Maryam Rajavi vince i complotti e continua il suo cammino verso la libertà del suo popolo

Quando il 17 Giugno 2003 la polizia francese attacca la residenza della Resistenza Iraniana a Auvers-sur-Oise si pensava alla fine del mondo. Ci si aspettava infatti che il governo francese avrebbe espulso gli ostaggi, fra cui Maryam Rajavi. Si è trattato di un attacco eccezionale con 1200 poliziotti, una vera e propria retata. Un colpo di Stato contro la Resistenza Iraniana. Gli assalitori hanno devastato qualunque cosa al loro passaggio. Hanno scavato addirittura nei giardinetti all’interno della residenza alla ricerca di armi inesistenti. Hanno scassinato porte e portato via tutti. Ecco un frammento dell’articolo pubblicato nel 2003 sul sito “La libre” riguardo a quest’ operazione della polizia:

“La polizia francese questo martedì ha interpellato vicino a Parigi 165 persone appartenenti ai Mojahedin del Popolo, principale movimento dell’opposizione iraniana, che voleva, secondo il ministro dell’interno Nicolas Sarkozy, installare “la propria base di retroguardia in Francia”.

Ben 1200 poliziotti e 80 militari hanno partecipato a questa vasta irruzione su 13 siti della periferia parigina nel quadro di una commissione rogatoria del giudice anti-terrorismo Jean-Louis Bruguière. «Sono state interpellate 165 persone appartenenti ai Mojahedin del Popolo Iraniano» nel quadro di un’inchiesta giudiziaria aperta nell’aprile 2001, ha dichiarato il ministro della Giustizia in un comunicato.

Tra le persone arrestate figura Maryam Radjavi, moglie del capo dei Mojahedin Massoud Radjavi  e nominata dal gruppo come «la futura presidente dell’Iran». Chi è rimasto fuori da questa retata si è sentito come orfano. Nè casa, nè cibo, per strada, senza niente. È stata una notte triste per i Mojahedin.

Maryam Rajavi to the Grand Gathering in Paris
Villepinte
July 1, 2017

Questo attacco illegittimo ha costituito la più grande operazione di polizia degli ultimi 30 anni a Parigi secondo ‘La libre’: «Secondo la polizia quest’operazione è ‘’una delle più importanti operazioni della DST (controspionaggio francese) di questi ultimi 30 anni’’». Questo vasto dispiego di forze dell’Ordine non ha però permesso di trovare nulla di quanto ci si aspettava, ossia atti terroristici. Si legge ancora su ‘’La libre’’: «Secondo fonti vicine ai servizi segreti ‘’non è escluso’’ che i Mojahedin abbiano progettato di commettere attentati all’estero. Non esiste però ‘alcun elemento che li faccia sospettare di voler commettere attentati in Francia’» è sottolineato sempre dalla stessa fonte.

A questa triste notizia i simpatizzanti di Mojahedin sono accorsi da tutto il mondo a Auvers-sur-Oise per manifestare davanti al DST e chiedere la liberazione dei detenuti, in particolare di Maryam Rajavi. Alcuni tra i più coinvolti, sentendo le peggiori informazioni sull’espulsione dei prigionieri in Iran, hanno cercato di immolarsi dandosi fuoco, anche in altri paesi europei. Fra questi due donne sono morte: una ragazza iraniano-canadese Nida Hassani, e una madre, Sedigheb Mojaveri.

Ma malgrado tutti i complotti e una pessima politica di accondiscendenza, Maryam Rajavi è stata liberata e Auvers-sur-Oise è ora diventato il quartiere internazionale della Resistenza Iraniana. È  stato proprio dopo questi avvenimenti che la Resistenza Iraniana ha trovato amicizia e affetto tra i francesi: personalità come Danielle Mitterand e l’Abbé Pierre hanno dichiarato il loro sostegno alla Resistenza Iraniana e alla sua leader Maryam Rajavi.

Come ha scritto il sito “LADEPECHE”, il tutto si è risolto in un clamoroso fallimento: ‘’La liberazione di Maryam Radjavi e di altri dieci Mojahedin del Popolo Iraniano costituisce un’incontestabile sconfitta per la giustizia antiterrorismo, in particolare per il giudice Jean-Louis Bruguière, i cui metodi in questa vicenda sono stati molto contestati, e soprattutto riguardo alle dichiarazioni del ministro dell’Interno e del Direttore del DST. Quindici giorni dopo la spettacolare retata che ha portato all’arresto di 164 persone nella regione parigina, infatti, nessuno dei 17 accusati era ieri sotto custodia‘’.

Dopo due settimane Maryam Rajavi viene liberata e torna alla sua sede dove viene accolta dall’esplosione di gioia dei suoi sostenitori.

Dopo questo tremendo complotto la Resistenza Iraniana non solo non si è indebolita ma è diventata più forte che mai. Maryam Rajavi, l’immagine della Resistenza, è riuscita a fare uscire i 3000 membri dell’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano (OMPI/MEK) dall’Iraq dove vivevano sotto gli attacchi dei missili iraniani. È anche riuscita a far ritirare il nome dell’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano e della Resistenza Iraniana dalle liste nere del terrorismo di Europa e Stati Uniti.

Questa Resistenza, un tempo sotto attacco, è riuscita ad andare avanti con successo e a superare ogni ostacolo. Qualche anno fa la Resistenza Iraniana  ha tenuto un grande raduno a Parigi con più di 100 mila persone provenienti dal mondo intero. Quest’anno, come l’anno scorso, saremo testimoni di un bellissimo e grande Raduno della Resistenza Iraniana a Villepinte-Paris Nord. Grandi personalità politiche terranno importanti discorsi e descriveranno l’attuale situazione della Resistenza Iraniana e del regime dei Mullah prossimo al declino! Grandi personaggi politici di tutto il mondo manifesteranno il loro sostegno all’insurrezione del popolo iraniano, alla sua resistenza e alla sua presidente Maryam Rajavi. Partecipando a questo Grande Raduno sosterrete il popolo iraniano che rischia la vita per mettere fine a una brutale dittatura. Fate sentire la voce di milioni di persone che vivono sotto la tirannia. Inviate un messaggio di speranza e solidarietà a coloro che lottano per la libertà, la democrazia e un Iran libero #FreeIran.

Siamo più che mai vicini all’emancipazione del nostro Paese. Come ha detto Maryam Rajavi: «Il sole del cambiamento ha iniziato a splendere sull’Iran. Il regime attuale è più che mai impotente. Lo scontento dilaga nella società iraniana e la Comunità Internazionale si è finalmente convinta che l’indulgenza verso il regime è un errore.»

Traduzione a cura di Valentina Casciu

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