La morte non ti fa bella

L’adolescenza è un periodo della vita caratterizzato da grandi mutamenti sia nel fisico che nella psiche; costanti sono le preoccupazioni e gli ideali. Inizia il periodo dell’ emancipazione ma anche dei conflitti con se stessi e con gli altri. Il baricentro del sostegno e della sicurezza si sposta fuori dalla famiglia per aggrapparsi ad un nuovo riferimento che può essere un gruppo, un sistema, un’immagine. E proprio l’insicurezza provocata dall’ immagine del proprio corpo in mutazione spinge i ragazzi alla ricerca dell’irraggiungibile perfezione imposta dai mezzi d’informazione. Il cibo perde la funzione di nutrimento e diventa oggetto di rifiuto o di espressione, di conflitti e tensioni. I disturbi della condotta alimentare assumono un rilievo clinico e sociale ed appetito, volontà, disponibilità di cibo, abitudini familiari, culturali e generazionali diventano oggetto di analisi nel tentativo di affrontare quello che spesso diventa un disturbo psicologico ed alcune volte malattia psichiatrica. In questi casi la distorsione dell’immagine corporea è una costante e numerose teorie tentano di darne spiegazione. Si ipotizza una predisposizione genetica con alterazioni nella corteccia cerebrale e nelle molecole di trasmissione dei segnali. Un abuso sessuale subito nell’infanzia per alcuni sembra essere quasi una costante. Poi si discute sul superamento o meno dei complessi arcaici o delle dinamiche madre-figlia o fra genitori. Altri paragonano il problema ai disturbi da dipendenza, come alcolismo e droga. Molto certo è correlato ad una tipologia caratteriale caratterizzata da un mix di perfezione, altruismo ed egocentrismo ma difficilmente si riesce a spiegare la drammatica evoluzione verso il rifiuto completo del proprio corpo fino alla negazione ed alla perdita della vita. Forse però le caratteristiche della nostra attuale società rappresentate dal consumismo, dalla ricerca esclusiva del piacere, dalla perdita delle regole e degli ideali hanno complicato le relazioni personali. Il rifiuto o l’impossibilità di aderire a questo modello sociale necessita di accorgimenti e soluzioni ed una modifica della propria immagine corporea può permettere un’affermazione individuale senza cadere sotto il controllo dell’altro.. sotto la prevaricazione di un uomo. Scriveva già Santa Caterina nel suo Dialogo della Provvidenza:”Cancellare ogni sensazione umana di dolore, fatica, desideri sessuali e fame significa essere padrona di se stessa”. Perdere la propria forma quindi permette di non essere oggetto di un desiderio o non essere comunque oggetto, permette di non aderire agli attuali schemi e permette maggior libertà d’azione.E forse per evitare che altre ragazze come la modella Ana Carolina Reston annientino il proprio corpo è necessario fare in modo che gli adolescenti possano trovare la sicurezza necessaria a mantenere e sviluppare la stima di se stessi.

di Massimiliano Fanni Canelles

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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