Delusi, ma non sorpresi

Luciana Pedoto

L’Italia è ancora carente rispetto all’impegno di corrispondere la quota annuale al Fondo globale per la lotta all’Aids.

Anche nel 2010 gli impegni dell’Italia per la lotta all’HIV sono rimasti solo impegni: vergati sulla carta o dichiarati davanti alle telecamere, non si sono tramutati in fatti. Quegli impegni sono insomma ancora intrappolati nell’inchiostro e nei microfoni che li avevano raccontati al mondo, contribuendo, tra l’altro, ad alimentare speranze. Speranze che, purtroppo, dal nostro Paese sono state disattese: l’Italia non ha versato né i fondi del 2009, né quelli dell’anno in corso, né il surplus promesso al vertice del G8 all’Aquila dallo stesso Berlusconi. Detta in banconote, mancano 290 milioni di euro.

Ma il resto del mondo non sta a guardare e, dalle maggiori organizzazioni di lotta all’Hiv-Aids, è arrivata una tirata d’orecchie al Governo italiano. Una tirata d’orecchie sotto forma di lettera aperta, scritta per sottolineare l’assenza ed il silenzio tricolore. Davvero una pessima figura per il nostro Paese, che è stato tra i fondatori del Fondo Globale e di esso grande finanziatore. Dal canto loro, l’Osservatorio Italiano sull’azione globale contro l’Aids e Medici Senza Frontiere hanno espresso preoccupazione e chiesto un rafforzamento degli impegni. Si tratta di un contributo di 596 milioni di euro per il triennio 2011-2013. Perché combattere l’Aids resta un dovere di tutti. Ma l’Italia sembra sorda ai richiami internazionali. E le cose non vanno poi meglio a livello nazionale. Ad esempio, vorrei sapere, e lo chiedo al Ministro Fazio, che fine ha fatto lo spot dedicato ai giovani, firmato dal grande Ozpetek, che lo scorso anno il Ministero della Salute aveva sponsorizzato e lanciato come la rivincita delle campagne sociali e che, purtroppo, credo in pochi abbiano visto.

Potrebbe il Ministro chiarire quali, quanti, a che ora, su quali reti sono stati i passaggi dello spot dedicato alla prevenzione dell’HIV? Se non riusciamo ad evitare le pessime figure a livello mondiale, cerchiamo almeno di non disertare l’impegno assunto verso le nostre giovani generazioni. “Possiamo vincere questa battaglia contro l’Aids se disporremo delle risorse necessarie – ha spiegato Michel Kazatchkine, direttore esecutivo del Fondo globale – Da qui ai prossimi 5 anni una generazione senza l’Hiv è realmente possibile se i governi continueranno a finanziare la lotta contro l’Hiv e l’Aids”. Per l’Italia, anche se in ritardo, è giunto il momento dei fatti.

Luciana Pedoto
Deputato, XII commissione (affari sociali)

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