Valutazione dei pazienti e correzione farmacologica. Ecco come funziona il nuovo studio sulle leucodistrofie

Il Protocollo, destinato per la prima volta a persone che presentano i sintomi della malattia, prevede l’analisi dell’effettiva carenza di dopamina e un periodo di trattamento per verificare gli eventuali benefici a carico del sistema motorio.

La premessa
Nell’ambito del continuo sviluppo della Ricerca Scientifica e delle nuove conoscenze acquisite, abbiamo pensato di istituire uno studio atto a valutare la quantità di dopamina nei malati di Leucodistrofia: i risultati oggettivamente riscontrabili, successivi alla somministrazione dell’L-Dopa sul piccolo Edoardo, bambino affetto da Leucodistrofia Metacromatica, hanno indotto Silvano Vona, papà di Edoardo e
Presidente dell’Associazione Ela Italia Onlus, a ricercare una più ampia applicazione a favore dei numerosi pazienti affetti da Leucodistrofia.
È importante sottolineare la totale gratuità del progetto per tutte le Famiglie che parteciperanno ai diversi step del protocollo.

Le caratteristiche della ricerca
Negli ultimi anni di ricerca, lo studio di alcuni stati patologici di tipo neurodegenerativo caratterizzati dalla progressiva perdita di tessuto neurale ha messo in evidenza una carenza di dopamina, che si traduce in una ridotta escrezione urinaria dei suoi metaboliti.
La dopamina, neurotrasmettitore endogeno della famiglia delle catecolamine, é il principale mediatore chimico dei neuroni dopaminergici che interconnettono i nuclei dei gangli della base dell’encefalo e sono implicati nella programmazione e nel controllo del movimento. Inoltre, la dopamina è un importante neuromediatore del sistema limbico che modula gli stati emotivi ed è sede delle funzioni mnesiche.
Nelle malattie che determinano una neurodegenerazione primitiva o secondaria delle vie dopaminergiche (es. malattia di Parkinson), la somministrazione di un precursore della dopamina (L-DOPA) permette di migliorare i sintomi motori.
Questo studio si prefigge di verificare se nelle Leucodistrofie, malattie metaboliche e degenerative associate a degenerazione mielinica e a disturbi del movimento, attraverso la somministrazione del precursore della Dopamina L-DOPA, si possa ottenere un miglioramento clinico, verificata la riduzione di sintesi endogena di dopamina.
Il primo step di questo progetto è il dosaggio dell’escrezione urinaria dei metaboliti della dopamina, marker affidabile della sua sintesi endogena, in tutti i soggetti inclusi nello studio.
Il secondo step riguarda esclusivamente i pazienti che dovessero dimostrare un effettivo deficit di dopamina in associazione con un disturbo del movimento suscettibile, per le sue caratteristiche semeiologiche, di essere responsivo alla L-DOPA.
I soggetti sottoposti a terapia effettueranno il trial per 6 mesi con dosi iniziali di 1 mg/kg/die con incremento di 1 mg/kg/die a settimana (in 3 somministrazioni) sino ad un massimo di 10 mg/kg/die. Verrà utilizzata l’associazione L-DOPA/Carbidopa (Sinemet o Sirio) suddivisa in 3 somministrazioni die.
Ai fini dello studio preliminare per l’arruolamento del campione, è sufficiente raccogliere l’adesione degli iscritti alla ELA Italia. L’attuazione dello studio si può realizzare solo grazie al loro coinvolgimento. Sottolineiamo che, per questa ricerca, è necessario solo, in fase di arruolamento, un campione di urina delle 24 ore del paziente.
Questa raccolta può essere effettuata dai genitori al proprio domicilio (secondo le istruzioni sotto riportate) inviandola tramite corriere o portandola presso il laboratorio di Roma. In alternativa, la raccolta può essere effettuata presso il Dipartimento di Pediatria e Neuropsichiatria Infantile dell’Università di Roma La Sapienza (Prof. Vincenzo Leuzzi).

Il protocollo per la determinazione della concentrazione di dopamina
Ecco le regole per la raccolta domiciliare delle urine delle 24 ore

Vengono forniti:
– una bottiglia apposita in vetro scuro;
– un cilindro graduato da 100 ml;
– provetta graduata con tappo preventivamente acidificata (2 provette).
La raccolta deve essere effettuata nell’arco delle 24 ore; ogni aliquota di urina raccolta deve essere misurata mediante il cilindro graduato fornito e versata nella bottiglia di vetro scuro;
annotare ogni volta il volume di ogni quantitativo di urina raccolta (in modo da avere il volume finale nelle 24 ore);
tenere la bottiglia di raccolta lontana dalla luce diretta e da fonti di calore;
al termine delle 24 ore, agitare la bottiglia e versare una quantità di urina totale nella provetta graduata fornita fino alla tacca di 10 ml.;
agitare la provetta e conservarla in frigo a 4°C; la provetta può essere conservata in tali condizioni al massimo per 24 ore prima di consegnarla o spedirla per le analisi.

Le ragioni del progetto
1) Qual è lo scopo di attestare il deficit di Dopamina nei pazienti?
In molte malattie degenerative si riscontra un deficit secondario delle amine biogene che, senza certamente rappresentare la causa della malattia, tuttavia contribuisce negativamente soprattutto per quanto riguarda i sintomi motori (rigidità, ipocinesia, posture distoniche, etc.); dimostrare, pertanto, un deficit di questi neuromediatori è il primo step per ipotizzare una possibile correzione farmacologica.

2) Per quale motivo bisogna assumere L-Dopa una volta attestato il deficit?
L’assunzione del farmaco ha come target la reintegrazione dei livelli cerebrali di dopamina ed il miglioramento sul piano sintomatico di quella parte dei sintomi a questo deficit attribuibile.

3) Quali obiettivi si prefigge la somministrazione della L-Dopa?
Gli obiettivi sono quelli di migliorare i disturbi motori nella misura in cui questi dipendono dai meccanismi sopra citati.

Promotori
Prof. Vincenzo Leuzzi
Associazione ELA Italia onlus

Riferimenti
Prof. Vincenzo Leuzzi
Direttore UOC di Neuropsichiatria Infantile Umberto I°
Professore di Neurologia e Psichiatria – Università
“La Sapienza” di Roma
vincenzo.leuzzi@uniroma1.it

Prof. Giuseppe Lazzarino
Divisione di Biochimica e Biologia Molecolare
Dipartimento di Scienze Chimiche – Università degli Studi di Catania

Prof.ssa Barbara Tavazzi
Istituto di Biochimica e Biochimica Clinica
Università Cattolica del “Sacro Cuore” di Roma

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