Diagnosi migliori, sperimentazioni e nuove tecnologie. La ricerca è andata avanti nel tempo e procede su più fronti

I progressi scientifici
Negli ultimi anni, la ricerca ha individuato molte molecole coinvolte nella produzione di mielina. Alcune di esse sono potenzialmente candidate per le future applicazioni terapeutiche. Sono stati scoperti nuovi tipi di leucodistrofia e, per alcuni di essi, è stato identificato il gene “difettoso”:
– Leucodistrofia con atassia progressiva, sordità e cardiomiopatia;
– Leucoencefalopatia con dentizione ritardata ed ipomielizzazione;
– Leucoencefalopatia HCC caratterizzata dalla ipomielizzazione e dalla presenza di cataratta.
Gene individuato: hyccin
– Pelizaeus-Merzbacher-like con atassia e spasticità.

Gene individuato: GJA12
La diagnosi delle malattie della mielina ed il monitoraggiodella loro progressione sono notevolmente progrediti con lo sviluppo di nuove tecnologie di imaging: la risonanza magnetica o la IRM risultano ora possibili anche nei neonati prematuri. Inoltre, l’utilizzo dell’acqua per la IRM consente di valutare la microstruttura del cervello nei bambini.
Le tecniche di screening ed i progressi raggiunti nella diagnosi sono talvolta utilizzati soltanto quando la malattia è già in uno stato evolutivo avanzato.
Inoltre, oltre il 30% delle leucodistrofie, allo stato attuale, risulta ancora sconosciuto.

I progressi terapeutici
La prima sperimentazione a livello mondiale di terapia genica dell’adrenoleucodistrofia è attualmente in corso presso l’ospedale Saint Vincent de Paul, condotta dal team del Professor Aubourg. Il trattamento sperimentale prevede l’introduzione di un gene “normale” nelle cellule emopoietiche nel midollo osseo del paziente.
I risultati pubblicati sulla prestigiosa rivista Science dimostrano l’efficacia del trattamento: questo contribuirebbe a fermare la progressione della malattia senza causare effetti collaterali.
I test clinici condotti dal laboratorio di analisi di Copenaghen, effettuati utilizzando il Metazym nei casi di leucodistrofia metacromatica, si sono appena conclusi: l’inoculazione del farmaco è stata ben tollerata dai pazienti, ma non è stato osservato nessun effetto sulla funzione motoria o su quella cognitiva. Negli Stati Uniti è in fase di attuazione, un’ulteriore sperimentazione clinica volta a testare l’efficacia della terapia.
Nel 2010, è stato somministrato un test terapeutico per i pazienti affetti da leucodistrofia metacromatica dall’equipe medica del Professor Luigi Naldini e della Dottoressa Alessandra Biffi (Istituto San Raffaele per la Terapia Genica, Milano) finalizzato a verificare gli effetti delle cellule autorigeneranti del midollo osseo precedentemente inoculate attraverso il trasferimento genico di ARSA utilizzando un virus ad azione lenta.
Durante il 2011, un altro studio clinico sulla leucodistrofia metacromatica, guidato dal Professor Patrick Aubourg, dalla Dottoressa Caroline Sevin e dalla Dottoressa Nathalie Cartier (INSERM U-745, Hôpital Saint Vincent de Paul, Parigi), ha testato gli effetti dell’iniezione intracerebrale ARSA gene-farmaco attraverso un tipo di vettore virale adrenoassociato.
I risultati di questi studi sono molto attesi per alimentare la speranza nel trattamento della malattia.

Il futuro
La ricerca si sta muovendo in varie direzioni:
– identificazione del gene responsabile delle leucodistrofie e comprensione dei meccanismi molecolari e cellulari coinvolti;
– riparazione della mielina distrutta;
– terapia genica per la sostituzione dei geni difettosi;
– terapia cellulare per l’innesto del midollo osseo;
– terapia cellulare basata sulle cellule produttrici della mielina.

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