Lo scrigno dell’arte: Maria Carla Prevedello e l’uso dell’oro

Maria Carla Prevedello, Nel Colore Della Luce, olio su tavola e oro zecchino, 51×71, 2006.

Nel 1989 principia studi di iconografia bizantina nei monasteri della scuola dell’iconografo italiano Giovanni Mezzalira e dell’iconografo russo A. Stal’nov di San Pietroburgo e l’oro, simbolo del sacro, da questo momento verrà immesso con vigore nelle opere dell’artista e ne andrà a potenziare ancor più l’energia. La Prevedello vede anche nell’oro il simbolo della metamorfosi e della trasmutazione. L’oro è al vertice delle caratteristiche simboliche rispetto agli altri metalli ed è simbolo di purezza e perfezione, è il simbolo dello sforzo per raggiungere l’ultima e intima verità delle cose ed anche della perfezione estetica e morale.
L’oro è il modello massimo dell’esistenza. Oltre ciò l’oro è simbolo di eternità, regalità e divinità, simbolo di resistenza ad ogni aggressione, è inossidabile e duro, permanendo nel tempo e dunque, grande ed infinito. Questo metallo richiama la simbologia del sole, come la luce, il calore, vita e benessere e grazie alla sua lucentezza, diventa simbolo di illuminazione interiore, della conoscenza intellettuale e dell’esperienza spirituale. Nella religione cristiana, nella quale il simbolismo solare ha un chiaro riferimento a Gesù Cristo, l’oro diventa il metallo simbolico più diffuso e pregnante in tutte le arti liturgiche. Tant’ è vero che l’artista stessa, formata dai migliori studiosi del Pontificio Consiglio per la Cultura, si occupa anche di arte sacra e liturgica.

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