Palestina: UAWC chiede che ANP rispetti le promesse fatte alle donne 

L’UAWC (Union of Agricultural Work Committees) nasce grazie alla forza di gruppi volontari costituiti da agricoltori e agronomi per la tutela dei diritti dei contadini e dei territori palestinesi. A causa della confisca delle terre e dell’acqua da parte dello stato d’Israele, migliaia di ettari coltivabili rischiano di scomparire. La politica israeliana di oppressione ed intimidazione nei confronti della popolazione palestinese ha portato sino ad oggi alla distruzione di centinaia di piante di ulivi, con il conseguente disastro economico per numerose famiglie, trovatesi improvvisamente senza fonti di sostentamento.

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Credits Hamde Abu Rama

In questi ultimi mesi riflettendo sulla Palestina ed il Medio Oriente, soprattutto dopo l’arrivo del presidente Trump al potere, non possiamo nascondere le numerose perplessità che affiorano attraverso le notizie pervenute ad oggi dai media. Si evidenziano discriminazioni continue e violazioni dei diritti umani a discapito di donne e bambini. Per questo motivo l’associazione palestinese che si occupa della tutela del lavoro agricolo e non solo, ma anche dell’assistenza legale di donne e uomini detenuti nelle carceri israeliane, tiene a ricordare l’importanza fondamentale della figura femminile nella società moderna. Spesso essa viene sottovalutata all’ interno di molte culture tra cui quella occidentale, in cui ancora oggi non vi è una parità sia lavorativa che sociale in grado di definirne una reale vittoria. La donna è da sempre perno non solo della famiglia, ma della quotidianità e della stabilità psicologica dei bambini che vivono all’interno del nucleo familiare. Per questo motivo UAWC dalla terra di Palestina tiene a ricordare attraverso questo comunicato stampa dell’ importanza della donna nella società di oggi anche all’ interno dei territori occupati.

Antonietta Chiodo

CS – Unione of Agricultural Work Committees (UAWC)

La nostra organizzazione conferma dal 1986 il suo riconoscersi liberale e progressista, confermando così il principio fondamentale basato sull’ importanza dell’ emancipazione femminile, dove UAWC ritiene che la liberazione di ogni società potrà essere raggiunta assicurando la liberazione delle donne e la loro partecipazione egualitaria in tutti i settori, vedendola spesso numericamente paritaria alla figura maschile.  Teniamo a ricordare inoltre l’ importanza della figura femminile palestinese, come donna dotata di coraggio e forza, donna che resiste da settant’ anni alle inclusioni armate e lotta quotidianamente per la tutela e la coltivazione delle proprie terre. Ricordiamo pur vivendo in un paese musulmano che lottiamo da decenni per la parità della donna e della sua tutela, lottiamo quotidianamente contro leggi ancora arretrate che discriminano la figura femminile. Dal 1981 UAWC ha reso attuabili leggi interne per la tutela e la parità della donna nel lavoro agricolo, non accettando nessun tipo di discriminazione ed insubordinazione nei confronti delle donne lavoratrici non solo nell’agricoltura ma assicurandone tutti i diritti economici, sociali, culturali, civili e politici. Chiediamo quindi all’ Autorità Palestinese di confermare le sue dichiarazioni circa il diritto delle donne di piena uguaglianza, attuando azioni reali sul campo.

Un saluto a tutte le donne arabe che combattono ogni giorno contro la discriminazione e la guerra, chiediamo che l’ 8 marzo non sia una festività qualsiasi ma un diritto quotidiano inalienabile 365 giorni ogni anno della nostra preziosa vita.

Antonietta Chiodo

Antonietta Chiodo, nata a Roma nel 1976, cresciuta a Milano, nel 2003 si trasferisce a Torino collaborando con il Gruppo Abele, denunciando tra l’altro le detenzioni carcerarie dei minori e gli stati di abbandono delle popolazioni colpite dall’ AIDS. Continua il lavoro di ricerca con associazioni legate alla tutela dei minori e delle donne rifugiate in Italia, collaborando tra l’altro alla stesura di un libro della studiosa italiana Milena Rampoldi contro le MGF. Continua a scrivere articoli per il portale internazionale ProMosaik, focalizzando soprattutto sulla Palestina. Nel 2011 trascorre due mesi ad Aleppo, al fianco della popolazione colpita dalla guerra con attivisti e dottori europei volontari. Tra il 2012 ed il 2013 in Brasile sostiene la formazione culturale dei bambini delle Favelas. Scrive per Pressenza, e tutt’oggi per ProMosaik e Social News. Tra il 2014 e il 2015 segue gli sbarchi dei profughi in Calabria e le sparizioni dei bambini non accompagnati. Nell’autunno del 2016 si reca in un campo profughi palestinese. Ritornata in Italia, in collaborazione con l’attivista Dario Lo Scalzo, giornalista e video maker, prenderà vita il progetto “La Pace dei Bimbi” che la vedrà nei mesi da Aprile a Luglio 2017 impegnata nei campi profughi della Cisgiordania per far sentire la voce dei bambini, cresciuti sotto l’occupazione israeliana. 

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