Svolta epocale o grande farsa, la politica torna a stupire

Fonte: fanpage.it

Che quella che stiamo vivendo in questi ultimi anni della storia politica italiana sia una fase particolarmente caotica e concitata è fuor di dubbio, ma gli eventi di questo giovane autunno hanno animato ulteriormente la scena attirando l’attenzione. Quando Silvio Berlusconi, leader del PDL, ha intimato ai suoi ministri di rassegnare le dimissioni, nessuno poteva immaginare che il governo guidato da Enrico Letta potesse sopravvivere.

Invece è proprio per la rinascita della “larga intesa” che verrà ricordata la giornata di ieri. Il premier, infatti, prima ha respinto le dimissioni dei suoi ministri e, successivamente, è salito a Palazzo Madama per chiedere la fiducia al Parlamento. Letta ha presentato il programma sulla base della quale auspicava di ricevere approvazione, sperando di convincere non soltanto il suo Partito Democratico, ma anche almeno una porzione di Popolo della Libertà che nei giorni scorsi si era dimostrata aperta, a partire dal vice premier Angelino Alfano.

Proprio il PDL è stato l’attore principale di quest’ultimo atto dello show della politica italiana: mentre fino all’ora di pranzo sembrava certa la spaccatura del partito tra i “falchi”, fedelissimi berlusconiani e contrari all’esecutivo, e le “colombe” pro-governo Letta Alfano, lo scenario è completamente cambiato quando il “grande capo” Silvio Berlusconi ha dichiarato che avrebbe appoggiato la continuazione dell’attività dell’esecutivo. Una scelta che ha spiazzato non soltanto gli avversari, ma soprattutto i suoi parlamentari che fino a qualche istante prima rilasciavano dichiarazioni belligeranti alla stampa italiana ed estera.

A sorpresa quindi, il governo Letta incassa la fiducia sia al Senato che alla Camera da parte di PD, PDL e Scelta Civica, restano all’opposizione Sinistra Ecologia e Libertà, Lega Nord e MoVimento 5 Stelle.

Che sia una svolta epocale? Che sia la fine dello strapotere del Cavaliere sul centro destra? Che questo sia l’atto di nascita di una destra italiana conservatrice, moderata ed europea? È presto per dirlo.

Sicuramente dal punto di vista formale, Berlusconi è riuscito a compattare il partito, passando con un colpo di mano goffo quanto inaspettato dalla parte dei vincitori. Formalmente appunto, perché il dibattito interno al partito è stato aperto e la ricongiunzione è stata quanto mai tardiva: la questione per alcuni fondamentale per altri dannosa sul rinnovamento del centro-destra ha fatto capolino e sarà difficile, da adesso in poi, ignorarla completamente, qualsiasi sia il suo esito.

Che quella di ieri sia stata una giornata storica oppure una gigantesca farsa poco importa, quello che pare ormai evidente è che l’Italia ha una nuova generazione politica e dirigenziale che non ci sta più a subire i ricatti, taciti ed espliciti, della classe dirigente più anziana, una nuova generazione che sa far valere le sue idee con fermezza e che sta provando a mettersi alla prova anche in situazioni particolarmente complicate. Ed è sicuramente una buona notizia per la democrazia il fatto che questa dialettica generazionale attraversa ora in maniera trasversale tutte, o quasi, le forze politiche del grande gioco (strategico?) della politica italiana.

di Angela Caporale

Angela Caporale

Giornalista pubblicista dal 2015, ha vissuto (e studiato) a Udine, Padova, Bologna e Parigi. Collabora con @uxilia e Socialnews dall’autunno 2011, è caporedattrice della rivista dal 2014. Giornalista, social media manager, addetta stampa freelance, si occupa prevalentemente di sociale e diritti umani. È caporedattore della rivista SocialNews in formato sia cartaceo che online, e Social media manager. 

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