Una legge per cambiare la didattica e la cultura: così gli errori diventano disturbi

Egr. Direttore,

sono rimasta  sbigottita:   “Oltre  90 mila alunni con DSA  tra gli anni scolastici 2010/ 2011 e  2011/2012 ,  24.811 certificazioni in più  (+37 per cento). L’incremento più significativo alle superiori, il numero più alto di studenti alle medie. “ [1] Un trend  in salita  come si evince  anche dall’allarme  che è stato lanciato  a Pisa :
“ …  la dislessia  rischia di diventare un’emergenza sociale ..   nel 2013  all’ ASL 5 sono arrivate 530 richieste di valutazione per DSA   che  hanno confermato 343 diagnosi.  In pratica,  si è registrata una richiesta di diagnosi ogni circa 641 persone e un caso di Dsa ogni 990 abitanti (…)”[2] Da quando è stata approvata la legge 170/2010  sui Disturbi Specifici dell’apprendimento, i DSA sono entrati ufficialmente nella scuola segnando una svolta nella didattica, e questi ne sono i risultati.
Sono aumentati i corsi di aggiornamento ai docenti per indottrinarli sull’esistenza  e individuazione  di questi disturbi, così la soluzione agli errori commessi  dagli alunni in fase di apprendimento, non è individuarne la causa,  correggerli  e far fare  esercizio, come facevano i nostri insegnanti, ma  indirizzare  il genitore dell’alunno  dal neuropsichiatra  per una valutazione di  DSA sul figlio e questo alla fine della seconda elementare, quando non viene  fatto già nei primi anni della scuola dell’infanzia.
Attribuire  gli errori dell’alunno ad un “disturbo “  dovuto ad  ipotetici “difetti di migrazione cellulare” secondo gli esperti, ma poi fare diagnosi attraverso test di lettura, scrittura  che  ben poco hanno di scientifico, dire ad un bambino che il suo cervello non è come quello di tutti gli altri sulla base  della lettura di una lista di parole, lista di non parole , di un dettato,  di risposte alle tabelline, calcolandone i tempi di esecuzione, non sono cose da poco. Dire che di questi disturbi non si guarisce, che non sarà mai in grado di leggere e/o scrivere e fare i calcoli correttamente significa inculcargli l’idea di incapacità, significa negargli la vera istruzione:  non insegnargli a leggere, scrivere e far di conto, che è la funzione primaria della scuola elementare.
Basta  che un’insegnante non sappia insegnare per creare un  alunno DSA.
Non si va ad indagare sui metodi didattici utilizzati dall’insegnante. Una delle cause di così tanti errori e difficoltà degli alunni  è stata individuata, ad esempio nel Metodo Globale, ora utilizzato da molti maestri nella scuola elementare; le classi pollaio vanno bene: è l’alunno che è affetto da “disturbi”.
Nel  Manuale Statistico e Diagnostico,  il testo utilizzato per le diagnosi delle malattie mentali, dove tra l’altro sono riportati anche i DSA, tutte le malattie sono indicate come disturbi, quindi di che cosa stiamo parlando?

Nel solo 2011 sono stati erogati ben 705.308,81  Euro da Enti Pubblici (istituti scolastici, ASL) all’Associazione Italiana Dislessia per attività formativa . [3] (…) “ presso strutture private alcuni genitori hanno speso anche 1000 Euro per una diagnosi DSA.”  [4] Una seduta dallo psicologo o logopedista costa circa 80 Euro, in alcune regioni viene anche riconosciuta agli alunni DSA un’INDENNITA’ DI  FREQUENZA, un disborso mensile  di 238,00 Euro più 10 Euro per ogni corso riabilitativo frequentato, oltre all’aumento degli assegni familiari. Che cosa sta venendo  finanziato? In che cosa sta investendo la scuola?   In 90 mila alunni certificati DSA esclusi dalle prove INVALSI, perché la loro partecipazione avrebbe abbassato la media nazionale dei risultati delle prove?

IL PROBLEMA E’ DIDATTICO E LA SOLUZIONE E’ NELLA DIDATTICA.

Se 20, 30 ,40 anni fa qualcuno avesse acceso i fari sui nostri errori e comportamenti,  a quanti  di noi e dei nostri compagni sarebbero stati diagnosticati  DSA o ADHD?  Eppure ce  l’abbiamo fatta, le nostre carriere non sono state stroncate, i nostri sogni non sono stati buttati nella spazzatura.
Quella che è stata fatta è una Riforma strisciante della Didattica, studiata astutamente,  e supportata da un accurato piano di marketing. Come è stato apertamente dichiarato dagli stessi artefici di campagne mediatiche che hanno portato all’approvazione di questa legge in uno dei tanti convegni sul soggetto:   (…) “in  realtà siamo indietro con la comprensione  di quelli che sono i disturbi specifici dell’apprendimento … la teoria che aiuta a capire è ancora tutta da costruire tuttavia la legge ci ha dato questa  opportunità cioè di cambiare la cultura … ci sono sicuramente poche scuole che giudicano bene il cambiamento della didattica ma sono convinto … che con il contributo di tutti questo percorso di cambiamento culturale sarà rapido e non ci vorranno troppe generazioni . “ [5]

Bisogna fare un passo indietro su questa legge se non vogliamo creare un generazione di incapaci, insicuri, ignoranti e facilmente manovrabili, come ha scritto Frank Furedi, Professore di Sociologia: “ Se l’attuale tendenza continua, presto ci sarà poca differenza tra una scuola  e una clinica per malattie mentali… se consideriamo le sfide della vita come un’esperienza  cui i bambini non possono far fronte, i ragazzi raccoglieranno il messaggio e le considereranno con terrore. Tuttavia, se la finiamo di giocare a fare il dottore ed il paziente e aiutiamo invece i bambini a sviluppare la loro forza  attraverso l’insegnamento creativo, allora i piccoli inizieranno a tener testa alle situazioni… proteggere i bambini dalla pressione e dalle nuove esperienze  rappresenta una mancanza di fiducia  nel loro potenziale di sviluppo attraverso nuove sfide”. [6]

Prof.ssa Margherita Pellegrino

[1] Ministero dell’Università, dell’Istruzione e della Ricerca http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/alfresco/d/d/workspace/SpacesStore/5a6a1ca2-9464-4cf6-b709-a62cb91b0deb/alunni_dsa.pdf

[2] http://regioni.orizzontescuola.it/2014/04/15/a-pisa-la-dislessia-rischia-di-diventare-unemergenza-sociale/

[3] http://www.aiditalia.org/upload/BilancioAID.pdf

[4] http://www.aiditalia.org/it/comunicato_stampa_del_21_03_2012_1.html

[5] 2° convegno nazionale scuola e  DSA:  riflessioni e proposte

[6] Frank Furedi “ Leader –  As Concern  is  Raised Over Formal Lessons for Five- Year- Olds;  Even Our Youngest Pupils Can Cope  with Challenge” The  Express, 20 May 2004.

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