Descrizione della mostra

Accanto ai viaggi che si svolgono realisticamente nella dimensione dello spazio fisico, l’esperienza umana conosce anche il viaggio che prende forma nella dimensione ideale della razionalità, come progetto, come creazione mentale che prefigura e anticipa scenari diversi e più ricchi offerti dall’ordine attuale delle cose.

Così nascono dei mondi nuovi e alternativi, che sono caratterizzati da modelli e valori che hanno più conto delle esigenze e aspirazioni umane.

Fin dai tempi più antichi gli uomini sono stati affascinati dall’idea che da qualche parte potesse esserci un mondo “diverso”, dove fossero superati i confini e le contraddittorietà di quello in cui erano costretti a vivere.

Un’idea che era capace di esprimersi in vari modi come il ritrovamento di un distante passato aureo o come l’attesa di un futuro che si ponesse in successione con gli eventi presenti.

Nelle culture antiche la fiducia di una vita qualitativamente più buona è testimoniata in molti modi. Solo per dirne alcuni: la malinconia del paradiso smarrito, l’età dell’oro svampita che ha portato a ritmi più duri l’esistenza, la ricerca del continente scomparso di Atlantide.

Testi religiosi, filosofici e letterari narrano tutti, con forme e modulazioni differenti, tutta la nostalgia di un’umanità priva di ristrettezze, mali e dolori, che in senso metafisico si trovano, senza limiti e difetti, da qualche parte.

Il mito di Atlantide, il più famoso, trasmessoci da Platone, narra di un’isola felice al di là delle colonne d’Ercole. Terra di leggendarie ricchezze e di esistenza beata, si inabissò nell’oceano dopo un terremoto, lasciando negli uomini un indelebile ricordo e rimpianto per il bene perduto fatalmente.

Dalla violenza sulle donne passiamo così ad un altro tema d’altissima attualità la violenza che subisce costantemente la natura dal genere umano.

Qui sono molti i temi da toccare, ma alla base di tutte le tematiche affrontate in questo ciclo di mostre, alla base di tutto, c’è sempre la parola chiave, che avrebbe in realtà potuto riassumere tutte le tematiche affrontate sin ora, “rispetto”.

Dalla Trash Art, l’arte del riciclo, passiamo ad una visione aulica della natura, la natura utopica, incontaminata, non violata dall’uomo. I giardini dell’eden di Mazzocca & Pony, le opere iperrealiste di Carla Asquini, o il personale modo di vivere e sentire la natura dell’artista Stefania Zanutta e l’armonia degli equilibri, perché la natura è fatta di equilibri delicatissimi, delle sculture/installazioni di Giovanni Arena rimandano una particolare visione della natura vista come una terra di perfetta armonia, un luogo dove trovar rifugio nelle sconfinate lande dell’utopia.

Riassume il significato di Natura Utopica la bellissima tradizione degli Inca nel ringraziare la natura che trova la sua culla nella Pacha-Mama (madre terra).

Nel mese di agosto le popolazioni andine, tuttora praticano il culto del ringraziamento alla Pacha-mama, restituendo alla madre terra il nutrimento che essa fornisce loro. Viene scavato un fosso, un’enorme buca nella quale, tutti gli offerenti partecipanti al rito, vengono riposti gli alimenti, il cibo e le pietanze che vengono appositamente cucinate.

Ognuno dei partecipanti versa una porzione di cibo, ringraziando la madre terra. Al termine la buca viene completamente ricoperta, e ogni partecipante depone una pietra.

Al termine si forma una vera e propria montagnola di sassi denominata Apachete. Solitamente si sceglie sempre il luogo più in alto per far sì che sia il più possibile vicino al Sole (Inti).

Questo ringraziamento è sinonimo di rispetto, e il rispetto è la chiave di tutti gli equilibri del mondo.

Perché questi artisti

Gli artisti prescelti per questa mostra enunciano tutti un estremo rispetto nei confronti della natura, e di essa hanno fatto tema fondante della loro arte.

Alla natura poi hanno aggiunto i loro vari messaggi più intimi, che rispecchiano il moto della loro vita.

Dalla purezza del fiori dei dipinti della Asquini, agli alberi dell’Eden, installazione ad hoc di Mazzocca & Pony, ai quadri di mari e rose della Zanutta, alle sculture di Arena, troviamo in tutte queste opere quel fil rouge che le unisce e quell’armonia che canta prima di tutte il rispetto verso ciò che ci circonda.

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