Un goal per l’integrazione

di Lisa Sella, Timothy Donato

nessun fuorigioco Il problema del tesseramento dei minori stranieri nelle diverse Federazioni sportive è fatto ormai noto. Data la crescente presenza sul territorio di figli di immigrati e la loro naturale esigenza di praticare sport, oggi sono moltissimi i ragazzi a cui viene negato il tesseramento e l’iter burocratico per ottenerlo è talmente complicato da far perdere ai minori parte della stagione sportiva, limitando di fatto il loro diritto al gioco.
La Uisp è l’ Unione Italiana Sportpertutti (dove sportpertutti è una sola parola, un neologismo necessario per dare voce alla sostanziale universalità e democraticità della pratica sportiva) garantisce il diritto a tutte e tutti di praticare sport, di godere pienamente del diritto al gioco e alla salute, senza discriminazioni di genere, nazionalità, età. Un luogo di accoglienza reale dove ogni istanza, ogni diversità, viene ascoltata e… messa in gioco. Anche quelle che è difficile ascoltare.
Come gli ultras, demonizzati dalla tv e dai mass media che, insieme alla Uisp organizzano da 18 anni i Mondiali Antirazzisti. Come i disagiati mentali, che hanno la possibilità di partecipare ad un’esperienza meravigliosa e normale come “Matti per il calcio”, la manifestazione inventata dall’Uisp per offrire a queste persone la possibilità di una pratica sportiva come il calcio, un calcio diverso, che agisce come strumento di relazione, per superare l’isolamento, per socializzare e riconquistare un equilibrio con il proprio corpo. Come i minori, tutti, anche quelli stranieri a cui viene chiesto, per poter giocare, un qualunque documento di identità valido e una visita medica e poi… via, a giocare!
Come i Rom, che sono i protagonisti di questo numero.
Dal 2011 a Torino, nell’attività organizzata dalla Lega Calcio Uisp, giocano le New Team, tre squadre di calcio a 5 (due maschili e una femminile) composte prevalentemente da minori Rom romeni, che vivono nei siti non autorizzati.
Per loro è una grande esperienza e una grande possibilità di integrazione, ma a ben vedere è una grande possibilità anche e soprattutto per tutti quei ragazzi e quelle ragazze che, settimanalmente, li incontrano sui campi da calcio, ospitandoli o essendone ospitati, per i loro genitori e per noi dirigenti. Si sono presentati da noi con un problema, l’impossibilità di giocare in un campionato regolare perchè la federazione non li tesserava. E noi, perchè no? abbiamo deciso di accettarli nella nostra attività. Ma, a onor del vero, non è stato facile inizialmente. Non è stato facile convincere i ragazzi e le ragazze che giocare con un italiano, un francese, un marocchino, un Rom era la stessa cosa. Soprattutto, non è stato facile convincere i loro genitori che il diritto al gioco prescinde da qualsiasi cosa. Anche dal pregiudizio.
È stato un lungo e bellissimo percorso di conoscenza, che abbiamo fatto insieme e che ha coinvolto tutti: in primis noi dirigenti Uisp e allenatori, atleti, famiglie e loro, i ragazzini e le ragazzine Rom. Un percorso di crescita collettivo che ci ha insegnato l’empatia e che ha creato nuovi e importanti legami.
Un solo esempio vale per tutti. Ultimo torneo del 2012: la New Team femminile sta perdendo tanti a pochi contro una squadra molto più attrezzata di loro . Ad un certo punto le ragazze del Borgonuovo femminile, le prime ad avere incontrato la New Team due anni prima, dagli spalti dove attendevano di giocare la finale, senza che nessuno (e dico proprio nessuno) degli adulti le imbeccasse, hanno iniziato a tifare, a tifare così forte per le ragazze della New Team che, all’ultimo minuto dell’ultima partita dell ‘ultimo torneo del 2012, quel gol è arrivato!

Lisa Sella

Lega Calcio Uisp Ciriè Settimo Chivasso

Timothy Donato
Nessuno Fuorigioco

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