Le parole del Papa per la VII Giornata mondiale per le malattie rare

di Tiziana Mazzaglia  @TMazzaglia

Il 28 febbraio si celebra la VII Giornata mondiale (Rare disease Day) sul tema “Uniti per un’assistenza migliore”. Papa Francesco ha dato il via agli appuntamenti che saranno in oltre 100 piazze d’Italia.

 

Udienza generale di Papa Francesco, Roma, 2014. Fonte: google.

Udienza generale di Papa Francesco, Roma, 2014. Fonte: google.

Uniti per un’assistenza migliore” questo il titolo del tema dell’anno per la VII Giornata mondiale, Rare disease Day, che vede coinvolte più di 100 piazze Italiane, con eventi pubblicati in un programma consultabile nel sito www.uniamo.org . Papa Francesco il 26 febbraio c.m. ha aperto i lavori in Piazza San Pietro, davanti a quattrocento malati e oggi, 28 febbraio, nel primo pomeriggio si è recato a Montecitorio per un’ udienza con i parlamentari. Bergoglio si è rivolto principalmente alle famiglie: «siano adeguatamente sostenuti nel loro non facile percorso, sia a livello medico che legislativo». Le Sue parole si sono spinte anche oltre, dando il giusto risalto alla funzione dell’ estrema unzione e dell’aspetto religioso che investe i malati: « L’unzione degli infermi ci aiuta ad allargare lo sguardo all’esperienza della malattia e della sofferenza, nell’orizzonte della misericordia di Dio». Un gesto che racchiude in sé il perdono, la misericordia di Dio verso il malato, donando pace e serenità, che però ha il costo di ben nove milioni di euro in tre anni e come ha sostenuto Franco Grillini, consigliere regionale dell’Emilia-Romagna, dovrebbe essere svolto gratuitamente in forma di volontariato. Dopo l’assistenza negli ospedali l’attenzione si è spostata nel campo dell’istruzione. La sensibilizzazione di massa arriva nelle scuole, attraverso la realizzazione di una videofavola, ad opera del ministero della Salute italiano, l’istituto superiore di Sanità (Iss) e il patrocinio del centro per la Pastorale della Salute del vicariato di Roma. Renza Barbon Galluppi, presidente di Uniamo ha detto: «Abbiamo cercato di spiegare ai bambini cosa volesse dire essere orfani di una cura e persino di una diagnosi, del nome di una malattia, perché la scuola è una delle palestre d’inclusione sociale più importante». Ancora, Monsignor Andrea Manto, direttore del centro per la Pastorale sanitaria del Vicariato di Roma ha aggiunto: «educando i bambini ad accogliere i malati rari, li educhiamo ad arricchire la loro umanità e costruiamo percorsi di speranza gettando le basi di un futuro migliore per l’intera società».

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