Il libro tra tradizione e innovazione

I maggiori cambiamenti sono avvenuti nei comportamenti dei lettori, nei processi di ricerca e acquisizione delle informazioni, nella scelta dei luoghi di acquisto, nelle modalità di scambio e condivisione sociale delle preferenze e nelle modalità di fruizione dei contenuti

Alessandro Campi

Negli ultimi cinque-sei anni, da quando ha iniziato a svilupparsi anche in Italia il mercato degli e-Book, si è parlato molto di libri del futuro, prefigurando che i libri digitali e la grande penetrazione dei dispositivi mobili avrebbero determinato cambiamenti significativi, se non vere e proprie innovazioni, anche nella forma-libro.

Non c’è dubbio che il modo di fare i libri, indipendentemente dalla loro modalità di fruizione, cartacea o digitale, sia stato e sia tuttora influenzato dai fenomeni di ibridazione e contaminazione con gli altri media: i contenuti dei libri per bambini sono progettati tenendo conto anche della loro crescente esposizione ai media digitali, la letteratura di “genere” è stata influenzata dai ritmi, dallo stile e dai linguaggi del cinema e delle serie televisive, i libri di manualistica pratica e professionale propongono contenuti che devono necessariamente differenziarsi rispetto all’offerta gratuita o a pagamento reperibile sul web e così via.
Occorre, tuttavia, osservare che i maggiori cambiamenti sono avvenuti, più che nella forma-libro, in tutto ciò che ruota attorno al libro e, in particolare, nei comportamenti dei lettori, cioè nei processi di ricerca e acquisizione delle informazioni, nella scelta dei luoghi di acquisto, nelle modalità di scambio e condivisione sociale delle preferenze e nelle modalità di fruizione dei contenuti stessi. Si può, quindi quindi, affermare che la tecnologia, più che cambiare il libro, ha cambiato – finora – le abitudini e i comportamenti dei lettori e che le scelte editoriali, più che influenzate dalle potenzialità tecnologiche, sono guidate proprio dall’evoluzione di tali comportamenti.


Prima di analizzare le evoluzioni di questi ultimi tempi nelle modalità di “consumo” dei contenuti editoriali, ancora due parole sul perché non vi sia stata, pur nell’era del digitale, un’evoluzione significativa della forma-libro. Nel processo di evoluzione del sapere, le caratteristiche peculiari del libro (strutturazione, organicità, autorevolezza e validazione dei contenuti associate ad una sostanziale linearità di fruizione) hanno avuto un ruolo centrale. I libri per la scuola ne sono ancora l’esempio più lampante, visto che le attuali versioni digitali del libro scolastico non ne hanno modificato la struttura complessiva e hanno soltanto consentito di ampliare, arricchire e personalizzare i contenuti.

Né il libro cartaceo scolastico, né la sua versione digitale hanno perso la forma-libro abituale, non sono stati sostituiti da un insieme di micro-contenuti da ricomporre sulla base delle preferenze del fruitore, malgrado il digitale consenta facilmente di spacchettare e ricomporre on-demand i contenuti atomici. Di più, non solo la digitalizzazione non ne ha scardinato la struttura, ma non ha neanche modificato in modo significativo le abitudini di lettura, visto che l’apprendimento su carta si fa ancora preferire, pedagogicamente parlando, rispetto a quello tecnologicamente mediato.


Diverso lo scenario per i libri di intrattenimento che caratterizzano il mercato “trade”, quelli che, trovandosi immersi in un universo, mediatico e non (web, storie televisive, cinema, eventi live, social network, piattaforme di social reading, merchandising…), sono in competizione tra loro e con gli altri media per conquistare quote sempre maggiori del tempo libero delle persone. In quest’ambito, i cambiamenti potrebbero riguardare – in prospettiva – anche la forma-libro.

Finora, però, hanno interessato soprattutto le modalità di acquisto (lo testimonia la crescita continua dell’e-commerce), l’utilizzo delle tecnologie per migliorare i processi di profilatura e fidelizzazione del lettore (CRM, marketing automation, business intelligence) e la diversificazione delle modalità di consumo dei contenuti.


In Italia, il mercato e-Book vale adesso più del 5% dell’intero mercato trade ed è caratterizzato da tre modalità di accesso e di fruizione del contenuto: l’acquisto della licenza d’uso del contenuto (e non del libro come nel caso del prodotto fisico), l’adesione a programmi di sottoscrizione i quali, tramite abbonamenti mensili, consentono di fruire dei contenuti secondo la logica “all you can read” e l’utilizzo dei servizi di prestito digitale, organizzati dai negozi on-line oppure dal sistema bibliotecario secondo la logica “one copy-one user” (prestito di un e-Book ad un solo utente per copia fino alla scadenza del prestito e con relativa gestione delle code di prenotazione) oppure “pay per view”, grazie alla quale, tramite il libero accesso ad un catalogo di e-Book disponibili, vengono superati il vincolo del numero di utenti per copia ed il problema di gestire la coda di prenotazioni.

Acquisti, abbonamenti a grandi librerie digitali, servizi di prestito: dal lato del lettore tre modalità di accesso al contenuto, dal punto di vista dell’editore anche tre “osservatori” sul comportamento di consumo dei contenuti da cui potrebbero scaturire nuove scelte editoriali.

Gli e-Book affiancano il libro cartaceo e non lo sostituiscono, come inizialmente si era portati a credere. Vista la predominanza delle vendite nei settori della narrativa (fiction e non) e della saggistica, si sta ancora parlando di “semplici” trasposizioni digitali del libro cartaceo, senza riduzioni iconografiche, né arricchimenti interattivi e/o multimediali possibili e, in una certa misura, auspicabili su altri generi (ragazzi, manualistica, turismo, arte, enogastronomia…).


Negli ultimi mesi ha iniziato a muovere i primi passi anche in Italia il mercato degli audio-libri digitali, fruibili su dispositivi mobili (tablet, smartphone) tramite apposite applicazioni. L’audio-libro digitale è un prodotto molto “contemporaneo” ed il suo può diventare un mercato promettente anche da noi. In Germania ha raggiunto lo stesso valore del mercato e-Book, nel Regno Unito è cresciuto di circa il 170% negli ultimi cinque anni e negli Stati Uniti è in continua crescita, in controtendenza rispetto all’andamento degli e-Book, tanto da portare la rivista TIME a domandarsi “Is the audio-book the new e-Book?”

L’audiolibro digitale potrebbe intercettare, molto più di un libro cartaceo e di un e-Book, i lettori occasionali e i non lettori in quanto richiede un minore impegno cognitivo rispetto al libro da leggere e consente di utilizzare, nell’ambito della giornata, spazi e tempi complementari rispetto alla lettura: in auto, per strada, mentre si fa jogging, in palestra, mentre si preparano i cibi.

Come per l’e-Book, anche l’audio-libro digitale è fruibile in una doppia modalità: acquisto “à la carte” e abbonamento ad ampie offerte di titoli. Sia l’e-Book, sia l’audio-libro digitale rappresentano, quindi, opzioni di consumo aggiuntive dello stesso contenuto editoriale presente su carta, anche se l’audio-libro può facilmente aggiungere alla narrazione del testo altri elementi multimediali (effetti speciali, sottofondi musicali, pluralità di voci) e l’e-Book può evolvere in un e-Book “enhanced”, attorno al quale però – per motivi tecnologici, psicologici e commerciali – non si sono ancora sviluppate una domanda ed un’offerta significative.
Quali ulteriori cambiamenti potremo aspettarci per il libro? Poiché “non si è mai letto tanto come ora, ma sicuramente si leggono molti meno libri”, è naturale che il libro “trade”, seguendo i cambiamenti degli stili di vita e di consumo, debba fare i conti – almeno nelle sue versioni digitali – con la tendenza alla granularità ed allo spacchettamento dei contenuti editoriali. Gli e-Book di alcuni generi potrebbero essere, pertanto, concepiti come un insieme di contenuti fruibili in modo frammentato oppure nascere direttamente come un “insieme di pagine web autoriali”. Sullo sfondo, ovviamente, resta il tema della trasformazione della forma-libro sulla base degli sviluppi tecnologici e delle evoluzioni dei dispositivi di fruizione dei contenuti.
Su questo terreno la cautela è d’obbligo, visto che il libro, come lo conosciamo oggi, ha avuto – e dimostra tuttora – una forza intrinseca non facilmente sostituibile. Semmai, più che pensare a come innovare tecnologicamente la
forma-libro, sarebbe quanto mai opportuno rimettere al centro del dibattito la matrice culturale del libro e il suo essere, in tutte le sue forme, strumento indispensabile del processo di sviluppo del sapere.

Alessandro Campi, Direttore divisione digitale Giunti Editore S.p.A.

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