Salute, come si interviene in una situazione di emergenza

Cos’è il sistema di emergenza e come funziona il soccorso sanitario

Elio Carchietti

L’emergenza sanitaria è una condizione di urgente necessità di soccorso che può coinvolgere numerose persone in un contesto territoriale variabile, dal piccolo Comune all’intera Nazione. Si tratta di una esigenza generata da un evento che ne rappresenta l’origine.
Questo può essere prevedibile o imprevedibile ed impatta in maniera critica su un sistema organizzato limitatamente alla gestione ordinaria della salute. Il fattore tempo, l’urgenza e il tempo necessario per agire, diventano pressanti e richiedono la disponibilità operativa di un “sistema di emergenza” attivo che si avvalga di una specifica pianificazione.

Che cos’è un sistema di emergenza?

Il concetto di “sistema” corrisponde ad un insieme ordinato di procedure operative mirate ad un obiettivo assistenziale e terapeutico pianificato.
Tale insieme ordinato di attività si concretizza in procedure e comportamenti (processi) che rispondono a criteri scientifici ed a condivisione di efficacia, nonché a sviluppo ordinato e prevedibile perché conosciuto da tutti gli operatori.
L’efficienza del sistema presuppone la sua integrità strutturale, organizzativa e funzionale. Se il sistema non può avvalersi di uno solo degli elementi fondamentali che lo compongono, per carenza strutturale (elemento non inserito), organizzativa (elemento non disponibile) o funzionale (inadeguatezza qualitativa), è un sistema debole. La verifica della funzionalità di sistema deve essere periodica. Per mitigare il rischio, il sistema deve avvalersi di “interazioni lineari”, sostenute da appropriatezza e tempestività delle azioni.
Le sequenze operative esplicitamente definite (protocolli) devono essere ed apparire “lineari”, ovvero note a tutti i componenti del sistema. I sistemi lineari sono in grado di garantire tempestività, omogeneità, sicurezza, appropriatezza ed integrazione operativa. Utilità dei sistemi lineari a connessioni strette:

  • processi tempestivi (privi di stand-by);
  • sequenze invariate (ad A segue sempre B);
  • sicurezza (pianificazione);
  • nessuna eccedenza di risorse (slack risk).

Perché è necessario un piano operativo per eventi che comportano un alto incremento del numero di persone da soccorrere?

Una condizione di emergenza determinata dal coinvolgimento di numerose persone può essere ulteriormente aggravata dal concorso di esigenze straordinarie innescate da una delle seguenti motivazioni: insufficienza di risorse disponibili per realizzare un soccorso adeguato (evento maggiore); gestione di un evento le cui dimensioni richiedono un impiego di risorse straordinarie; gestione di un evento le cui dimensioni richiedono il coordinamento fra più Enti (emergenza nazionale e internazionale). Un’organizzazione consapevole deve conoscere i problemi, le minacce e le opportunità, identificare, analizzare, ricercare o costruire alternative. Una decisione operativa non sostenuta da adeguata pianificazione può esitare in azioni controproducenti e acuire ulteriormente la crisi di sistema.

La pianificazione permette di identificare la direzione delle azioni, incrementare la conoscenza e l’accesso alle risorse disponibili, prevenire e governare il caos, determinato dallo stesso numero elevato di vittime, ma anche, ed in maniera più rilevante, da un elevato numero di soccorritori non strutturati nel sistema. Un pericolo spesso sottostimato è rappresentato dalla possibilità che l’intero sistema, o parti di esso, sovrastimino le proprie capacità di “reazione” all’evento, esitando in cedimenti improvvisi ed imprevisti.

La comunicazione e l’informazione in emergenza

La comunicazione e l’informazione rappresentano uno strumento di governo per la definizione dei bisogni e delle attività di soccorso, ma anche di partecipazione consapevole ed attiva delle vittime alla funzionalità del sistema. La comunicazione in emergenza “è il mezzo che modella e controlla la dimensione, il tipo di associazione e il comportamento umani” (Marshall Mc Luhan), in particolare le crisi di paura e di panico generate da timori e incertezze correlate alla complessità e alla dimensione dello scenario ed alla evidente sproporzione fra vittime e soccorritori, fra bisogni e risorse.

Il soccorso sanitario

Per risultare adeguato, il soccorso sanitario deve svilupparsi in maniera strutturata nelle tre fasi operative tempo-correlate:

  1. primo soccorso sulla scena e triage;
  2. evacuazione e destinazione;
  3. ospedalizzazione.

Allo scopo, è necessario predisporre:

  • Un modulo operativo di primo soccorso e triage;
  • Un modulo sanitario per evacuazione e destinazione;
  • Un modulo operativo logistico di evacuazione e destinazione.

Nel caso dell’emergenza sanitaria immigrati, il “modulo operativo di primo soccorso e triage” si identifica con il primo posto medico avanzato (PMA), la cui collocazione è a bordo delle navi o nelle immediate vicinanze della sede di sbarco degli immigrati. Il Ministero della Salute ha emanato delle direttive per mezzo di un protocollo per “le attività di assistenza di 1° livello”. Prevedono “una prima valutazione dei parametri vitali ed eventuali manifestazioni sospette di malattie infettive e diffusive”. Nell’emergenza immigrati, lo scenario è complesso perché composito.


E’ costituito da un elevato numero di persone di diversa nazionalità (Eritrea, Siria, Africa Centrale, Afghanistan), si tratta di persone con culture diverse, in fuga, che hanno attraversato il mare in condizioni rischiose, possono aver subito violenze fisiche e psicologiche, possiedono una rilevante ed astratta aspirazione di libertà e realizzazione sociale.
Il responsabile del modulo operativo di primo soccorso e triage ha il compito di realizzare il primo soccorso individuale e collettivo nell’ottica dell’organizzazione di sistema, ma anche di informare tutte le persone soccorse ed ignare circa l’organizzazione del sistema e lo sviluppo delle fasi dell’accoglienza sanitaria.
In particolare:

  1. definisce e tratta la criticità del bisogno sanitario immediato;
  2. allerta il modulo operativo logistico di evacuazione/destinazione;
  3. coordina l’evacuazione della nave o del PMA in relazione alle priorità sanitarie.

Il “modulo operativo logistico”

E’ il modulo maggiormente esposto alla criticità di impatto determinata dal numero elevato delle persone e la corrispondente insufficienza di risorse. Il rischio di impatto può essere mitigato pianificando in maniera adeguata gli spazi di accoglienza e di “attesa” e governandone l’utilizzo ordinato con una corretta previsione dei tempi operativi.
Altrettanto utile può risultare la “frammentazione” del bisogno globale, caratterizzato da uno scenario composito e complesso, settorializzando per provenienze i diversi gruppi di persone, prevedendo per ciascuno di essi un adeguato modello di colloquio e valorizzando ogni forma di possibile collaborazione. Il concetto di integrazione può essere riferito in maniera molto limitativa al bisogno di ridurre il rischio di dispersione di risorse professionali, tecniche ed economiche. Tuttavia, dal punto di vista funzionale, per integrazione deve intendersi il superamento dell’agire per scelte individuali, così che le fasi temporali del processo di soccorso non diventino solo “episodi” inseriti in un divenire di “fasi” convergenti, ma rappresentino una continuità operativa di azioni, ciascuna necessaria e preliminare alla successiva.

Il modulo sanitario per evacuazione/destinazione

E’ un’organizzazione di più sedi di accoglienza per destinazione sanitaria.
E’ necessario distinguere l’organizzazione ospedaliera, caratterizzata da “livelli” di criticità e pertinenza, tutelando la salvaguardia delle attività ordinarie e i limiti potenziali in particolare delle attività a più alta specializzazione, dall’organizzazione dell’“assistenza di II livello” dallo stesso protocollo ministeriale affidata a Centri di primo soccorso e assistenza (Cpsa), Centri di accoglienza (CDA), Centri di accoglienza per richiedenti asilo (CARA), Centri di identificazione ed espulsione (CIE). Una forma di tutela di “sistema” è l’informazione precoce delle persone accolte considerando le differenti culture. Può attuarsi anche per mezzo di sintesi grafiche dell’intero processo di accoglienza e soccorso sanitario, in differenti lingue, già a bordo delle navi utilizzate per l’accoglienza.

Gli ospedali

La pianificazione dell’utilizzo degli ospedali deve armonizzare le esigenze di cure con le potenzialità e la disponibilità di risorse delle singole strutture, non tralasciando l’opportunità, laddove possibile, di considerare le distanze dai Cpsa o dai Centri di primo soccorso e accoglienza che possono svolgere anche la funzione di accoglienza alla dimissione del paziente dall’ospedale.

La tutela della salute pubblica

La mitigazione del rischio per la salute pubblica dipende in gran parte dall’identificazione dei rischi correlati al maxi afflusso di immigrati e dall’efficacia degli interventi di contenimento degli stessi.

Elio Carchietti, Aeshesia – Rescuscitation Specialist, docente di Medicina d’emergenza Cavaliere al merito della Repubblica Italiana





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