I social network

Giovanna Mascheroni

I dati della ricerca “EU Kids Online” confermano la grande popolarità dei social network fra adolescenti e, in modo più sorprendente, pre-adolescenti europei: il 59% dei ragazzi europei di 9-16 anni possiede un profilo personale su un social network.

I social network sono le piattaforme web 2.0 più popolari fra giovani e giovanissimi, per i quali rappresentano pratiche comunicative quotidiane per la gestione delle relazioni interpersonali e la costruzione della propria identità. Il social networking offre ai ragazzi opportunità sul piano relazionale, identitario e culturale: l’opportunità di mantenersi in contatto con i legami personali, estendere la propria rete sociale, condividere conoscenze ed interessi con i pari, sperimentare la propria identità e via dicendo. Tuttavia, l’uso dei social network da parte dei più giovani – spesso anche sotto i limiti di età consentiti dagli stessi provider – solleva preoccupazioni fra i decisori politici, i genitori, gli insegnanti e, più in generale, nell’opinione pubblica. Si teme, infatti, che la comunicazione negli ambienti digitali costituisca l’occasione per contatti rischiosi – come l’adescamento a scopo sessuale da parte di adulti ed azioni di cyberbullismo da parte di coetanei – o altre esperienze negative quali l’uso improprio di dati personali, ad esempio il furto di identità o il frape. È opinione comune anche che i ragazzi non possiedano un senso della privacy e che i social network, consentendo un numero ampio di contatti, impoveriscano, di fatto, il valore dell’amicizia.
Adottando un approccio “child-centred”, critico e comparativo, la ricerca EU Kids Online – finanziata dal Safer Internet Plus Programme della Commissione Europea – analizza le pratiche on-line, le opportunità ed i rischi di internet di oltre 25.000 ragazzi europei di età compresa fra i 9 ed i 16 anni, e dei loro genitori, residenti in 25 Paesi. In particolare, per quanto riguarda i social network, sono stati raccolti dati relativi alla loro diffusione, agli usi relazionali (numero e natura dei contatti, anche in confronto ad altre pratiche comunicative on-line), alla gestione della privacy ed al tipo di informazioni personali usate per la costruzione del proprio profilo on-line.
I dati della ricerca confermano la grande popolarità dei social network fra adolescenti e, in modo più sorprendente, pre-adolescenti europei: il 59% dei ragazzi europei di 9-16 anni possiede un profilo personale su un social network. La pratica è più diffusa nei Paesi nordici, in particolare Paesi Bassi (80%), Lituania (76%) e Danimarca (75%); i livelli minimi si registrano in Romania (46%) e Turchia (49%), mentre l’Italia si assesta poco sotto alla media europea, con il 57% dei ragazzi che mantengono un profilo on-line in modo continuativo. L’uso dei social network cresce con il crescere dell’età: solo il 26% dei ragazzi europei di età compresa tra i 9 ed i 10 anni, ed il 19% dei coetanei italiani, possiede un profilo su un social network, percentuale che sale, rispettivamente, all’82% ed all’80% degli adolescenti europei ed italiani di 15-16 anni.
Uno dei principali fattori di rischio dei social network viene identificato nell’ampiezza e nella natura dei contatti on-line: si teme, cioè, che i ragazzi abbiano un numero spropositato di contatti e che questi siano in larga parte estranei.
I dati EU Kids Online aiutano a ridimensionare le paure, in primo luogo in relazione al numero medio di contatti on-line: più della metà (51%) dei ragazzi europei ha meno di 50 amici sui social network, un terzo (31%) possiede un numero di contatti compreso fra 11 e 50 e meno di un terzo supera i 100. Solo il 9% dei ragazzi intervistati ha dichiarato di avere una cerchia sociale di oltre 300 contatti. Ci sono, tuttavia, delle differenze cross-nazionali piuttosto evidenti, che vedono ai lati opposti dello spettro la Romania – dove il 63% dichiara meno di 50 contatti e solo l’8% supera i 100 amici – e l’Ungheria – dove, all’opposto, si abbassa il numero di chi ha meno di 50 contatti (il 30%) e si alza, invece, quello di chi è in contatto con oltre 100 amici (46%). L’Italia si allinea maggiormente con il dato europeo, con il 47% dei ragazzi che è in contatto con meno di 50 amici, ed il 34% che ha più di 100 contatti.
Rispetto alla natura dei contatti on-line, i dati confermano quanto già evidenziato da altre ricerche empiriche sugli utenti di social network: vengono usati prevalentemente per restare in contatto con persone conosciute. Il 78% dei ragazzi intervistati (ed il 69% dei coetanei italiani) afferma, infatti, di usare i social network per mantenere e consolidare i legami con la propria rete amicale. In confronto ad altri mezzi di comunicazione interpersonale, tuttavia, i social network consentono di ampliare la propria sfera relazionale: ciò avviene sia attingendo alle liste dei contatti dei nostri amici, sia attraverso l’acquisizione di nuove amicizie. La prima modalità di espansione delle cerchie sociali è di gran lunga prevalente: il 34% dei ragazzi europei ed il 42% dei ragazzi italiani usa i social network per stabilire un contatto con i legami latenti, amici o familiari di persone che già appartengono alla propria rete amicale. Includono nella propria cerchia relazionale persone mai incontrate off-line, rispettivamente, il 12% dei giovani europei e l’11% dei loro coetanei italiani. Il contatto con sconosciuti nei social network è inferiore rispetto alle chat, agli ambienti di gioco multi-utente ed ai mondi virtuali, e riguarda principalmente coetanei. Ciononostante, la pratica di networking solleva preoccupazioni in merito alla privacy ed alla sicurezza on-line dei minori.
La privacy è il frutto di processi di negoziazione fra l’esigenza di proteggere informazioni personali e quella, opposta, di condividerle per dare forma alla propria identità ed entrare in relazione con gli altri. Nei social network la privacy è strettamente dipendente dalle impostazioni abilitate dai diversi provider, che impongono scelte standard rispetto alla visibilità del profilo e dei contenuti che decidiamo di condividere on-line ed ai confini delle relazioni sociali.
Contrariamente all’idea che gli adolescenti siano disinteressati alla propria privacy, la maggior parte dei ragazzi europei (43%) sceglie un profilo privato, il 28% ha un profilo parzialmente privato, cioè accessibile anche agli amici degli amici e poco più di un quarto (il 26%) ha un profilo pubblico. Permangono, tuttavia, notevoli differenze fra i diversi Paesi europei: il numero di ragazzi dotati di un profilo pubblico è più bassa in Irlanda e Regno Unito (10%), Nazioni che hanno adottato da più tempo campagne di sensibilizzazione su questo tema. In Italia, la percentuale dei ragazzi che dispongono di un profilo pubblico aumenta (34%), mentre diminuisce la percentuale di chi sceglie di impostare il proprio profilo come privato (36%). In linea con la media europea, invece, il dato relativo ai profili parzialmente privati. A livello europeo, sono le ragazze (48% rispetto al 38% dei coetanei maschi) ed i giovani di famiglie di status socio-economico più elevato (48% contro il 43% dei ragazzi di background socio-economico inferiore) ad avere più probabilità di impostare come privato il proprio profilo. Rispetto all’età, la media europea non registra forti differenze fra i ragazzi di fasce di età diverse nella protezione della privacy. In Italia, invece, i ragazzi di 9-12 anni hanno più probabilità di avere un profilo pubblico (39%) rispetto agli adolescenti. Per i ragazzi più piccoli, spesso, il profilo pubblico non è una scelta consapevole, bensì la conseguenza dell’incapacità di modificare le impostazioni di privacy del proprio profilo: il 42% dei ragazzi italiani, ma solo un quinto dei ragazzi di 11-12 anni, dichiara di possedere queste competenze.
La natura pubblica o privata del profilo si combina con le informazioni personali condivise on-line dando forma a specifiche configurazioni della privacy. Fra le informazioni identificative più frequentemente inserite nei propri profili ci sono una fotografia che li ritrae fedelmente, inclusa dal 75% dei ragazzi europei e dal 77% dei coetanei italiani; il cognome, che viene dichiarato, rispettivamente, dal 64% e dal 67%; la scuola frequentata, indicata dal 43% degli intervistati europei e dal 39% del campione italiano. Inoltre, più della metà degli intervistati – il 61% del campione ed il 52% dei ragazzi italiani – dichiara l’età reale nel profilo. La pratica di indicare un’età falsa riguarda solo il 16% dei ragazzi europei ed il 20% dei coetanei italiani, ma è più diffusa fra i ragazzi più piccoli, che hanno un’età inferiore al limite imposto dal social network. Al contrario, altre informazioni, come l’indirizzo di casa ed il numero di telefono, sono ritenute sensibili: solo l’11% dei ragazzi europei ed il 14% dei ragazzi italiani rende pubblico il proprio indirizzo di casa nel profilo, dimostrando un forte senso di privacy. Ancor più bassa la percentuale di chi condivide il proprio numero di telefono, pari al 7% in Europa ed al 4% in Italia.
I dati qui presentati smentiscono alcune convinzioni diffuse – che su internet i ragazzi siano in contatto prevalentemente con sconosciuti e che non si preoccupino assolutamente della propria privacy – e suggeriscono l’importanza di politiche di sensibilizzazione agli usi responsabili della rete e di promozione della sicurezza on-line soprattutto in Paesi, come l’Italia, caratterizzati da un livello di digital literacy inferiore alla media europea.

Giovanna Mascheroni
Ricercatrice Università Cattolica del Sacro Cuore
Referente nazionale EU Kids Online (www.eukidsonline.net)

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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