Malattie sessualmente trasmissibili: più informazione e prevenzione

Per quanto concerne la conoscenza delle malattie sessualmente trasmesse (MST) permane una disinformazione generale, trasversale a tutte le età, sicuramente più accentuata nelle giovani. Effettuando un counseling contraccettivo con ragazze in tarda adolescenza – età giovanile adulta, parlando di MST, la prima e quasi unica patologia riconosciuta come tale è rappresentata da HIV/AIDS, sulla quale l’utenza riconosce l’importanza del condom come metodo profilattico. Tuttavia, come negli anni 90 e primi 2000 questa entità patologica seminava terrore e garantiva un maggior impatto mediatico, le terapie sempre più efficaci a nostra disposizione inducono alcuni giovani a sottostimare la gravità di una possibile infezione ed il conseguente impatto sulla qualità di vita delle persone sieropositive; peraltro non sono pienamente consci del fatto che, ad oggi, non è possibile la completa guarigione dall’infezione. Riguardo invece i virus epatitici a trasmissione sessuale (HBV e HCV prevalentemente) regna la più totale disinformazione, nonostante si tatti di infezioni che possono divenire permanenti ed avere effetti estremamente gravi (insufficienza epatica e carcinoma epatico in primis).

Per quanto concerne le ben più diffuse infezioni da Chlamydia, Mycoplasma, Herpesvirus (prevalentemente tipo 2 e tipo 1), Candida Albicans, etc. l’utente medio crede si tratti di piccole infezioni mucocutanee facilmente curabili, che rappresentano più un fastidio che una vera e propria patologia. In questo modo, attraverso comportamenti sessuali scorretti e misure igieniche approssimative, la diffusione di tali entità patologiche non ha subito significative contrazioni negli ultimi decenni e anzi per alcune patologie si parla di trend in ascesa. Ma a dispetto di questa visione, tali infezioni possono avere conseguenze anche gravi: pensiamo ad esempio alla malattia infammatoria pelvica (PID), prevalentemente da Chlamydia e Mycoplasma allo stato attuale, una delle principali cause di infertilità nelle giovani donne, oltre che possibile causa di infezione peritoneale più ampia che può esitare in sindrome aderenziale e conseguente sintomatologia dolorosa cronica di pelvi e basso addome. L’herpes genitale è invece causato da un virus che, anche se trattato adeguatamente, permane nella quasi totalità dei casi all’interno di radici nervose per tutta la vita, riattivandosi periodicamente e causando una manifestazione dolorosa che può essere addirittura invalidante. Per non parlare di gonorrea e sifilide, patologie riemergenti, che nei secoli scorsi rappresentavano una vera e propria piaga sociale e che oggi sono considerate alla stregua di una lieve influenza dalla maggior parte della quota di pazienti che ne ha sentito parlare. Generalmente più conosciuto è invece il problema inerente il papillomavirus (HPV), sia per i  programmi di screening per il tumore del collo dell’utero (pap test), di cui questo virus è pressochè unico agente causale, che per la disponibilità di un vaccino efficace e di ampia diffusione. E’ invece meno nota la possibilità che questo patogeno possa causare la condilomatosi genitale (“verruche genitali”), peraltro altamente contagiosa e fastidiosa, trattabile prevalentemente mediante asportazione chirurgica.

Per quanto riguarda la prevenzione primaria della trasmissione di questi microorganismi, l’utilizzo del condom è imprescindibile e rappresenta pressochè l’unico strumento disponibile per l’utenza. La diffusione dell’utilizzo della pillola contraccettiva ha indotto una quota considerevole delle donne ad avere rapporti non protetti  (se non da una gravidanza, seppure con un indice di fallimento di circa lo 0.5% se usata in maniera impeccabile e più elevato se gestita non correttamente) esponendosi così ad un elevato rischio di trasmissione di malattia, specialmente nelle persone, o i loro partner, dedite ad una maggior promiscuità.

Restando nell’ambito delle misure contraccettive regna una certa confusione nella donna media. Generalmente la conoscenza di questo argomento si esaurisce con la pillola contraccettiva ed il condom. Anello vaginale e cerotto transdermico vengono considerati qualcosa di simile alla pillola ma meno sicuri (quando in realtà sono estroprogestinici esattamente come la pillola e possono essere anche più efficaci di quest’ultima). Sulla IUD (intra-uterine device, comunemente chiamata spirale) e sull’impianto contraccettivo sottocutaneo regna la più completa disinformazione, quando potrebbero invece essere strumenti preziosi nella contraccezione in donne che non possono assumere la pillola, come peraltro in tutte le utenti in generale. Permane poi il problema della corretta gestione di tali misure contraccettive, che spesso viene trascurata a causa di una scarsa informazione.

La paziente, specialmente la ragazza giovane, che ha il sospetto di essere entrata in contatto con un patogeno, di avere dei segni che possano indicare un’infezione da MST o che non è certa di aver adottato le corrette misure per evitare gravidanze indesiderate, generalmente non sa con esattezza a chi rivolgersi (conoscenti/familiari, medico di famiglia, ginecologo, ostetrica o altre figure professionali sanitarie), sia per questioni di pudore o di stigma sociale che per l’effettiva disponibilità di professionisti che possano aiutarla. In tal senso mi sentirei di consigliare a tutte le utenti di rivolgersi senza indugio al medico di base o al personale sanitario, che sia un medico specialista, un’ostetrica o un infermiere, presente negli ambulatori territoriali (ad esempio il consultorio familiare) ove solitamente l’accesso risulta facilitato e dove spesso esistono anche ambulatori ad accesso gratuito dedicati alle adolescenti.

Per concludere desidererei sottolineare ancora una volta l’importanza dell’informazione e della corretta gestione degli strumenti contraccettivi e di prevenzione primaria che abbiamo a disposizione. A tal proposito è giusto trasmettere agli utenti che i problemi relativi alle MST non sono solamente di carattere personale, bensì sociale, in quanto un individuo non è solamente un individuo ma parte di un contesto sociale-comunitario su cui ciascuno può avere un impatto importante sia nella possibile trasmissione di patologie che nella prevenzione della diffusione delle stesse. Resta quindi importante rivolgersi al personale medico-sanitario non solo nel dubbio di avere un problema concreto ma anche e soprattutto a scopo informativo, al fine di prevenire comportamenti scorretti e diffondere una buona cultura della prevenzione.

Rispondi