 dell’articolo 38 della Convenzione relativa ai diritti del fanciullo, in considerazione dei principi iscritti in detto articolo e riconoscendo che, in virtù della Convenzione, coloro che hanno compiuto 18 anni hanno diritto a una protezione speciale”.
Il secondo Protocollo, associato allo sfruttamento sessuale, dichiara: “L’abuso sessuale sui minori, la prostituzione minorile e il turismo sessuale rappresentano una paga del mondo attuale, purtroppo in preoccupante aumento… sempre più grave sta diventando il fenomeno del c.d. turismo sessuale, consistente in viaggi viaggi verso Paesi con scarse forme di tutela verso i minori che si prostituiscono”. Da sottolineare, dunque, l’importanza del ruolo dello Stato in tutta la sua totalità. L’articolo 10 precisa che “Gli Stati parti prendono tutte le misure necessarie per rafforzare la cooperazione internazionale mediante accordi multilaterali, regionali e bilaterali, aventi per oggetto di prevenire, identificare, perseguire e punire i responsabili di atti connessi alla vendita di bambini, alla prostituzione di bambini, alla pornografia e al turismo pedofili… Gli Stati parti favoriscono altresì la cooperazione e il coordinamento internazionale fra le loro autorità, le organizzazioni non governative nazionali ed internazionali e le organizzazioni internazionali… Gli Stati parti incoraggiano la cooperazione internazionale per facilitare il riadattamento fisico e psicologico dei bambini vittime, il loro reinserimento sociale e il loro rimpatrio… Gli Stati parti si adoperano in vista di rafforzare la cooperazione internazionale per eliminare i principali fattori, quali, in particolare, la povertà e il sottosviluppo che rendono i bambini vulnerabili alla vendita, alla prostituzione, alla pornografia e al turismo pedofili”.
Va, purtroppo, notata una violazione dei diritti dei minori anche in Paesi ricchi come l’Italia. In ordine all’abuso, i dati sono preoccupanti: ogni anno si stimano circa 21.000 casi di violenza sessuale o molestie gravi. Si tratta di 1 caso ogni 400 minori. Anche la prostituzione femminile minorile rappresenta un fenomeno non estraneo al nostro Paese: sarebbero circa 25.000 le bambine costrette a prostituirsi. Fra esse, il rapporto tra Italiane e straniere è di 1 a 11. La tutela dei diritti dei minori deve costituire una priorità anche per la nostra Nazione. Sebbene con numeri diversi rispetto ai Paesi più poveri, l’incidenza di tali violazioni appare significativa.
Il terzo Protocollo, dedicato alla “procedura di reclamo” delinea le modalità del ricorso, individuale o di gruppo, da parte di bambini e adolescenti vittime di violazioni dei propri diritti così come sanciti dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. La conoscenza di tali leggi e la tutela dei diritti da esse garantiti ci consentono di cogliere la situazione attuale, italiana e mondiale. Va dunque garantita maggiore attenzione al mondo dei minori, affinché il momento della crescita e dello sviluppo diventi il più bello della vita.

Mohamed Maalel,
collaboratore di SocialNews

 

Mohamed Maalel

Metà pugliese, metà tunisino. Classe 1993, studia Scienze della Comunicazione presso l’Università degli studi di Bari. Blogger, divoratore seriale di libri ha cercato sempre di tenersi le mani ed il cervello occupati diplomandosi in un alberghiero, acquisendo un B2 in inglese presso il Trinity College di Londra nel 2011 e partecipando ad un progetto formativo che l’ha portato due mesi a Dublino, la terra delle grandi opportunità per i piccoli sognatori . Ed è proprio a Dublino che l’amore per la scrittura ed il giornalismo è maturato, grazie alla collaborazione con il giornale italo-irlandese “Italia Stampa”. Dalla madre italiana ha imparato il significato dei sacrifici, dal padre tunisino che la guerra è puro nutrimento spinto da interessi altrui. 

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