Per evitare un figlio malato

Maria Antonietta Farina Coscioni

La legge 40 consente la fecondazione medicalmente assistita, ma vieta l’applicazione dell’unica tecnica, l’eterologa, che in base alla patologia della coppia, può dare loro un figlio. Resta solo una possibilità: andare all’estero.

Ci sono situazioni, fatti, che “dicono” più di qualsiasi discorso. Ad esempio, le storie di drammi vissuti e raccontati nelle lettere che mi giungono alla Camera dei Deputati o arrivano all’Associazione Luca Coscioni. Un caso fra i tanti: Maria e Giuseppe, coppia felice, con un cruccio: desiderano un figlio, che però non arriva. Sono affetti da sterilità. La legge 40 consente la fecondazione medicalmente assistita, ma la stessa legge vieta l’utilizzo dell’unica tecnica – l’eterologa – la quale, sulla base della patologia della coppia, può donare ad essa un figlio. Resta un’unica possibilità: recarsi all’estero. “Ci siamo sentiti cittadini senza cittadinanza” – scrive Maria – “costretti ad andare all’estero per esaudire un semplice e naturale desiderio: ciò è significato tanti sacrifici, economici, psicologici e fisici…”.

Quanti sono i casi simili a quelli di Maria e Giuseppe? E’ giusto che le coppie debbano recarsi all’estero per colpa di una legge retrograda come quella che la maggioranza di centro-destra ed il Vaticano hanno imposto al Paese? Secondo i dati riportati dalla recente pubblicazione “Fecondazione e(s)terologa” dei ginecologi Carlo Flamigni ed Andrea Borini (Edizioni dell’Asino), con i suoi assurdi divieti, la 40 ha costretto migliaia di coppie a cercare al di fuori del nostro Paese ciò che in esso è vietato. Nel 2005, primo anno dopo l’entrata in vigore della legge, ben 3.610 coppie si sono rivolte a centri specializzati all’estero. Un vero e proprio “turismo procreativo”.

La legge 40 è stata imposta otto anni fa con motivazioni ideologiche: non si è inteso considerare i problemi delle coppie affette da infertilità né, tanto meno, quelli della salute delle donne e le possibilità che la scienza mette oggi a disposizione. Per superare questa assurda situazione, insieme ai miei compagni radicali ed all’Associazione Coscioni, abbiamo presentato un testo di legge per la preservazione della fertilità. Questo tratta la donazione di gameti ed embrioni con regole precise per i donatori: la gratuità dell’azione è tassativa e viene prevista la possibilità di mantenere l’anonimato del donatore.

La Relazione annuale sullo stato di attuazione della legge, presentata al Parlamento il 12 luglio scorso, contiene dati interessanti: aumentano le coppie che si sottopongono a fecondazione assistita, le gravidanze ed i bambini nati: nel 2010, oltre 12.000. Diminuiscono le gravidanze a rischio, crescono quelle da embrioni crioconservati. Si tratta di numeri che confermano la correttezza della nostra posizione: quando sollevammo la questione, riuscimmo a portarla alla Corte Costituzionale, la quale riconobbe l’illegittimità del limite di embrioni producibili e l’obbligo di contemporaneo impianto. In seguito a questa sentenza – che ha smantellato in modo significativo l’impianto originario della 40 – i tribunali hanno operato in modo da garantire sia la tutela della salute e dei soggetti coinvolti, sia l’applicazione di tecniche mediche che non possono essere subordinate ad un’ideologia.

Rimane un’urgenza: è quella delle persone che soffrono, ed alle quali possiamo garantire una cura grazie alla ricerca. Mi chiedo dove sia la morale dei tanti che dicono no all’uso di embrioni abbandonati, preferendo che si spengano nel freddo di celle di conservazione. La legge 40, infatti, non vieta la ricerca sulle embrionali, ma impone che si lavori su linee cellulari derivate all’estero. Se questa non è ipocrisia! Non solo. Nel novembre scorso, l’onorevole Palagiano, dell’Italia dei Valori, con l’accordo del centro-destra e del Governo Berlusconi, ha fatto approvare, in sede di commissione Affari Sociali, un testo base secondo il quale gli embrioni abbandonati possono essere adottati e non, come noi radicali sosteniamo, donati. Non si tratta di una sfumatura lessicale. L’adozione comporta che l’embrione sia equiparato agli esseri umani. Con ciò si pone in essere l’ennesimo disegno oscurantista ed antiscientifico. Imbrogli consumati in clandestinità, al di fuori delle sedi istituzionali, senza accettare e consentire dibattito, confronto, conoscenza.
Gli Italiani non devono sapere. Si continua a trattarli non come cittadini, ma da sudditi.

Maria Antonietta Farina Coscioni
Deputato, componente della XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati

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