Non si finisce mai di imparare

Giorgio Schiappacasse

Riflettere e “agire” sul tema dell’azzardo deve diventare un “primus movens” per far scattare in ognuno di noi “un’indignazione costruttiva” collettiva per come abbiamo abbandonato il “nostro territorio etico-educativo”.

Dopo che si è diffuso il “contagio”, oggi molti dicono di occuparsi di problemi azzardo-correlati, ma è necessario porre molta attenzione alle trappole di seconda, terza e quarta generazione. Non si finisce mai di imparare.
Sinceramente, siamo proprio stufi di essere presi in giro e sentiamo la necessità di passare ad azioni concrete di “difesa” del nostro ”territorio sociale” che non può essere lasciato come terra di conquista di “bande” organizzate di profittatori e dei loro complici.
È necessario avere una mente libera da slogan ipnotici e usare i nostri neuroni che, magari, non sono vuoti come vogliono farci credere. (Non ci beviamo proprio tutto!)
Ma, soprattutto, è necessario tornare ad “agire” in modo consapevole ed incisivo. (Sono le azioni che cambiano, non i discorsi. Con le parole non si pianta neanche una puntina).
È necessario, fondamentale, recuperare un’“alleanza educativa collettiva”, concreta, che, partendo dal basso, e non avendo altro interesse se non la promozione e protezione attiva della salute delle nostre comunità e dei nostri figli, possa “dar vita” a movimenti in grado di incidere concretamente anche a livello legislativo ed organizzativo.

Torniamo ad essere “protagonisti” nei nostri territori come cittadini e uomini e donne liberi e responsabili.
Usciamo dal vouyerismo televisivo paralizzante!

Guardiamo, in breve, i dati dell’azzardo. Sono sconvolgenti!

ITALIA: Un Paese dove si spendono circa 1.260 euro pro-capite, (neonati compresi) per tentare la fortuna che possa cambiare la vita tra videopoker, slot-machine, gratta e vinci, sale bingo. E dove si stimano 800.000 persone dipendenti da gioco d’azzardo e quasi due milioni di giocatori a rischio. Un fatturato legale stimato in 76,1 miliardi di euro, a cui si devono aggiungere, mantenendoci prudenti, i dieci miliardi di quello illegale. È “la terza impresa” italiana, l’unica con un bilancio sempre in attivo e che non risente della crisi che colpisce il nostro Paese.
76 miliardi (35 sono le slot) è una cifra due volte superiore a quanto le famiglie spendono per la salute e, addirittura, otto volte di più di quanto viene riversato sull’istruzione.

In questo quadro, già di suo gravissimo, si inserisce la “campagna di prevenzione” dei Monopoli di Stato (imbroglio di seconda generazione) che sarà, a ben vedere, piuttosto una campagna di promozione.
È scandaloso come viene “prospettato” il problema del gioco a ragazzi delle scuole superiori, buona parte dei quali minorenni. (Ecco servita la fregatura di seconda generazione. Fanno la prevenzione quelli che hanno interesse a far continuare l’azzardo? Mah!)

Non facciamoci imbrogliare dalla cultura della falsificazione (delle protesi al silicone)!

La pubblicità (la vera droga degli ultimi 30 anni) ha fatto sì che lo sport comunicativo per eccellenza sia, oggi, indicare false direzioni manipolando costantemente e in modo sempre più spudorato la “comunicazione” (ma, ormai, cosi fan tutti). Ci stanno avvelenando e, cosa ancora più grave, stanno intossicando i nostri giovani fin dalla prima infanzia!
Ormai la fa da padrona in tutto, altro che subliminale. I contenuti dei programmi sono spesso solo un contorno (e pure con scarse qualità nutrizionali!), una scusa per i cosiddetti consigli per gli acquisti. È diventata sempre più arrogante ed invadente (non rispettano neanche il Papa!).
Quali “valori” veicola?
È vera informazione oppure è informazione “drogata”?
Chi pone limiti o regole? Quali sanzioni?
I nostri figli vengono su a merendine e pubblicità. Disastro! (Chi si occupa di adolescenti se ne accorge tutti i giorni!)
Questo è vero e grave inquinamento!
Sono riusciti a farci il lavaggio del cervello là dove avevano fallito le più raffinate propagande politiche.
Ci mandano al massacro e, come non bastasse, ci sparano pure nella schiena!

Tutte le direzioni indicano l’esterno, l’apparenza, l’immagine, quasi nulla va verso l’interiorità, l’accettazione di se e dei propri limiti, la valorizzazione delle proprie capacità, la consapevolezza dell’interdipendenza come realtà e necessità primaria dell’uomo. E dell’etica e della spiritualità che dire… (via, siamo progressisti… mica si vendono queste cose, cose da fissati!)

Cosa facciamo? Cosa trasmettiamo alle generazioni future? Che “ambiente sociale” lasciamo loro? Quali debiti stiamo caricando sulle loro spalle?
Il debito educativo e il debito etico-spirituale sono in realtà più pesanti e pericolosi di quello economico.

Abbiamo assistito, in questi ultimi 10 anni, prima con stupore, poi con rabbia ed infine con dolore (per l’indifferenza di quasi tutti) all’emergere di questa nuova forma di “inquinamento” e “avvelenamento” ambientale, l’azzardo, che ha trasformato i nostri quartieri in bische e casinò, vere fabbriche di povertà economica e spirituale! (Dov’erano i nostri politici? E i cosiddetti intellettuali? Ah, già, il gatto e la volpe!)

Lo slogan è stato: “tutto e subito” evitando le fatiche e il dolore (ma anche il gusto vero) della vita, mentre ci “rubano” la prospettiva di un domani, di un futuro!

Cosa direbbero i nostri vecchi? Mica hanno finanziato la ricostruzione con i casinò? E gli educatori nostri “maestri”? Sorpassati. Ma siamo proprio sicuri?

La società nel suo complesso ha in tutta evidenza “disertato” in molti modi dai suoi compiti educativi collettivi (hai presente cosa passa in TV!?).

Dobbiamo, ognuno di noi, al là di schieramenti di parte, sentire il dovere di una moderna “chiamata all’azione” che nasca questa volta da una consapevolezza collettiva della nostra “dignità“ di cittadini attivi e consapevoli per combattere i veri nemici: l’inerzia, l’ipocrisia, la delega, la falsità, l’indifferenza, e recuperare quei “valori” sociali di reciprocità, responsabilità, vicinanza territoriale, solidarietà, promozione e protezione della nostra e altrui salute, in una ottica ecologico-sociale che vede nell’interazione continua e consapevole tra individuo-famiglia e società il fulcro di un agire “politico” responsabile.

Riflettere e “agire” sul tema dell’azzardo deve diventare un “primus movens” per far scattare in ognuno di noi “un’indignazione costruttiva” collettiva per come abbiamo abbandonato il “nostro territorio etico-educativo”.

Ecco il percorso di quelle trappole psicologiche che servono a realizzare e mantenere costante questo lavaggio del cervello (e per paralizzare eventuali istanze di auto-difesa). Così si acchiappano, senza rischi, gli allocchi di turno (cioè noi).

A) Trappole di 1^ generazione, le più banali, ma sempre molto efficaci. Seduzione spinta, parossistica! (Seduzione e ancora seduzione, tutto facile, si vince, si risolvono in un attimo tutti i problemi della vita, il paese dei balocchi è lì ad un passo!) (Su, veloce, non pensare, le occasioni non aspettano) (sono le sirene di vecchia memoria) (Ma i nostri amministratori, tutti addormentati o troppo svegli?)

B) Trappole di 2^ generazione, prima ti frego poi ti colpevolizzo (guarda che io non sono cattivo, anzi, mi preoccupo per la tua salute e investo anche nella prevenzione, ti insegno a “giocare” bene, forse sei tu che non stai attento, gioca responsabilmente, il giusto, con moderazione, se ci sono problemi, caro, sei tu il patologico!)

C) Trappole di 3^ generazione, se cominci a protestare ti squalifico, qualche volta ti intimidisco. (Sei talebano, illiberale, antiprogressista, contro la felicità dei popoli. Peggio, sei proibizionista. Suvvia, un po’ di veleno non fa male a nessuno! e poi, stai attento, potrebbe succederti qualcosa!) Ma dove sta scritto che ogni innovazione è necessariamente positiva? Se è sbagliata, se è un errore, è regressiva, è inquinante e basta. Smettiamola con gli slogan ideologici. Guardiamo ai fatti!

D) Trappole di 4^ generazione, proprio loro cominciano a piangere miseria! Si, proprio loro, che hanno rubato a più non posso, si definiranno poverini, vittime, e ora come fanno, si perdono posti di lavoro, investimenti. Sono vittime e il sistema ora li tradisce, poverini, piangono, piangono, mentre continuano a fregarti!

E) e siccome le trappole non finiscono mai, vuoi sapere quali sono quelle di 5^ generazione? Indovina… si spostano di settore usando lo stesso metodo, lo stesso know-how con una nuova seduzione (alcol, sesso, farmaci, prestiti e illusioni varie). Oppure spostano tutto in un nuovo Paese, inquinando da un’altra parte. Ma si sa, è la modernità! Bravi, complimenti. Tanto, di pianeta ce n’è uno solo!

Vogliamo essere più chiari e meno teorici? Meglio ripetere.
Ecco, in sintesi, le “fregature” più significative:

1) il primo imbroglio è nel nome. Diciamolo forte e chiaro: l’azzardo non è un gioco, mai, è veleno puro che inquina gravemente le falde educative lasciateci dalle generazioni precedenti! Questo è il primo imbroglio e i nostri vecchi lo sapevano bene e l’hanno sempre trattato come un pericolo serio! (Sempliciotti loro o noi?). È peggio delle radiazioni di Fukushima! E chi è sul campo vede, purtroppo, i danni del fall-out radioattivo! Mica si scherza con le radiazioni! È una tragedia! Già si rovinavano prima, figuriamoci ora! (800.000 persone con gravi problemi azzardo-correlati ti sembrano pochi?)

2) la matematica non è un’opinione! La legge delle probabilità neanche! Guarda un po’ i numeri: vogliamo farci del male? Tutto è costruito scientificamente (e senza rischio d’impresa) per farti perdere! Gli altri hanno trovato il petrolio, tu, invece, la tua rovina! Non farti trattare come il ”baluba”* di turno, sveglia! A dare i numeri siamo bravi, a capirli un po’ meno!
*baluba: tribù del Centrafrica non rinomata per la sua furbizia! (ho l’impressione che dovremo rivedere anche la geografia: i baluba ora siano noi! Questa si che è Democrazia!)

3) si ruba ai poveri, ci vuole proprio un bel coraggio a “imbrogliare” proprio le persone in difficoltà. (Cosa gli raccontiamo poi alle loro famiglie? Ai figli?). È proprio dove c’è più povertà che si gioca di più, è una vera trappola con l’esca del guadagno facile. Naturalmente, aumenteranno solo la frustrazione, il disagio, la rabbia e la povertà! Ha senso? Niente di nuovo sotto il sole, neanche la nostra credulità infantile! Siamo sempre più soli con i lupi in agguato, purtroppo. Facciamo gruppo, facciamo squadra, non lasciamoci dividere e reagiamo!

4) si sottraggono soldi all’economia reale (quale valore aggiunto c’è in un gratta e vinci?). Vogliamo distinguere una volta per tutte tra economia reale e quella finta, di carta, di plastica, quella dell’azzardo?! E poi ci parlano di spread, di borsa, di indice nikkei. Sento puzza di bruciato! Voi no? Il lavoro, quello vero, va rispettato!

5) si minano i valori fondanti l’educazione: i valori del lavoro, dell’impegno, dello sviluppo delle proprie capacità, del limite, del merito, della responsabilità collettiva. Ricordiamoci che abbiamo accumulato in questi anni anche un grave “debito educativo”. Come lo recuperiamo? O vogliamo andare a fondo e colare a picco sugli scogli dell’azzardo? Dov’è il “comandante”? Chi traccia la rotta? E tu, dove sei? Dormi? Credi ancora a Babbo Natale? Guarda che tocca anche a te darti da fare.

6) si “inquina” danneggiando gravemente e in modo subdolo il DNA personale, familiare e sociale, è proprio come il nucleare e noi lo sottovalutiamo e, peggio ancora, nessuno ci avverte. Anzi, ci fanno credere il contrario! Ma siamo matti?! Questa è informazione? Già lasciamo fare la prevenzione ai Monopoli di Stato o ai concessionari, volete scommettere sul risultato? È peggio delle radiazioni atomiche! Basta. Abbiamo fermato il nucleare, fermiamo il gioco d’azzardo che è inutile. Ribadiamo che è un grave inquinamento ambientale, può colpire chiunque, tutti siamo a rischio e poi non venitemi a dire che qualcuno ha i neuroni deboli…

7) non mi intendo di codice penale, ma dovrebbe esserci il reato di induzione alla rovina, alla povertà e/o di sfruttamento della stessa. Mi pare esista quello di circonvenzione di incapace, per non parlare, poi, di diffusione di notizie false e fuorvianti. Non basta un ergastolo. Però anche tu ci metti del tuo! Una class action come si deve, no? Dobbiamo pretenderla! Se no, allora, ci vogliono i forconi! È legittima difesa!

8) l’aumento continuo dell’offerta è un grave problema. Per una banale legge psicologica, una cosa falsa detta una volta rimane tale, ma detta mille volte diventa vera! Se poi lo dicono la televisione o i giornali, è Vangelo!
È una specie di induzione ipnotica. Sogni d’oro amico mio (cosa hai capito? d’oro per gli altri!). La seduzione della pubblicità, degli opinion leader di successo è potente! Dov’è l’etica? Soldi, soldi, a tutti i costi soldi. No, così non va! E i principi? i valori? Cose vecchie, arretrate. Bisogna consumare, consumare, a tutti i costi consumare! Forse Mosè avrebbe da dire qualcosa a quelli del vitello d’oro. Ma chi ascolta oggi? Chi ha il coraggio di gridare? Chi fa qualcosa di concreto per recuperare? Già, bisogna essere progressisti! E facciamoci del male!

9) esiste par condicio? Chi tutela i bambini? E le persone già in difficoltà? E noi poveri cristi? Siamo solo polli da spennare. Mi raccomando, facciamoci spennare in silenzio. Potremmo disturbare!

10) e poi, la fregatura più subdola è l’ambiguità, la “perversione” dei concetti di giocare responsabilmente, con moderazione o il giusto; così come quella di giocatore patologico, sono vere “trappole per topi”, “trappole di seconda generazione” (qua ci marciano anche i professionisti!). Sono dei grandi (str…), veri fabbricatori di dubbi, di false sicurezze, di “diversità” (forse genetiche) per perpetuare l’inquinamento, l’avvelenamento e continuare a guadagnarci su mentre tu ti arrovelli su cosa vuol dire e magari ti senti anche in colpa perché non capisci e hai paura di essere anche tu, forse, un po’ diverso, un po’ patologico! Attenzione, attenzione, attenzione! (Mica siamo andati a dire a chi ha avuto un tumore a causa dell’amianto che aveva i polmoni deboli, forse un po’ patologici! E allora? Abbiamo fatto togliere l’amianto e fatto pagare i danni. È così che si fa!

11) sapete quali saranno le trappole di terza generazione? La squalifica, qualche volta la vera propria intimidazione di chi protesta. In questa fase, lo sport preferito è definire chi dice che sarebbe bene tornare indietro come talebano, retrogrado, antiprogressista, antiliberale e peggio, proibizionista (uh, anatema!), contrario alla felicità! Balle, balle e ancora balle! Vogliamo dire basta!

Per le trappole di terza, quarta e quinta generazione vedi sopra, arriveranno fra un po’.

E noi da che parte stiamo?

Cosa facciamo?

Non possiamo stare solo a guardare, a criticare con dissertazioni intelligenti, ma sterili. Non si può disertare, bisogna scegliere, prendere posizione, rischiare e “sporcarsi le mani”, fare cose concrete, associarsi!

I nostri vecchi che hanno fatto la guerra, che hanno fatto rivoluzioni vere, che hanno lottato, sofferto per costruire e darci un mondo migliore, credo ci stiano guardando con un po’ di amarezza vedendo che non sappiamo difendere quanto ci è stato donato e affidato.

Voglio terminare con due note positive e costruttive perché la vita, nonostante tutto, è più forte!

1) una strada positiva ed istruttiva la tracciano a tutti noi le Associazioni di autotutela e promozione della salute.
Proprio le persone in difficoltà hanno capito che è necessario associarsi, riprendere in mano e praticare la partecipazione, la reciprocità ed impegnarsi nella “vicinanza territoriale” (l’auto-aiuto è il vero farmaco del futuro e non lo compri in farmacia, ma lo pratichi concretamente nella vita quotidiana).

Sul territorio si sono formate, in modo silenzoso, da anni e in tutto il mondo, le cosiddette realtà di auto mutuo aiuto (gratuite – autofinanziate) per affrontare problemi complessi come quelli delle dipendenze da sostanze (Alcolisti Anonimi, Al-anon, Narcotici Anonimi, Familiari Anonimi, Giocatori Anonimi, Club Alcolisti in Trattamento, GenitoriInsieme) e non solo.
Queste sono realtà fondamentali per lo sviluppo di un moderno sistema salute sostenibile e territorializzato, ma anche per il recupero di una consapevolezza collettiva dell’importanza della partecipazione attiva e responsabile ai propri percorsi di recupero.
In questi gruppi esperienziali, la risorsa sono proprio le persone stesse che, a partire dalle loro difficoltà, si assumono “responsabilità” gli uni verso gli altri senza delegare a nessuno.
Sono gruppi di “ascolto” e l’ascolto fa miracoli se praticato con costanza, continuità ed attenzione.
Ricordo che queste medicine non si comprano in farmacia!

2) altra nota positiva è che i professionisti, gradualmente, si stanno accorgendo di tali realtà. Alcuni, poi, collaborano a pieno con loro e concorrono a promuoverne lo sviluppo. Questo sta facendo avanzare un nuovo modo di lavorare che fa della co-terapia con queste Associazioni un elemento fondante di tutto il piano di recupero che coinvolge in modo attivo e contemporaneo l’individuo, la sua famiglia e la comunità locale nel suo complesso. (Abbiamo un vero “intervento” sociale trivalente!)

3) sentiamo tutti in modo sempre più pressante la necessità di tutelare il nostro ambiente per noi e per i nostri figli.

La SIA Ligure (e l’associazione Ianua) collaborerà con i Centri Antiusura e con tutti quelli che intendono raccogliere firme o portare avanti iniziative concrete in questa direzione!

Fermiamo l’azzardo in tutte le sue forme!
Diamoci da fare tutti insieme in modo “attento e consapevole”!

Allegato: dalla lettera del Santo Padre Benedetto XVI del 2008 alla diocesi di Roma sul compito urgente dell’educazione.
“(…) Educare non è mai stato facile, e oggi sembra diventare sempre più difficile. Lo sanno bene i genitori, gli insegnanti, i sacerdoti e tutti coloro che hanno dirette responsabilità educative. Si parla perciò di una grande “emergenza educativa”, confermata dagli insuccessi a cui troppo spesso vanno incontro i nostri sforzi per formare persone solide, capaci di collaborare con gli altri e di dare un senso alla propria vita.
Viene spontaneo, allora, incolpare le nuove generazioni, come se i bambini che nascono oggi fossero diversi da quelli che nascevano nel passato. Si parla inoltre di una “frattura fra le generazioni”, che certamente esiste e pesa, ma che è l’effetto, piuttosto che la causa, della mancata trasmissione di certezze e di valori (…). In realtà, sono in questione non soltanto le responsabilità personali degli adulti o dei giovani, che pur esistono e non devono essere nascoste, ma anche un’atmosfera diffusa, una mentalità e una forma di cultura che portano a dubitare del valore della persona umana, del significato stesso della verità e del bene, in ultima analisi della bontà della vita. Diventa difficile, allora, trasmettere da una generazione all’altra qualcosa di valido e di certo, regole di comportamento, obiettivi credibili intorno ai quali costruire la propria vita (…).
A differenza di quanto avviene in campo tecnico o economico, dove i progressi di oggi possono sommarsi a quelli del passato, nell’ambito della formazione e della crescita morale delle persone non esiste una simile possibilità di accumulazione, perché la libertà dell’uomo è sempre nuova e quindi ciascuna persona e ciascuna generazione deve prendere di nuovo, e in proprio, le sue decisioni. Anche i più grandi valori del passato non possono semplicemente essere ereditati, vanno fatti nostri e rinnovati attraverso una, spesso sofferta, scelta personale.
…Quando però sono scosse le fondamenta e vengono a mancare le certezze essenziali, il bisogno di quei valori torna a farsi sentire in modo impellente: così, in concreto, aumenta oggi la domanda di un’educazione che sia davvero tale.
La chiedono i genitori, preoccupati e spesso angosciati per il futuro dei propri figli;
la chiedono tanti insegnanti, che vivono la triste esperienza del degrado delle loro scuole;
la chiede la società nel suo complesso, che vede messe in dubbio le basi stesse della convivenza;
la chiedono nel loro intimo gli stessi ragazzi e giovani, che non vogliono essere lasciati soli di fronte alle sfide della vita (…)”

Intervento al convegno “Gioco d’Azzardo e Usura: conseguenze su famiglia e società”
Genova 24 Febbraio 2012

Giorgio Schiappacasse
U.O. Ser.T. Ponente
Resp. Rete Alcologica Metropolitana

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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