Geert Wilders punta alla vittoria elettorale in Olanda per distruggere l’Europa

Geert Wilders è un furbo populista che ama mettere in guardia circa i pericoli degli immigrati musulmani. Con un singolo Tweet ben lanciato, ha incendiato la scena politica della sua nazione per giorni. E, in un momento di relativa prosperità per giunta, è riuscito a concentrare timori oscuri su quanto sta accadendo nelle moschee in tutta Olanda.

 

Il politico olandese biondo ossigenato (per sua stessa ammissione) Geert Wilders sta seguendo lo stesso canovaccio di Trump da molto prima che il presidente degli Stati Uniti iniziasse la sua “campagna degli insorti” per la Casa Bianca. E nelle elezioni olandesi di mercoledì, Wilders ha una forte possibilità di uscire vincitore. Esattamente, il nuovo premier olandese potrebbe essere un politico che vuole vietare il Corano, chiudere le moschee e capovolgere la scena politica sonnolenta della sua nazione.

I leader nervosi di tutta Europa stanno osservando l’Olanda con attenzione questa settimana per trovare indizi sulle imminenti elezioni di quest’anno in Francia e Germania. Wilders, anti-Islam, e anti-Unione Europea sta inoltre capitalizzando i timori per l’ondata di profughi per lo più musulmani e migranti arrivati (pochi) nei confini Olandesi negli ultimi anni.

Geert Wilders si vedrà certamente sbarrato il potere dai partiti, tutti, che si rifiutano di cooperare con lui, ma ha già ottenuto una linea molto più dura per gli immigrati. Ansioso di catturare gli elettori di Wilders infatti, il primo ministro olandese Mark Rutte ha detto di recente che “gli immigrati che non lavoreranno e non si inseriranno nella società olandese dovranno lasciare il paese”. Uno stacco forte da una secolare tradizione olandese di accettazione.

“Queste elezioni sono storiche, perché l’Olanda può scegliere il 15 marzo, se vuole dare via la nostra vita o se vuole riprendersela” ha tuonato il biondo Wilders questo mese. Stesso copione quindi della moda del momento: parlare alla pancia del paese in sinergia con i “fratelli populisti” europei E NON, (The Donald, Le Pen, Salvini, Farage) un bel risotto primavera insomma.

Anche se spopola nelle radio olandesi e nelle discussioni politiche, Wilders concede raramente interviste ai media, preferendo evitare domande difficili e comunicando attraverso Twitter (anche qui ricorda populisti nostrani). Wilders è strano, è razzista, ma sua madre è indonesiana, si tinge i capelli e si stira i riccioli scuri, rinnega ed emargina la sua stessa etnia. Un uomo rancoroso, forse per questo motivo così popolare.geert wilders

“Da quando ho saputo di lui a partire dal 1997, ha sempre parlato dei pericoli dell’Islam radicale. E nessuno in politica era interessato” ha dichiarato Mark Verheijen, un ex dirigente del Partito popolare ed ex dirigente di centro-destra di “libertà e democrazia”, dove Wilders ha iniziato la sua carriera prima di formare un proprio partito.

Anno decisamente a rischio il 2017 per l’Unione Europea.
L’Olanda sarà il primo banco di prova per Bruxelles, ma non l’ultimo. Poi sarà il turno della Francia, con le elezioni presidenziali il 23 aprile e il 7 maggio. E dopo, il 22 settembre, la Germania andrà a votare per le politiche. E i sondaggi parlano di molti cittadini “stanchi” dell’Unione.

Intanto Wilders continua la campagna anti-europeista:

«L’Europa non è riformabile. L’Europa è un’unione politica, così è stata costruita, è la sua natura, resterà per sempre un’unione politica, qualsiasi riforma o cambio di direzione ci spossa essere. E questo non va bene, è inaccettabile. Invece di riformare, o di discutere, o di trovare un accordo, è molto più semplice ed efficace riprenderci il potere che ci appartiene. Io voglio essere responsabile del mio destino».

Fine dell’istituzione insomma, ritorno al feudo Nazionale, ed agli antichi Odi.

Parafrasando Sting mi viene da scrivere “Spero che gli Olandesi amino i loro bambini come noi”.

Mercoledì sapremo

 

Claudio G.Torbinio

@holyghostpro

 

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