Regolamenti di conti… attraverso la storia

di Mauro Farina

Da quando l’uomo ha cominciato a vivere in tribù ed ha cominciato ad avere una vita sociale, si è creato il problema del regolamento di conti nel caso in cui un individuo avesse commesso un reato. Ma il codice civile ha subito tantissimi cambiamenti nel corso dei secoli.

costituzione-italianaDa quando l’uomo ha cominciato a vivere in tribù e sono di conseguenza nati i primi aggregati civili è nato il bisogno di creare regole nel caso in cui un individuo commettesse dei reati. Le civiltà primitive, per regolare i propri conti, ricorrevano alla forza o si affidavano al giudizio di un gruppo di anziani: ciò avveniva in quanto queste popolazioni non avevano un diritto scritto e si basavano così sulle consuetudini della tribù. È nata in questo periodo, attraverso l’anziano saggio che prendeva decisioni, la figura del giudice, a cui si affiancò quasi subito quella del legislatore, il più delle volte era il re o il capo tribù, che aveva, e ha tutt’ora, il potere di porre delle norme generali di comportamento. Il passaggio così dalle consuetudini alla legge scritta rappresenta una tappa importantissima nel cammino verso la giustizia in quanto consente di conoscere anticipatamente gli effetti dei propri atti e soprattutto riduce le possibilità di arbitrio da parte del giudice.
Le prime raccolte di leggi che ci sono pervenute sono quelle dell’area mesopotamica: il Codice Di Ur-Nammu (datato intorno al 2100 a.C.) e la legislazione di Lipit-Isthar (datata attorno al 1950 a.C.): questi codici appaiono più miti rispetto a quelli successivi di origine semitico-babilonese, in quanto ignorano la legge del taglione. Il frutto più complesso nato da questi abbozzi è sicuramente il Codice Di Hammurabi (re babilonese fra il 1728 e il 1686 a.C.), che raccoglie circa 281 leggi incise su 3600 righe di una stele, scoperto nel 1901 e conservato al museo del Louvre.
Nel mondo latino il diritto venne inteso inizialmente come consuetudinario: fu soltanto in seguito alle lotte sociali del V secolo a.C. che iniziò la scrittura delle prime leggi, da cui nacquero le ‘Leggi Delle VII Tavole’, create nel 451 a.C. da un collegio i Decemviri. L’importanza di queste leggi è straordinaria in quanto riconoscevano l’uguaglianza delle persone di fronte alla legge e distinguevano chiaramente le norme in ambito giuridico da quelle in ambito religioso. Col passare degli anni incominciò a diffondersi la pratica delle Leges, cioè testi normativi proposti dai consoli, approvati dal popolo poi ratificati dal Senato: le più importanti sono la Lex Canuleia (445 a.C.), che permetteva il matrimonio tra patrizi e plebei, e la Leges Licinae Sestiae (367 a.C.) che fissava equi criteri nella distribuzione dei terreni conquistati. Nei primi secoli dell’età imperiale si formarono poi dei nuovi criteri per elaborare le leggi: editti, mandati, rescritti e decreti. Nel 212 d.C., con L’Editto Di Caracolla, venne concessa la cittadinanza romana a tutti gli abitanti dell’impero ed in questo modo il diritto romano diventò vigente per tutti, nessuno escluso.
Durante il Medioevo si ritornò invece ad usare le consuetudini della popolazione, benché non siano mancate raccolte giuridiche come L’Editto di Rotari (643d.C) e L’Editto di Teodorico (526 d.C.); con la rinascita culturale del XI secolo il diritto riprese ad essere studiato finchè nella seconda parte del ‘700 i monarchi assoluti attuarono delle riforme rivolte a migliorare le condizioni di vita dei sudditi e l’organizzazione dello Stato. Avvicinandoci ai giorni nostri va ricordato sicuramente il Codice Civile di Napoleone (1804), che è considerato il prototipo di ogni codificazione civile successiva. Sempre nel corso dell’800 molti stati, a causa dei drammatici eventi storici, concessero numerose Carte Costituzionali, la “Costituzioni Otturiate”.
Per la storia italiana è particolarmente importante la carta costituzionale concessa dal re Carlo Alberto di Savoia nel 1848, solitamente chiamata Statuto Albertino che dapprima è stata la costituzione dello Stato Sabaudo e successivamente, dopo l’unità d’Italia, divenne la prima costituzione italiana, rimasta vigente fino al 1° Gennaio 1948, data in cui entrò in vigore l’attuale costituzione repubblicana.

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