Fare memoria del battesimo: Intervista a Monsignor Antonio Interguglielmi, cappellano RAI

di Tiziana Mazzaglia  @TMazzaglia

Dopo la celebrazione della Nascita di Gesù si ha la memoria del Battesimo nel fiume Gioradano. Un’esperienza tramandata dalle fonti storiche e illustrata per noi da Monsignor Antonio Interguglielmi, cappellano RAI.

Mons. Antonio Interguglielmi, Cappellano Rai

Mons. Antonio Interguglielmi, Cappellano Rai

Il periodo di feste natalizie si conclude, in questi giorni, con il battesimo di Gesù, tramandato come episodio nei vangeli sinottici e raccontato nei vangeli del Nuovo testamento della Bibbia, dai quattro evangelisti (Marco, 1,9-11; Matteo, 3,13-17; Luca 3,21-22). Questi ultimi testimoniano più che l’evento l’importanza della discesa dello Spirito Santo. Un avvenimento fondamentale, nella vita dei Cristiani, ripreso, anche, da Dante Alighieri nella Divina Commedia, come elemento indispensabile al fine di poter godere la pace dell’anima in Paradiso. Anche Manzoni, nei Promessi Sposi esalta l’importanza del battesimo, in particolare come evento indispensabile per il passaggio all’altro mondo. Ma, lascio la parola a Monsignor Antonio Intergugliemi, per apprendere il significato dell’importanza del ‘fare memoria’ di questo sacramento, come già ci ha sollecitato, mesi fa, papa Francesco, in occasione di una sua omelia in piazza San Pieto, a Roma.

« Questa Festa, con cui si conclude il tempo di Natale, ci invita a rinnovare le nostre promesse battesimali, con un atto di fede. Nel Battesimo si professa: “Credo in Dio, Padre onnipotente, ed in Gesù Cristo, suo unico Figlio”. Proprio come farà San Pietro alla domanda di Gesù: «Voi chi dite che io sia?”. Rispose Simon Pietro: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Luca 9,20). L’uomo che è nato dal Battesimo dovrebbe essere un uomo che non appartiene più a se stesso: redento dal sangue di Cristo, è un uomo nuovo che ha ricevuto una nuova natura, ha ricevuto la natura di Cristo. Il Battesimo si amministrava nella Chiesa Primitiva immergendosi totalmente nell’acqua: è il segno che con Cristo noi riceviamo la natura di uomini che possono sperimentare la presenza di Cristo Risorto, avere una natura nuova. E come si vede se un uomo ha ricevuto la natura di Cristo, se in lui il Battesimo è efficace? Perché sa amare, si offre agli altri, proprio come Cristo con noi. Non offre più le cose a se stesso, si offre agli altri: se è sposato, non offre più la moglie a se stesso, è lui che si offre alla moglie, porta i suoi difetti, l’aiuta; con i figli lo stesso, capisce i figli, li aiuta, soffre con loro; con i colleghi di lavoro, lo stesso, li aiuta, non parla male di loro, lascia che cerchino di fare i furbi con lui: tutto alla rovescia.. ma questo è il cristiano in cui il Battesimo è efficace. Tutti noi siamo incapaci di fare questo, ma Cristo ci ha donato questo seme di vita eterna, e attraverso lo Spirito Santo, anche in noi  il battesimo può dare questi frutti di amore, di pace, di accoglienza. Perché non siamo noi con le nostre forze, ma lo Spirito che opera in noi. E alloro abbiamo anche desiderio di annunciare che questa verità– come ci invita a fare tante volte a fare Papa Francesco anche nella sua ultima Esortazione Apostolica – è per tutti coloro che accolgono Cristo. Come è bello trovare una persona così, vero? Ma ognuno di noi che lascia agire lo Spirito di Gesù, con la preghiera, i sacramenti, può essere questo uomo, veramente libero e per questo felice: perché la vera libertà è la capacità di amare come Cristo. Rinnovare questa domenica le promesse Battesimali significa nuovamente professare la nostra fede in Gesù Cristo, riconoscere che è Lui la risposta a tutte le nostre domande più profonde, al nostro bisogno di sentirci amati e di amare gli altri, perché se non ci aiuta Lui questo non si realizza nella nostra vita. Rimaniamo incompiuti e delusi, dalle persone, dai fatti in cui abbiamo messo tanta fiducia. E’ un’occasione per rinnovare la nostra fiducia nei disegni meravigliosi di Dio, che Lui vuole realizzare in noi dal nostro Battesimo, ricevuto da piccolini, perché Dio non rinnega le sue promesse, ma desidera compierle in noi».

 

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