Ricerca: nuovi finanziamenti, vecchi limiti

Fonte: gazzettadellavoro.com

Se gli ultimi anni sono stati caratterizzati dalla contrapposizione forte tra mondo universitario e mondo politico, pare che una tregua sia stata determinata dall’attività di Maria Chiara Carrozza, ex rettore della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e ora a capo del Ministero dell’Istruzione, della Sanità e della Ricerca: la promessa è che il 2014 sia “l’anno dei ricercatori”, tuttavia alcune basi sono state poste già in questi primi mesi di governo.

Un esempio è lo sviluppo del Programma “Montalcini”, attivo dal 2010, che ha l’obiettivo di riportare o mantenere in Italia i migliori studiosi, riservando loro indirettamente dei fondi affinché restino nel Bel Paese: “Dobbiamo lavorare per innescare una competizione virtuosa da parte degli atenei per attirare i migliori ricercatori che possano poi essere assunti con contratti stabili e divenire professori associati. L’Italia ha bisogno di giovani professori selezionati con bandi nazionali in modo rigoroso”, spiega il Ministro Carrozza.

Il progetto dedicato al premio Nobel scomparsa quasi un anno fa copre le spese per garantire ai 24 vincitori un triennio da ricercatori a tempo determinato presso un ateneo italiano, il Miur inoltre si impegna a cofinanziare le università nel caso decidano di stabilizzare il ricercatore dopo il primo triennio. Durante il loro contratto, i ricercatori, per aspirare alla stabilizzazione, dovranno abilitarsi alla docenza secondo le nuove norme previste dalla riforma dell’Università, la cosiddetta Abilitazione nazionale.

La valutazione dei candidati è ispirata a criteri di oggettività e obiettività: il curriculum vitae ac studiorum viene vagliato da un team di esperti dei vari settori e ciascun candidato presenta anche un progetto, fondamentale al fine dell’abilitazione e del conseguente inserimento nel mondo accademico. L’obiettivo del Programma “Montalcini” è anche quello di ringiovanire la classe accademica italiana che è tra le più anziane del mondo introducendo ricercatori preparati e competenti.

I ricercatori dell’ADI, Associazione Dottorati Italiani, ha accolto positivamente la notizia, rilevando come si muova nella giusta direzione, sottolineando però che si tratta soltanto di 24 ricercatori: pur essendo un’idea interessante, non sono, per ora, numeri che possono sperare di cambiare un sistema. Il segretario dell’ADI, Nevio Dubbini, continua a proposito delle parole del ministro riguardo all’”anno dei ricercatori”: “Credo che l’esigenza più urgente sia quella di contrastare un definanziamento ormai cronico del sistema italiano della ricerca. Questo servirebbe a garantire: un reclutamento di personale ricercatore e docente che consenta il buon funzionamento dei nostri atenei; la possibilità di fare ricerca con mezzi, strutture e organico adeguati e la possibilità di fare finalmente un’effettiva programmazione finanziaria – cosa che oggi è quasi impossibile fare. Il tutto dovrebbe essere accompagnato da regole chiare, procedure meritocratiche in linea con gli standard internazionali, una stabilità legislativa che negli ultimi anni è sempre mancata, ma di questo ha senso parlare soltanto nel momento in cui ci sarà la volontà di finanziare adeguatamente la ricerca in questo Paese. Parlando in particolare di dottorato di ricerca, aggiungo che l’aumento dei fondi dovrebbe essere anche finalizzato al superamento del dottorato senza borsa, condizione che riguarda una porzione consistente dei dottorandi italiani. Questo impegno è contenuto nel programma del partito di cui è espressione il Ministro Carrozza (“Il dottorato di ricerca è un’attività da svolgere a tempo pieno e con una dote finanziaria di base. Per questo siamo contrari ai dottorati senza borsa: è essenziale una borsa di dottorato, o – come accade in altri paesi – l’integrazione con altre forme di compenso legate ad attività didattiche o di tutoraggio/orientamento.”, L’Italia giusta: Università e ricerca per ripartire,http://www.partitodemocratico.it/doc/250697/litalia-giusta-universit-e-ricerca-per-ripartire.htm) ma di esso il Ministro sembra essersi finora dimenticato.”)

Una soddisfazione parziale che evidenzia ancora una volta i limiti dell’azione politica italiana nell’affrontare il tema della ricerca: anche un provvedimento positivo e costruttivo come quello del “Programma Montalcini” rischia di favorire ed essere veramente utile ad una porzione talmente limitata di studiosi da risultare complessivamente poco efficace. Ben vengano queste iniziative, soprattutto se accompagnate da una riflessione più ampia sull’argomento sempre all’ordine del giorno.

Angela Caporale

 

Angela Caporale

Giornalista pubblicista dal 2015, ha vissuto (e studiato) a Udine, Padova, Bologna e Parigi. Collabora con @uxilia e Socialnews dall’autunno 2011, è caporedattrice della rivista dal 2014. Giornalista, social media manager, addetta stampa freelance, si occupa prevalentemente di sociale e diritti umani. È caporedattore della rivista SocialNews in formato sia cartaceo che online, e Social media manager. 

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