Diritti, Articolo 18 e multinazionali

di Vincenzo Gallo

È del tutto condivisibile l’obiettivo del Governo di estendere la protezione sociale ai lavoratori autonomi e ai precari che ne sono privi. Da sottolineare al riguardo che in tutti i paesi europei, tranne che in Grecia ed in Italia esiste un reddito minimo garantito. La protezione sociale, soprattutto in questo periodo di crisi, andrebbe estesa e non ridotta. Sarebbe un errore ridurre le garanzie per chi lavora, visto anche che c’è già stato un intervento del Governo Monti in questa direzione. C’è necessità invece di trovare risorse adeguate per universalizzare le tutele fondamentali. Il Governo sostiene poi che l’abolizione dell’art. 18 permetterebbe di attrarre investimenti di multinazionali estere in Italia. È da sottolineare però che secondo uno studio dell’Istat pubblicato nel 2013, le imprese a controllo estero residenti in Italia nel 2011 sono risultate 13.527 e hanno occupato quasi 1.198.130 addetti. Le multinazionali estere nel 2011 hanno contribuito ai principali aggregati economici nazionali dell’industria e dei servizi con il 7,1% degli addetti, il 16,4% del fatturato e il 13,4% del valore aggiunto. Hanno contribuito inoltre ad un quarto delle esportazioni nazionali (25,3%). C’è necessità sicuramente di attrarre altre imprese estere con una adeguata politica di marketing territoriale, ma non si può certo sostenere che l’art. 18 abbia finora impedito la loro localizzazione in Italia.

di Vincenzo Gallo
autore per lavoce.info

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