Una testimonianza di campo

Massimo Lolli

Non volevano crederci nemmeno i titolari delle aziende concessionarie che si stropicciavano gli occhi, ma subito dopo hanno cominciato a fregarsi le mani. E hanno pensato di dare vita a locali appositamente strutturati per ricevere ed ospitare nel migliore dei modi i “nuovi mostri”.

La svolta è avvenuta negli anni ’90, con l’introduzione del “Gratta e Vinci” – un colpo di genio del Ministero delle Finanze – la liberalizzazione delle scommesse sportive e l’avvento del Bingo. Le Lotterie Istantanee sono diabolicamente ammalianti e perfidamente insinuanti. Entri nel bar all’angolo per un semplice caffè o per comprare il solito pacchetto di sigarette, e tutto il bancone è tappezzato da strisce di cartoncini multicolori che ti guardano e promettono “vincite facili” per tutti. Peggio che le Sirene di Ulisse. La tentazione è forte, irresistibile. La spesa non è eccessiva e puoi modulare il rischio secondo le tue tasche: 2 – 3 – 5 – 10 euro. In termini percentuali, qualcosa riesci a vincere, magari cinque o dieci euro. Ma non incassi la vincita, rigiochi e perdi. Senza rendertene conto, sei entrato nella logica del gioco d’azzardo. Non ti accontenti e punti al massimo. Quando sono apparse le prime ricevitorie di scommesse sportive, sembrava una rivoluzione copernicana. I patiti del Totocalcio, che per anni erano stati costretti alle “tredici” squadre imposte dal Monopolio e vincolati ai simboli 1-X-2, hanno fatto salti di gioia. Adesso è possibile scegliere in autonomia quanti e quali eventi inserire nella giocata. A disposizione ci sono i Campionati di calcio dell’intero pianeta e opzioni mai contemplate fino a quel momento. È difficile spiegarlo in poche parole, ma, oltre ai classici pronostici, si può scommettere su: risultato del primo tempo, la quantità minima o massima di gol segnati nella partita, il risultato esatto, la squadra che fa o che non fa gol, il nome del marcatore, le eventuali espulsioni o possibili rigori assegnati, chi vince il campionato e chi la classifica dei marcatori, chi vince la Champions League e altre competizioni nazionali ed estere. Non solo. È anche possibile “miscelare” i pronostici tra discipline diverse: basket, tennis, volley, atletica, rugby, sci, ciclismo, motociclismo, automobilismo e così via. Tutto lo scibile sportivo è soggetto a potenziali scommesse. Comunque, le statistiche ufficiali degli ultimi anni dichiarano che il Banco restituisce il 75% degli incassi. Molto più semplice ed elementare è il meccanismo del Bingo: un modo sofisticato per “nominare” la vecchia Tombola. A differenza delle ricevitorie, nelle quali il cliente è di passaggio, qui i giocatori si soffermano per ore. Ogni dieci minuti c’è un’estrazione, e nessuno vuole perdere quella fortunata.

Nelle sale si registra una socializzazione diffusa, ma canalizzata sui racconti di vincite epiche conseguite. Molte sono inventate o ingigantite. È risaputo: il giocatore è bugiardo per definizione. Nessuno vuole passare per lo sfigato di turno. Ma il vero balzo in avanti, quello determinante per la manifestazione di patologie e dipendenze psicologiche, è avvenuto con la comparsa delle Slot Machine. La comparsa delle “mangiasoldi” nelle sale scommesse ed in bar, tabaccherie, sale Bingo, centri commerciali, ha generato una schiera di praticanti spropositata. Non volevano crederci nemmeno i titolari delle aziende concessionarie che si stropicciavano gli occhi, ma subito dopo hanno cominciato a fregarsi le mani. E hanno pensato di dare vita a locali appositamente strutturati per ricevere ed ospitare nel migliore dei modi i “nuovi mostri”. Così sono nati i Mini Casinò. Ampie sale elegantemente arredate, musica in sottofondo, luci colorate a diversa intensità, servizio bar, hostess di sala e… Slot Machine. Dappertutto. L’intento era quello di accalappiare i giocatori sparpagliati nelle varie realtà promiscue e radunarli tutti in centri di raccolta più confortevoli. Ci sono riusciti. I vantaggi sono la riservatezza e la discrezione. Il “Giocatore di Slot” sa di essere un “Grande Peccatore”, anche un po’ malato, ed è infastidito dagli sguardi carichi di giudizi negativi dei passanti. All’interno dei Mini Casinò si trova nel suo habitat naturale, si confronta con le stesse patologie degli altri clienti. C’è complicità e comprensione. Come accadeva nelle antiche fumerie d’oppio.

La psicologia del “Giocatore di Slot” è singolare e di difficile definizione. Immaginate una persona – uomo o donna – seduta davanti ad una macchina. Espressione inebetita e sguardo fisso allo schermo. Le uniche azioni che può compiere sono due: inserire monete o banconote e spingere il tasto che fa muovere i rulli. Può andare avanti per ore, così. Una staticità svilente, se vogliamo. Nella sua mente passano immagini e pensieri di vario tipo, spesso in contrasto tra loro. Come prima cosa, pensa che non dovrebbe essere lì. Questo sottile ed insidioso senso di colpa lo accompagna per tutto il tempo. Pensa che il gioco scelto gli porterà fortuna, come quella volta che ha “scaricato” 2.000 euro di vincita. Pensa di cambiare gioco perché oggi i bonus sono scarsi. Pensa che, prima o poi, riuscirà a vincere il Jackpot di sala. Pensa che ha già infilato nella macchina 400 euro e non andrà via finché non li avrà ripresi tutti: il credito segna 40 euro. Pensa che non è il suo giorno fortunato. Pensa che la macchina non paga perché è tutta una fregatura, e lui è un cretino perché continua a giocare. Pensa che è il suo giorno fortunato: il credito è salito a 900 euro e deve insistere perché la macchina sta pagando. Dopo aver consumato tutto il credito che avrebbe potuto incassare, infila nella macchina altri 50 euro pensando di recuperare. Non succede quasi mai. Ma come funzionano le Slot Machine? Bisogna dire che è un mondo in continua evoluzione. Ormai, le macchine sono dotate di un software che concentra tutti i giochi all’interno dello stesso cabinato. Per giocare si possono utilizzare monete o banconote. Le prime ad essere introdotte sul mercato erano a rulli e ogni singola macchina aveva un serbatoio all’interno. Il sistema contabilizzava il volume delle partite effettuate e, raggiunto il 75% – percentuale stabilita dalla legge – iniziava ad erogare le vincite. Quindi, il giocatore era vincolato al ciclo della singola macchina.

Dal 2010 sono state omologate le VideoLottery, le quali, oltre ad esibire una grafica più accattivante e nuovi giochi non solo a rulli, sono collegate in rete tra loro. In sostanza, non è più il software della singola macchina a determinare la percentuale della restituzione, ma è il circuito della sala che registra il volume delle giocate globali e distribuisce pagamenti random, su una o più macchine attive in quel momento. I vantaggi sono: importo vincite superiore (fino a 10.000 euro) e percentuale di remunerazione maggiore, tra l’85% ed il 90%. È vero, per il bilancio dello Stato il settore Giochi e Scommesse rappresenta un’entrata sicura e in costante aumento – 13,5 miliardi nel 2011 – ma non bisogna sottovalutare i danni collaterali che questo comporta. Tutte le varietà e i tipi di Azzardo Legale producono alterazioni, più o meno gravi, al sistema nervoso del praticante. Non servono a niente consigli e avvisi sul “Gioco Responsabile”: quando la “Scimmia” si aggrappa addosso, è difficile scacciarla. Già oggi il numero dei cosiddetti “ludopatici” ha superato il milione di unità e i centri sociali di sostegno psicologico hanno valutato il vizio per il gioco d’azzardo come una vera e propria forma di dipendenza ossessiva. Anche perché, quando i soldi finiscono, il malcapitato si indebita e cade spesso vittima dell’usura.

Non è facile salvare capra e cavoli: le esigenze dell’Erario e la salute mentale dei più deboli. Ma, intanto, potrebbero essere evitati gli spot televisivi nei quali compaiono festanti giovanottoni, accessoriati con avvenenti fanciulle, che brindano per la scommessa vincente. Non è un atto di censura, ma di buon senso. Anche per il fumo e per l’alcol sono state prese delle misure restrittive, riguardo ai messaggi promozionali. E la ludopatia rischia di trasformarsi in una piaga sociale di notevoli proporzioni.
Meditiamo, gente, meditiamo.

Massimo Lolli
Responsabile Trade di un casinò di Roma, scrittore

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