Bisogna ripristinare un clima di fiducia

Mario Draghi

Dopo il calo del PIL nel secondo trimestre i più recenti indicatori confermano segnali negativi per i prossimi trimestri. Calano i consumi delle famiglie, sotto il peso dell’erosione del reddito disponibile a causa dell’inflazione e dell’aumento del servizio del debito. Le inchieste congiunturali rilevano pessimismo tra imprese e famiglie.

Le prospettive di crescita dell’economia mondiale a breve termine si sono fortemente deteriorate. Vengono riviste al ribasso le previsioni dei principali organismi internazionali e degli analisti privati. Negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Giappone, l’indebolimento della congiuntura è netto; nell’area euro, il rallentamento della prima metà dell’anno si è accentuato. Secondo il FMI, la crescita mondiale nel 2009 sarà dovuta interamente ai paesi emergenti, che tuttavia risentiranno anch’essi della crisi. L’Italia non fa eccezione a questo quadro generale. Gli effetti della crisi si sommano a debolezze strutturali preesistenti. Dopo il calo del PIL nel secondo trimestre i più recenti indicatori confermano segnali negativi per i prossimi trimestri. Calano i consumi delle famiglie, sotto il peso dell’erosione del reddito disponibile a causa dell’inflazione e dell’aumento del servizio del debito.

Le inchieste congiunturali rilevano pessimismo tra imprese e famiglie. Sebbene le banche stiano segnalando – secondo le indagini qualitative dell’Eurosistema – una progressiva restrizione nelle condizioni di offerta del credito fin dalla seconda metà del 2007, fino ad oggi il credito erogato dal sistema bancario italiano alle imprese e alle famiglie, pur decelerando, ha di fatto continuato a crescere a ritmi piuttosto sostenuti. La situazione, tuttavia, può cambiare in fretta. Il protrarsi delle tensioni di liquidità e l’aumento del costo della raccolta rischiano di costringere le banche a un rapido deleveraging, che potrebbe comportare una contrazione del credito. La possibilità che l’inasprimento delle condizioni creditizie per famiglie e imprese e il deterioramento del ciclo economico si rafforzino a vicenda in una spirale negativa rimane il rischio principale per l’economia mondiale. Si deve agire su due fronti. Nel breve termine, è urgente ripristinare il clima di fiducia di cittadini e mercati.

Le misure di emergenza adottate per proteggere i depositanti, normalizzare le condizioni di liquidità sui mercati e ricapitalizzare, all’occorrenza, il sistema bancario pongono le basi per un’azione efficace; l’attenzione non deve allentarsi. In prospettiva, occorrono, a livello internazionale, nuove regole per porre su basi più solide l’industria dei servizi finanziari. La risposta strutturale è stata avviata, per incarico del G7, dal Financial Stability Forum (FSF). Il nuovo sistema finanziario dovrà avere più capitale, meno debito e più regole. Il piano prevede azioni concrete per rinforzare le condizioni patrimoniali, la gestione della liquidità e dei rischi, migliorare la trasparenza e le pratiche di valutazione, cambiare il ruolo delle agenzie di rating, potenziare le risposte delle autorità per il contrasto alle situazioni di instabilità finanziaria. Progressi significativi nell’attuazione di queste riforme sono già in atto. Essi includono la proposizione, da parte delle autorità di vigilanza, di nuovi requisiti patrimoniali per le esposizioni creditizie nei portafogli di negoziazione delle banche e delle società di intermediazione mobiliare, nuove linee guida del Comitato di Basilea sulla gestione del rischio di liquidità, importanti modifiche ai requisiti rivolti alle agenzie di rating per migliorare la qualità dei rating. Le maggiori banche hanno già applicato le raccomandazioni del FSF mirate ad assicurare informazioni più esaurienti sulle proprie esposizioni al rischio e sui processi di valutazione dei titoli più problematici.

In prospettiva, va messo in cantiere un nuovo accordo internazionale sulla normativa prudenziale, che riveda, dove necessario anche profondamente, i meccanismi del Secondo accordo di Basilea. La crisi ci insegna che è essenziale rafforzare la normativa prudenziale per le banche, irrobustendo i presidi patrimoniali, la gestione dei rischi e allargando il perimetro delle attività e istituzioni sottoposte a sorveglianza. Vanno inoltre introdotti correttivi sostanziali per attenuare la tendenza alla prociclicità del sistema finanziario, che è fonte di instabilità finanziaria. L’esperienza della crisi ha confermato che i prodotti derivati, in generale gli strumenti innovativi per il trasferimento del rischio, sono armi a doppio taglio. Se usati in modo accorto e prudente permettono agli operatori di coprire e diversificare il rischio e possono contribuire a ridurre la fragilità del sistema; se adoperati senza adeguata considerazione dei rischi consentono una moltiplicazione senza controllo della leva finanziaria. Al tempo stesso la proliferazione di strumenti complessi ha reso la distribuzione del rischio più opaca per il mercato, per i regolatori, per gli stessi operatori. Facilità di trasferire il rischio, alta leva e scarsa trasparenza hanno prodotto il risultato paradossale che la concentrazione del rischio nel sistema finanziario mondiale si è accresciuta, anziché ridursi.

È urgente intervenire. La trasparenza richiede una drastica semplificazione e standardizzazione dei contratti; strumenti non standard sono, per natura, difficili da valutare. Deve essere contenuto con appropriate regole il grado di leva finanziaria. Per assicurare corretti incentivi, almeno nel caso dei derivati di credito, una parte del rischio deve restare, in modo esplicito, a carico dell’originator. Infine, quando gli strumenti vengono offerti al pubblico, deve essere rafforzata la protezione del contraente debole. È maturo, infine, un ripensamento profondo dell’apparato istituzionale a livello internazionale. Il sistema finanziario è globale. L’integrazione dei mercati internazionali va preservata perché è stata e sarà un fattore fondamentale di sviluppo. È necessario adeguare le istituzioni al nuovo contesto affinché l’arena finanziaria internazionale non sia “terra di nessuno” e vi sia la possibilità di intervenire con tempestività e in modo coordinato all’emergere di situazioni di crisi. Il mercato finanziario italiano, le banche italiane sono parte del sistema finanziario mondiale; ma di esso hanno condiviso solo in minima parte errori e distorsioni. Da noi non c’è un sistema bancario ombra. La Banca d’Italia ha interpretato in modo fermo il proprio mandato, operando perché gli errori commessi in altri sistemi non si verificassero in Italia.

21 ottobre, Senato della Repubblica,
Sesta Commissione

Mario Draghi
Governatore della Banca d’Italia

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

Tags:

Rispondi