È giunta l’ora di investire nelle nuove tecnologie

di Massimiliano Fanni Canelles

Il ricorso all’ICT, l’Information and Communication Technology, è in forte ascesa nell’ambito della medicina, sebbene in maniera disomogenea. In un contesto sociale nel quale l’invecchiamento della popolazione è oramai un fattore endemico, il potenziamento di forme di cura, diagnosi e assistenza al paziente attraverso la tecnologia informatica può apportare un sostanziale miglioramento alle condizioni di vita. Il taglio dei fondi rischia, inoltre, di mettere a repentaglio il sistema sanitario italiano, il quale resta, comunque, tra i migliori. Puntare sull’ICT permetterebbe di invertire la rotta. Sviluppando in maniera puntuale le tecnologie informatiche, è possibile risparmiare cifre considerevoli a medio e a lungo termine. Secondo l’Euro Health Consumer Index 2012, l’Italia investe in questo settore solo l’1,1% della sua spesa pubblica. Alzando questa soglia per sfruttare appieno le potenzialità dell’ICT, sarebbe possibile risparmiare circa € 115 pro-capite. Non una cifra irrisoria in tempi di crisi. Se l’invecchiamento della popolazione e la necessità di ridurre i costi della Sanità non rappresentano motivazioni sufficienti per favorire l’investimento nelle tecnologie informatiche, un ulteriore aspetto da considerare è costituito dallo sviluppo tecnologico degli ultimi anni, che ci consegna, oggi, strumenti e macchinari di altissimo livello, capaci di apportare contributi notevoli. È quindi giunta l’ora di potenziare e applicare l’ICT affinché i miglioramenti degli ultimi anni non vadano persi.
Soluzioni all’avanguardia permettono di ottimizzare tutti i processi grazie ad applicazioni integrate, ma facilitano anche un rendiconto giornaliero delle attività svolte, che così può risultare ordinato e di facile consultazione. Naturalmente, i dati contenuti negli storage formatisi in questo modo offrono totale garanzia della privacy: gli elementi sensibili e quelli personali sono pienamente tutelati. La digitalizzazione della medicina sta facilitando il potenziamento di nuove forme di comunicazione ed interazione, come la telemedicina, a cui è parzialmente dedicato il presente numero di SocialNews. Questa pratica permette la diagnosi e l’erogazione di medicinali a distanza. Offre il vantaggio di eliminare le barriere di distanza, tempo e costi facilitando l’accesso a cure specializzate. All’investimento concreto nel potenziamento delle nuove tecnologie applicate alla medicina corrisponde anche un’impellente necessità di incoraggiare, da un lato, l’aggiornamento dei medici e di tutto il personale legato al mondo della medicina, farmacisti compresi, e, dall’altro, la formazione di una serie di categorie professionali nuove, esperte del funzionamento dei nuovi macchinari. L’ICT esercita, dunque, un triplice impatto su formazione, mobilità e mercato e sull’organizzazione generale del sistema sanitario. Primariamente, competenze linguistiche e tecnologiche diventano centrali e offrono ampie opportunità di inserimento nel mondo del lavoro di figure giovani e fortemente specializzate. Le nuove tecnologie e la telemedicina non solo permettono, quindi, di allargare il mercato del lavoro, ma favoriscono anche lo scambio intellettuale e umano in un’ottica di cooperazione che valica i confini nazionali.
Gli investimenti tecnologici, la promozione di database internazionali, la condivisione di dati ed informazioni incoraggiano, infine, i sistemi sanitari nazionali a migliorare la propria organizzazione interna, dovendosi adattare a standard condivisi. Il tutto è orientato ad una migliore cura del paziente. L’ICT consente, infatti, di concentrarsi maggiormente sulla diagnostica e sulla medicina preventiva, sfruttando appieno ed in maniera globale i progressi compiuti. L’investimento nell’ICT non rappresenta soltanto un surplus capace di migliorare l’attuale situazione, ma costituisce, piuttosto, un passaggio obbligato, necessario per raggiungere l’obiettivo di un benessere generalizzato e, il più possibile, ampio. Ricerca e tecnologia camminano sulla stessa strada, quella della condivisione di esperienze ed expertise per assicurare un’organizzazione più efficiente ed efficace delle risorse a disposizione. In particolare, per quanto riguarda l’Italia, una maggiore attenzione a questo settore permetterebbe di migliorare le performance negli ambiti nei quali siamo più deboli. Sempre secondo l’Euro Health Consumer Index 2012, l’Italia si colloca al 26° posto per quanto riguarda la prevenzione, la gamma e l’accessibilità dei servizi offerti ed al 22° nell’accesso ai farmaci e nei tempi di attesa dei trattamenti. Grazie ad una rinnovata attenzione alle nuove tecnologie, sostenuta da un conseguente finanziamento, risalire alcune posizioni in questa importante classifica e fornire un servizio migliore al cittadino non sarebbero un’utopia.

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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