Tutto quello che c’è da sapere sui vaccini

Nel 1796 il medico inglese Edward Jenner sperimentò per la prima volta una rudimentale vaccinazione in un bambino di 8 anni che guarì dal terribile vaiolo, una delle tante pandemie che decimavano la popolazione umana nei secoli passati. Il vaiolo appunto era un flagello, ma anche la peste che in tre pandemie distinte sterminò 160 milioni di persone, l’influenza spagnola nei primi del ‘900 uccise 20 milioni di persone, per arrivare ai giorni nostri con l’HIV che tolse la vita a 39 milioni di persone, ma anche Ebola, colera, morbillo, influenza asiatica colpirono alcuni milioni di persone.

In quella data di fine 1700 la storia del genere umano è cambiata. Terribili malattie incombevano sui nostri avi, queste provocavano perdite umane altissime e un conseguente forte immobilismo di carattere economico e sociale.  Oggi gli antibiotici e le vaccinazioni hanno fatto fronte a tutto questo. Ma soprattutto nelle malattie virali, dove gli antibiotici non hanno effetto e dove spesso non abbiamo farmaci antivirali, la vaccinazione è ancora l’unica strada possibile. La vaccinazione ha efficacia perchè permette di amplificare l’attività del nostro sistema immunitario nei confronti di una o più malattie e a far rispondere l’organismo da solo e al meglio ad uno specifico agente patogeno.

Per capire la validità della vaccinazione basta sfogliare i dati statistici e si vede che nell’era moderna i virus che sono riusciti a mietere più vittime sono appunto quelli in cui la scienza medica non è stata in grado di produrre un vaccino efficace, come la “spagnola” e l’HIV. Al contrario le malattie provocate da batteri sono ancora quasi tutti aggredibili grazie agli antibiotici ed anche quelle provocate da virus, ma per le quali abbiamo i vaccini, non hanno avuto possibilità di espandersi e quindi di mietere molte vittime.
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La storia delle vaccinazioni non è però solo successi, ma purtroppo anche tragedie provocate dall’utilizzo di vaccini nei quali erano presenti quasi sempre virus vivi attenuati.  Nel 1933 nella provincia di Chiavari oltre ottanta dei bambini vaccinati contro la difterite si ammalarono gravemente, alcuni di loro rimasero paralizzati.  I casi più drammatici si verificarono nel 1956 quando venne introdotto a scopo sperimentale il vaccino Salk, contro la poliomelite.  Nel 1976 negli Stati Uniti d’America venne avviata una vasta campagna di vaccinazione contro il virus dell’influenza A nel timore di una nuova epidemia di influenza spagnola e 500 americani soffrirono di effetti neurologici secondari da vaccino.

Purtroppo questi eventi avversi hanno stimolato l’opinione pubblica antivaccinista e ci sono stati anche casi di fake news realizzate ad arte. Nel 1974 nel Regno Unito venne pubblicato uno studio che evidenziava 36 presunte reazioni avverse al vaccino per la pertosse, mettendone in dubbio l’efficacia costi/benefici. In tutta risposta, la copertura per il vaccino della pertosse calò dall’81% al 31%, provocando un’epidemia di pertosse che causò la morte di molti bambini. Nel 1998 nel Regno Unito venne pubblicato un articolo, a firma di Andrew Wakefield, che sosteneva un’associazione fra la vaccinazione MPR ( uno dei vaccini polivalenti ) e lo sviluppo di autismo e alcune patologie croniche intestinali. Sebbene questo studio si dimostrasse in seguito essere un falso  portò ad un calo della vaccinazione per parecchi anni e conseguentemente al diffondersi di un’epidemia di morbillo dovuta alla diminuzione dell’immunità di gruppo.

Oggi i vaccini sono i farmaci più sicuri che abbiamo, non vengono utilizzati più virus vivi attenuati e nemmeno inattivati ma proteine della superfice virale realizzate in laboratorio. Per questo motivo l’incidenza di gravi effetti collaterali è minima (meno di un caso su un milione), quindi meno di qualsiasi altro effetto collaterale dei normali farmaci che tutti noi utilizziamo. Il rapporto rischio-beneficio è quindi estremamente favorevole. Ma non solo, il rischio da reazione avversa da vaccino è nettamente inferiore al rischio di danno provocato dalla malattia virale che si vuole combattere. Per fare alcuni esempi si stima che in seguito ad infezione da morbillo la probabilità di sviluppare complicanze gravi e potenzialmente letali (come l’encefalite) sia del 5%, mentre la probabilità di effetti avversi dopo l’inoculazione del vaccino anti-morbillo è di circa lo 0.0001-0.0002%. La percentuale di decessi in caso di infezione da difterite e tetano è rispettivamente del 5% e 20%, mentre le probabilità di sviluppare reazioni avverse importanti dopo vaccinazione contro queste due malattie è sull’ordine dello 0.0005-0.007%. L’incidenza di autismo è identica nei bambini vaccinati e in quelli non vaccinati, come dimostrano ampissimi studi effettuati anche su individui che hanno un rischio particolarmente alto di sviluppare questo disturbo.

Per comprendere l’importanza delle vaccinazioni non dobbiamo dimenticare che la protezione immunitaria autonoma dell’essere umano è sempre stata insufficiente a difendersi dalle epidemie. Non furono i conquistatori spagnoli a sterminare la popolazione sudamericana ma le malattie che loro portavano e che divamparono fra persone non imunizzate. Certo le situazioni nelle varie epoche non sono paragonabili. A seconda del periodo storico la carenza sanitaria, igienica e nutrizionale poteva essere una delle primarie cause di diffusione epidemica delle malattie. Oggi però altre situazioni possono favorire il divampare di una malattia: l‘eccesso di antibiotici e sterilizzanti rende i nostri sistemi immunitari sempre meno efficaci. Su questo aspetto i vaccini possono avere una certa importanza perchè rafforzano le difese dei bambini proprio nel periodo in cui questi vengono tenuti lontano da ogni germe possibile e quindi non hanno l’opportunità di sviluppare un sistema immunitario variegato proprio perchè vivono in ambienti troppo igenizzati.

Ma un nuovo fattore, il più dirompente e che per la prima volta si affaccia nella storia umana, è la globalizzazione.  L’aumento progressivo della popolazione rende sempre più possibile il contagio e aumentano esponenzialmente i portatori di malattia nei milioni di viaggiatori giornalieri. Il virus può passare in poco tempo da un individuo all’altro e da un continente all’altro e produrre quindi facilmente una pandemia devastante. Il paragone di un cerino acceso in un fienile è calzante. Se adesso riducessimo la protezione vaccinale in una popolazione sempre meno abituata a convivere con batteri e virus e quindi con un’attività immunitaria insufficiente provocheremmo in poco tempo lo sterminio dell’umanità intera o quasi…come successe nella popolazione Inca a causa dei virus europei.

Inoltre i vaccini sono determinati non solo per la malattia esantematica manifesta ma anche per le successive patologie che lo stesso virus può scatenare nell’arco della vita di ognuno di noi. Ogni virus ha un ciclo “litico” ed uno “lisogeno”. Il primo utilizza la nostra cellula come incubatore per replicarsi, alla nascita dei virus la cellula esplode, quindi le nostre cellule muoiono, stiamo male e manifestiamo la malattia diventando untori, contagiando altri esseri umani. Il secondo è il procedimento che il virus utilizza per nascondersi dentro la cellula quando viene colpito dai farmaci antivirali o dal sistema immunitario. Questi non riescono quasi mai a distruggere il virus e lui si nasconde in alcune cellule, spesso quelle del Sistema Nervoso e Linfatico, integrandosi con il nostro DNA: il risultato sono tumori, malattie neurologiche e malformazioni che potremmo evitare se vaccinati.

E quindi necessario assolutamente contrastare le credenze popolari “antivax”. Alcuni studi mostrano che i motivi degli oppositori odierni sono analoghi ai motivi degli oppositori di cinquant’anni fa, ovvero che si tratti di un pratica dannosa per la salute, che siano nascoste le reazioni avverse e che tale pratica sia disposta solo per fare arricchire le aziende produttrici di vaccini. Tale contesto è stato da alcuni attribuito ad una sorta di disadattamento alla modernità, ovvero alla difficoltà di alcuni individui a calcolare rischi e benefici di una cosa data l’enorme mole di informazioni attualmente disponibili.

Alcuni aspetti di veridicità di questi movimenti potrebbe esserci in un solo caso: l‘effetto “gregge”. Cioè l’intento di vaccinare la maggior parte della popolazione potrebbe non essere efficacie per eradicare il virus e quindi la malattia dalla faccia della terra. Secondo il principio dell’immunità di gregge, nelle malattie infettive che vengono trasmesse da individuo a individuo, la catena dell’infezione può essere interrotta quando un gran numero di appartenenti alla popolazione sono immuni o meno suscettibili alla malattia. Il vaiolo è stato eliminato grazie a questo meccanismo, ma il vaccino antivaioloso era un virus vivo attenuato, quindi con rischi collaterali oggi improponibili. E’ possibile che l’utilizzo dei vaccini attuali, che contengono solo particelle virali e non tutto il virus, non sia in grado di dare la forza immunizzante dei virus vivi. Questo porta alla necessità di numerosi richiami e una maggiore difficoltà nell’azzerare completamente la malattia.

Per dare un’informazione completa sulla questione dei vaccini bisogna affrontare anche l’aspetto economico che non porta ad arricchire le case farmaceutiche. Prendiamo in considerazione l’anno 2015 dove tutti i vaccini in Italia hanno fatturato 318 milioni di euro, pari all’1,4% della spesa farmaceutica. I farmaci contro una sola malattia per la quale non abbiamo il vaccino, l’epatite C, hanno fatturato sei volte tanto. Ogni euro speso in vaccini ne fa risparmiare almeno trenta in cure: il vero affare per le case farmaceutiche sono gli individui non vaccinati e le malattie per le quali non abbiamo il vaccino.

Oggi in Italia l’argomento vaccinazione è di particolare interesse per il decreto legge del governo Gentiloni che reintroduce l’obbligatorietà delle vaccinazioni per l’iscrizione a scuola per la fascia di età tra 0 e 6 anni, e aggiunge oltre alle quattro vaccinazioni obbligatorie per legge (difterite, tetano, poliomielite ed epatite B) quelle per morbillo, parotite e rosolia (la trivalente MPR), pertosse ed Haemophilus B, varicella e meningococco B e C.  Il medico Roberto Gava e il medico legale Dario Medico sono stati radiati dall’albo a causa delle loro posizioni critiche sull’utilizzo dei vaccini. Speriamo che siano casi isolati e che la comunità scientifica sia finalmente in grado di comunicare correttamente con se stessa e con la popolazione italiana che ha il diritto di ricevere una informazione chiara e comprensibile.

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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