La lotta contro la malattia mentale

Glenn Close

Mia sorella e mio nipote oggi riescono a condurre una vita quasi normale. Il merito va alla psicoterapia e ai farmaci, che sono molto migliorati negli ultimi anni. Loro due sono i miei eroi.

MILANO – «Cari lettori, vi racconto un problema che mi sta molto a cuore, da anni, perché è una tara della mia famiglia: la malattia mentale. Mia sorella Jessie, che ha otto anni meno di me, soffre di disturbo bipolare, e a suo figlio Calen, mio nipote, all’età di 15 anni è stato diagnosticato un disturbo schizo-affettivo, una malattia a metà strada fra schizofrenia e sindrome bipolare. Calen è stato in ospedale per quasi due anni e ha avuto la fortuna di ricevere la diagnosi giusta relativamente presto. La sofferenza di mia sorella, invece, non è mai stata compresa correttamente dai medici fino ai suoi 47 anni. Che rabbia. Io, i miei, pensavamo che fosse una ragazzina selvaggia, ma la realtà è che in famiglia eravamo sprovvisti del vocabolario per parlare della malattia mentale. Non sapevamo. O non volevamo sapere. Chissà quante altre famiglie vivono le stesse cose.

HO STUDIATO A FONDO
Mi sono messa a studiare a fondo l’argomento, non soltanto per aiutare mia sorella e suo figlio, ma con la speranza di aiutare a portare della luce su un campo cotanto vasto eppure così poco conosciuto e soprattutto, tristemente, considerato un tabù. Per fare un esempio, l’Organizzazione mondiale della Sanità ha stimato che nel 2020 la depressione sarà la seconda malattia di disabilità al mondo dopo le malattie cardiovascolari. Ecco, l’organizzazione no profit che ho fondato, BringChange2mind (tradotto, Porta il cambiamento alla mente), ha proprio la missione di far capire come quella che viene definita follia debba diventare parte delle nostre riflessioni, perché fa parte della condizione umana. Dobbiamo parlare della malattia mentale, che sia depressione o schizofrenia, o ancora disturbo bipolare, come se stessimo parlando del diabete o del cancro. Nello sforzo di aiutare la ricerca in questo campo, ho donato agli scienziati della compagnia Illumina un campione delle mie cellule perché facessero una mappa del mio Dna. Sono studi difficili, il bipolarismo è una malattia complessa, in cui ciascun gene può avere un effetto minimo, ma devastante insieme con altri.

ORA MIA SORELLA E MIO NIPOTE STANNO MEGLIO
Mia sorella e mio nipote oggi riescono a condurre una vita quasi normale. Il merito va alla psicoterapia e ai farmaci, che sono molto migliorati negli ultimi anni. Loro due sono i miei eroi. Purtroppo, tanti pazienti con psicopatologie sono sfortunati. Non bastano le medicine. Serve prima un bravo dottore che sappia leggere ogni segno di disturbo. Mio nipote, nonostante il suo disturbo, vive la sua vita pienamente e realizza la sua creatività. Calen dipinge: la sua passione per l’arte e il suo talento sono il focus che gli consente di non scindersi e rimanere se stesso».
Glenn Close (confessione raccolta da Silvia Bizio)

Per gentile concessione della rivista ‘OK La Salute prima di tutto’ (nov. 2011) – Gruppo RCS

Glenn Close
Attrice pluripremiata con Golden Globes, Grammy Awards e più volte candidata al Premio Oscar

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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