Il piano di indirizzo per la riabilitazione

Ferruccio Fazio

Personalizzazione delle cure e collegamento col territorio diventano elementi indispensabili nel percorso riabilitativo. Il paziente, una volta uscito dalla fase di massima intensità della malattia, non verrà buttato sul territorio a fare una qualsiasi riabilitazione, ma ci sarà un collegamento tra reparto di acuto e quello riabilitativo.

Sono più di due milioni e mezzo gli Italiani con disabilità, precisamente 2.609.000. I residenti in presidi socio-sanitari sono oltre 200.000: una popolazione in crescita, con bisogni assistenziali precisi. Per migliorare le loro condizioni di vita, e fornire le risposte che ancora mancano, è stato finalmente messo a punto, dal Ministero della Salute, un nuovo piano di indirizzo sulla riabilitazione. Risultato di tale Piano di indirizzo per la riabilitazione sono delle Linee guida che vanno ad aggiornare il sistema riabilitativo, fermo al 1998. Questi i punti imprescindibili del Piano: continuità assistenziale, percorso personalizzato. Ma anche razionalizzazione, che creerà un risparmio da un punto di vista dei costi ed un miglioramento della qualità assistenziale. Abbiamo messo al centro la disabilità rispetto al danno d’organo che l’ha determinata. Questo è un aspetto importante che si riflette sulla necessità della continuità assistenziale. Si tratta di un piano innovativo, condiviso dalla comunità scientifica e dalle Regioni, nato dalla necessità di revisione, dal punto di vista delle cure mediche, dei percorsi ospedale-territorio. Un cambiamento del sistema ora più che mai necessario per l’evoluzione demografica ed il complessivo aumento dell’età della popolazione.

Il Piano di indirizzo tiene conto di questi fattori. Personalizzazione delle cure e collegamento col territorio diventano elementi indispensabili nel percorso riabilitativo. Il paziente, una volta uscito dalla fase di massima intensità della malattia, non verrà buttato sul territorio a sottoporsi ad una riabilitazione qualsiasi, ma ci sarà un collegamento tra il reparto di acuto e quello riabilitativo. Un malato di cuore deve essere ricoverato in cardiologia, ma deve beneficiare poi di una riabilitazione pronta, che lo accolga tenendo conto delle sue particolari esigenze. Così il malato oncologico e quello neurologico. Questa è la personalizzazione del percorso riabilitativo strettamente legata ad una riabilitazione ad alta specializzazione. Abbiamo inoltre introdotto il riconoscimento della figura del caregiver, il familiare o la persona che assiste il paziente. Il caregiver diventa, nella nuova ottica, la figura perno del percorso riabilitativo individuale, portato avanti da un team multidisciplinare, nell’ambito del quale sarà proprio il caregiver stesso a garantire la continuità assistenziale ospedale-territorio.

Il Piano di indirizzo prevede la creazione di Dipartimenti ad hoc per la riabilitazione. Essi sono garanti di una forte integrazione organizzativa con i presidi privati accreditati, eventualmente presenti sul territorio, secondo i principi di efficienza ed appropriatezza. Ogni Regione stabilirà la tipologia organizzativa o gestionale del Dipartimento per garantire la continuità tra ospedale e territorio. Migliorare il sistema riabilitativo creerà un risparmio da un punto di vista dei costi ed un miglioramento della qualità assistenziale. Si tolgono spese inutili, ripetizioni di esami e di procedure e quindi si genera, da un lato, un risparmio e, dall’altro, un miglior percorso assistenziale.

Ferruccio Fazio
Ministro della Salute,
Professore Ordinario, Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Milano-Bicocca

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