Le mappe geografiche. Cosa sono, come vengono utilizzate e come si diffondono

di Tiziana Mazzaglia  @TMazzaglia

Cosa sono le mappe? Quando è perché si parla di storia e di geografia? Diverso utilizzo delle mappe; Scoperte geografiche; La fama di Tolomeo. Come Dante utilizza le mappe nella Divina Commedia.

Mappa OT. Fonte: google.

Mappa OT. Fonte: google.

Cosa sono le mappe geografiche? sono una forma di riproduzione e scrittura di quanto vi è nella realtà. Come si parla di storia e di geografia e perché? Chi sono lo storico e chi il geografo? La scrittura ha permesso il passaggio da preistoria a storia. Gli studiosi del passato analizzando fonti dirette e indirette (fonti dirette, cioè protagonisti, manufatti, immagini, fotografie, cinematografie; fonti indirette, cioè raccolta di informazioni) hanno dato delle suddivisioni e dei nomi. Per il geografo sono font importanti, anche Poi, i diari di bordo, in cui venivano annotate le rotte dei viaggi e le condizioni climatiche incontrate durante il tragitto. Lo storico insieme all’archeologo ha indagato sul passato, cercando segni concreti e prove di popoli vissuti anni prima. I periodi vengono chiamati in base alle loro caratteristiche, cioè vengono catalogati come dentro dei contenitori concettuali, con un inizio e una fine, che forma l’asse del tempo. Infatti, preistoria significa prima della storia, come ad esempio il medioevo significa dall’etimologia della parola età di mezzo. Lo storico e il geografo hanno strette relazioni, si può anche parlare di geografia storica. Secondo uno storico del Novecento, Braudel, la geografia storica si può definire come la disciplina cha ricerca modelli interpretativi della realtà del passato. Storia intesa come lo studio della società attraverso il tempo; geografo come lo studio della società attraverso lo spazio. Nozioni, statistiche, fatti, avvenimenti e altri dati oggettivi che il geografo interpreta. Come ad es. in campo di scoperte, viene delineato il periodo, il luogo, cosa ha mosso la scoperta e in particolare la fortuna che tale scoperta ha avuto, nel corso del tempo. Ad esempio: La scoperta dell’America di Cristoforo Colombo è avvenuta nel 1492 ha avuto la sua grande importanza nel corso dell’Ottocento, studiare questo avvenimento anni dopo significa entrare nello spirito di quei tempi e capire i livelli di conoscenza del passato. Si può, infatti, affermare che l’idea di ‘scoperta’ entra nella mentalità umana nel Seicento, ma per la sua diffusione e notorietà bisogna aspettare l’Illuminismo (Settecento) e ancora il Rinascimento, età moderna in cui si ha una conoscenza quasi completa delle terre emerse, dando loro il giusto rilievo. Infatti, il Rinascimento viene delineato nel periodo che va dal XV sec. al XVII ed è caratterizzato da una cultura classica predominante. Proprio in questo periodo viene esaltata la figura di Tolomeo. Chi era Tolomeo? Era uno studioso vissuto nel II sec. d.C., che ha pubblicato opere prive di mappe, ma con connotati di latitudine e longitudine per singoli luoghi, toponimi (che poi si saprà erano tutte errate). Autore di opere di matematica, astronomia e geografia, diffuse ad opera degli Arabi nel VII sec. Autore conosciuto anche da Dante, in particolare per la concezione astronomica e quindi l’opera “mathematiche sintaxis” che successivamente ha mutato nome varie volte fino ad arrivare ad “Almagesto”. L’altra sua opera dedicata alla geografia rimane sconosciuta fino ai primi anni del Quattrocento ed è un trattato di cosmografia, proprio, perché nel rinascimento non si parlava di geografia, ma di cosmografia. Nel Quattrocento a Firenze, Manuele Crisalora insegnava greco e traduceva la geografia di Tolomeo, un suo allievo Jacopo Angelo traduce l’opera in latino, per poterne avere una più ampia diffusione, pubblica, così la prima versione in latino nel 1409 e la regala a papa Alessandro V. Non essendoci ancora la stampa, l’opera viene diffusa ad opera di amanuensi che la ricopiano a mano. Anche se, prima vi erano stati altri autori a trattare temi geografici, come Plinio, Solino, Mela, Erodoto, Strabone è Tolomeo ad avere più prestigio. Le motivazioni sono i contenuti dell’opera, in quanto non conteneva carte, ma liste di toponimi, addirittura, 8000 nomi di località caratterizzati da latitudine e longitudine, seppur, come si vedrà dopo, negli anni, le connotate erano tutte sbagliate. Le coordinate, comunque implicano l’esistenza di una carta, anche se non era riportata all’interno dell’opera. Gli antichi utilizzavano carte, infatti, nel Medioevo erano diffusi due tipi di carte, uno per uso pratico e uno per uso decorativo o religioso. La terra veniva rappresentata in piano e non in senso sferico, spesso a uso religioso, infatti, venivano, rappresentate nelle vetrate delle chiese ed erano dei clipei, quindi a forma di O con dentro una T, chiamate mappe OT. Un tipo di carta bene conosciuta anche da Dante, in quanto elemento di una cultura enciclopedica medievistica e religiosa, trattata nella Commedìa. I continenti delineati in questa mappa erano solo quelli conosciuti a quel tempo: Europa, Asia, Africa. Al centro dell’Asia vi era Gerusalemme, di forte valenza simbolica per i cristiani. Anche se la terra veniva rappresentata come piatta vi erano già idee riguardo la sua sfericità, solo non erano state diffuse. Platone nel V sec. a.C. Ma, c’è un altro tipo di carta, quella utilizzata dai portolani, diffuse nel Trecento. Queste ultime sono carte utilizzate dai naviganti per scopi pratici e quindi individuano le terre emerse, non vi sono strade, montagne, fiumi o località interne, sono di massima precisione Di notevole importanza è un atlante nautico del 1321. Nel Quattrocento non si aveva l’idea di progresso scientifico conoscitivo, ma vi erano solo conoscenze degli antichi a cui ci si doveva adeguare e grazie all’invenzione della stampa, ad opera di Gutenberg, in Germania (ma circa 300 anni prima in Cina) si ha una vasta e rapida produzione e diffusione delle carte. Parlando di mappe è importante anche perché permette di collegarsi a Dante, studiato in letteratura. Il collegamento serve per chiarire come nel Medioevo erano intese ed adoperate. Dante utilizza mappe. Infatti, abbiamo parlato di mappe e in particolare di Tolomeo. In riferimento alla letteratura del Duecento, quindi Dante, la Divina Commedia. Quale era la geografia conosciuta da Dante e quali le mappe da lui utilizzate? Per entrare nell’ottica di Dante bisogna conoscere la mentalità medievale. Il mondo medievale è di carattere enciclopedico, per definizione e ha la percezione del mondo classico. Nella Commedìa di Dante troviamo leggi della fisica e della geografia, in cui tutto ha una sua sistemazione organica. Nelle enciclopedie antiche è stata trovata la mappa OT conosciuta e adoperata da Dante, in cui si ha un’idea di cosmo organico perfetto “siamo sfere entro sfere”. Si ha una tripartizione del mondo in Europa, Asia, Africa e il tre secondo la simbologia medievale, ripresa da Dante, indica il numero perfetto, che simboleggia la santissima trinità. Si ha, così, un’ottica religiosa e l’idea di un mondo che si pone nel segno della croce, quindi, la valenza cristiana ha una forte connotazione. Religiosità e geometria convivono perfettamente. La visione del mondo si pone proprio sul connubio tra religione e geometria. Sen, Can, Jafit sono i tre figli di Noè che generano le razze umane e i loro nomi sono riportati nella mappa OT, rispettivamente combaciano con Asia, Africa, Europa. La terra diviene, così, una dimensione storica etnografica e religiosa. Tutto va letto in base alle Sacre Scritture. Vi è poi un’altra mappa, detta Hereford, si tratta di una vera e propria mappa in cui si vedono isole, fiumi, coste frastagliate, ma in realtà sottotraccia si riconosce qui la mappa OT. Gibilterra e Gerusalemme sono poste in una posizione strategica che rispecchia la posizione del limbo con la distanza di 90°. Ancora, Dante dice che Roma è a metà strada, a 45° e infatti, anche qui la sequenza di fiumi e di linee nere è segnato dalle estremità. Queste distanze vanno a tracciare un cammino rettilineo che è la retta via di cui parla Dante. Riproduce la mappa geometrica della terra di Dante che ha raffigurato con il Paradiso terrestre. Nel mondo Dantesco il Paradiso è nella parte opposta a Gerusalemme, nell’estremo oriente, dove Alessandro Magno si deve fermare. Da che parte si guarda la mappa? Da Oriente, dove sorge il sole, dove c’è il Paradiso, dove vi è Dio! Perché tutto va letto in base alle Sacre Scritture e la valenza religiosa risponde a tutti i nostri quesiti sul nostro destino. Il mondo è visto in una prospettiva religiosa, che viene interpretata alla nostra destra a est. Le mappe dei navigatori, invece, sono impostate verso nord, perché chi naviga ha una prospettiva legata al commercio e al mondo terreno, non ha una prospettiva sacrale, ma una prospettiva economista in cui domina chi ha il denaro.

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