#ADayWithPattiFVG: quattro chiacchiere con Patti Smith

di Valentina Tonutti

Patti Smith

Music for You(ti): l’incontro tra Patti Smith e gli studenti di Udine

 

Un giorno con Patti Smith in Friuli Venezia Giulia.
Questo l’hashtag dedicato alla giornata trascorsa a Udine da Patti Smith, che ha incontrato gli studenti del liceo musicale Caterina Percoto prima di salire sul palco del Teatro Giovanni da Udine la sera stessa.
A seguire, qualche considerazione riguardo ciò che ha raccontato la sacerdotessa del rock durante l’eccezionale evento “Music for you(th) svoltosi all’interno della gremita aula magna del liceo udinese.

Her sound is as new-old as her look.
Il suo sound è il nuovo vecchio, come il suo look.
– Lester Bangs

Nel febbraio del 1976 Lester Bangs definiva con queste parole, sulle pagine della rivista Creem, l’attitudine di Patti Smith, che all’epoca aveva appena abbandonato i reading di poesie per sprigionare la propria energia creativa nel mondo della musica, debuttando nello stesso anno con l’album Horses.
Oggi, dopo averla vista per la prima volta dal vivo e non sulla copertina di un disco posso assicurare che –come in molti altri casi– il  suddetto e riottoso giornalista americano aveva centrato il segno descrivendola con quelle parole.
Parole che confermano un’ attitudine, quella della signora Smith, che pare quindi essere intrinseca in lei fin dagli esordi e che traspare senza ombra di dubbio guardandola e ascoltandola tutt’oggi: un’attitudine rock senza tempo, sia nella sua musica sia nel suo look. Cappottone, cuffia e anfibi. Un look maschile indossato da una grande signora.

Patti Smith entra nell’aula magna del Liceo Caterina Percoto di Udine e viene accolta dalla band studentesca come in un episodio di una serie tv americana, mentre questi giovani e ben poco imbarazzati studenti intonano senza paura le note di Because the night, facendo battere a tempo tutti i presenti. Patti Smith compresa, quasi commossa.

“I am like you, just a little bit older”. Viene rotto così il ghiaccio direttamente dalla protagonista della giornata, subito dopo le congratulazioni per la performance, per dare inizio all’incontro Music for You(th) moderato da Elena Pantera (professionista della comunicazione e docente del Master in Comunicazione Musicale all’Università Cattolica di Milano).
Aneddoti biografici provenienti direttamente dalle serate trascorse al SBGBs, noto rock club situato nel Lower East Side di Manhattan, riflessioni sulla vita e consigli come se ci stessimo trovando davanti ad una zia dopo una noiosa cena natalizia in famiglia. Ma si parla di una zia di quelle interessanti, di quelle che passano le sigarette di nascosto ai nipoti.
Forse una zia così non l’ha mai avuta nessuno, ma al posto delle sigarette sono trapelati in ogni caso tanti saggi e incoraggianti consigli che tutti custodiremo a dovere.

Nonostante poi lo sia diventata per forza di cose, la zia Patti non si è mai ritenuta una rappresentanza particolare, ma si dimostra comunque felice nel caso in cui la propria esperienza possa servire a qualcosa, a chiunque. Ribadisce l’importanza dell’ispirazione, degli input esterni, decisamente fondamentali se si voglia costruire qualcosa di nuovo: «Sono stata un esempio per Michael Stype (ndr. leader dei R.E.M.) e ora è lui stesso ad essere un esempio per me.» ci racconta a dimostrazione del fatto che anche per creare qualcosa di nuovo essere influenzati  da altri artisti non significa perdere la propria identità, bensì costruirla.
Maria Callas, Dylan, Hendrix, Picasso. Questi e tanti altri i suoi prestigiosi influencer. Compositori d’arte a 360 gradi che hanno delineato la personalità di Patti Smith mattone dopo mattone costruendo una piramide esistenziale a dir poco unica quale la sua vita artistica. Poetessa in primis, poi musicista e anche pittrice. Il tutto, rigettando il più possibile ogni etichetta.
Nomi non da poco, ovviamente, ma cosa aspettarsi da una donna che era scuola con Iggy Pop e il cui marito ha insegnato a suonare la chitarra allo stesso Iggy?
«Non mi sveglio al mattino e pensando Ah, sono una rockstar! se i miei gatti vomitano, devo tirare su per terra.» La mistificazione degli eroi musicali spesso ci fa dimenticare la loro sfera più personale  e ordinaria, la loro vita di tutti i giorni che senza l’immaginazione non riusciremmo mai a prevedere. Ma esiste, e venirne a conoscenza sembra quasi un regalo fuori dalla norma. Proprio per questo, l’immagine che ci regala senza pudore Patti Smith ce la fa percepire, oggi, molto più vicina di una sua canzone e non un mero riflesso di una vita che è già stata.

«Do your work without fear, live your life without fear.» –Patti Smith

E se ce lo dice lei, le crediamo sulla parola.


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