Droga e adolescenti: aspetti sociali

A metà degli anni ’60 Margaret Ensminger e Sheppard Kellam della John Hopkins University individuarono un campione di circa 1200 alunni che frequentavano la prime classi elementari di Woodlawn, un sobborgo povero a Sud di Chicago e, da allora, i ragazzi e le loro famiglie sono stati intervistati, visitati e valutati regolarmente per 30 anni.  I risultati finali di prossima pubblicazione dimostrano come dalla prima elementare o anche prima i bambini mostrino dei tratti temperamentali e dei comportamenti che sono potenti indicatori della loro inclinazione all’uso ed abuso di droghe nell’adolescenza e nell’età adulta. Recenti elaborazioni dei dati hanno consentito non solo di individuare significativi fattori di rischio ma anche comportamenti che proteggono dall’uso di sostanze sin dalla prima adolescenza.

 Sono stati individuati quattro fattori endogeni come l’introversione-timidezza, l’aggressività- irritabilità, la tendenza alla ribellione e l’appartenenza al sesso maschile ed alcuni fattori esterni all’adolescente, come l’uso di sostanze nel gruppo di appartenenza, nei propri genitori e l’aver avuto dei problemi con la legge.  I fattori protettivi sono principalmente: avere dei buoni risultati scolastici, essere impegnati in attività dopo-scuola ed avere dei solidi legami affettivi familiari. I fattori protettivi sono: la tendenza ad avere delle mete da raggiungere, l’impegno sociale o religioso, le solide relazioni familiari e la aspirazione a diventare qualcuno od avere dei modelli di riferimento. Ciò significa ottenere buoni risultati scolastici, avere dei buoni rapporti con i propri fratelli e sorelle, occupare la giornata in attività dopo-scuola (sport, chiesa e gruppi di riferimento dove non si usino droghe).

Due importanti comportamenti nella prima infanzia vennero correlati con l’uso di sostanze in una fase successiva della vita. La timidezza -descritta dagli insegnanti come la tendenza dell’alunno a stare da solo, avere pochi amici, essere silenzioso durante le lezioni- e l’aggressività -descritta come la tendenza ad essere coinvolti in risse e non rispettare le regole. Timidezza e aggressività si dimostrarono come i due fattori più importanti nel predirre un comportamento da abuso di sostanze. La timidezza e l’aggressività sono sintomi di uno scarso adattamento sociale e come tali vanno del tutto distinti dall’ansia e della depressione.  Le relazioni reciproche tra timidezza ed aggressività complicano la probabilità che gli adolescenti hanno di diventare tossicodipendenti.

Si è evidenziato come genitori che fumano e bevono aumentano nei loro figli il rischio di abuso non solo di tabacco ed alcool ma anche di altre sostanza illecite.  Conflitti all’interno della famiglia e la scarsa capacità di confrontarsi e risolvere i problemi di tutti i giorni sono associati con un netto aumento del rischio di abusare droghe nei ragazzi che hanno difficoltà nel rapporto con i loro genitori e/o nell’affrontare i momenti di crisi.  La scarsa coesione familiare e l’uso di sostanze tra gli amici più cari è predittivo dei livelli (tipo e quantità) iniziali dell’abuso di droghe. Una buona relazione familiare può rappresentare un ottimo ostacolo contro la tendenza dei giovani tra i 13 ed i 23 anni a sperimentare le sostanze anche sotto l’influenza di amici tossicodipendenti. La pressione ad usare sostanze d’abuso è viceversa molto più forte e pericolosa nella prima infanzia, tanto da suggerire, in un’opera di prevenzione efficace, controlli costanti sui gruppi di coetanei sin dai primi anni di vita sociale (4-10 anni).  Tutti gli studi concordano comunque sulla necessità di poter contare su forti e sane relazioni familiari per contrastare l’influenza che i giovani esercitano a vicenda l’uno sull’altro per quanto riguarda le prime esperienze di droga.

Tra i maschi l’aggressività favorisce il comportamento d’abuso mentre la timidezza, al contrario, lo riduce. La contemporanea presenza di sintomi attribuibili sia all’aggressività che alla timidezza conferisce il massimo rischio rispetto alla presenza di uno dei due fattori singolarmente. L’aggressività nei maschi è spesso associata con l’incapacità a mantenere la concentrazione per periodi sufficienti a svolgere con profitto i compiti scolastici.  Nelle femmine la situazione è completamente diversa, nè l’aggressività, nè la timidezza nè tantomeno problemi di concentrazione hanno alcuna relazione con la tendenza ad usare droghe in un secondo momento.  La timidezza e l’aggressività potrebbero essere meno importanti per le ragazze perchè i gruppi di riferimento sono, per loro, più piccoli e vengono considerati meno importanti. Queste differenze di genere (maschile o femminile) devono essere tenute in grande considerazione e non esclusi a priori come si tendeva a fare in passato.

All’età di 16-17 anni le ragazze usano una quantità inferiore di birra, vino, liquori, marijuana ed altre droghe illegali rispetto ai loro coetanei maschi, ma non usano meno tabacco. All’interno di entrambi i gruppi, maschi o femmine con i punteggi intellettivi più alti e le migliori risposte ai test attitudinali scolastici tendevano ad abusare birra, vino, superalcolici e marijuana 10 anni più tardi. In genere i bambini che sono più “pronti” ed adatti alla scuola sono anche quelli più preparati a sperimentare le droghe.  Lo stato della salute psicologica e le relazioni intrafamiliari giocano un ruolo essenziale per le ragazze. Le madri hanno un importante effetto sulla salute psicologica delle loro figlie ma non dei loro figli maschi. Le aspettative materne e la salute psichica della madre sono i fattori protettivi più validi contro l’abuso di sostanze nelle ragazze, dieci anni più tardi. Le ragazze con solidi rapporti affettivi all’interno della famiglia tendono ad usare meno sostanze di quelle che provengono da famiglie in crisi, ma la stessa situazione non è valida per i loro fratelli per i quali l’aggressività rimane uno dei comportamenti predittivi più importanti dell’abuso di cocaina.

Neil Swan
National Institute on Drug Abuse, Rockville, MD. USA
Medicina delle Tossicodipendenze – Italian Jurnal of the Addiction

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