Industria 4.0, come vivremo nel futuro (prossimo)?

 

Negli ultimi 150 anni il mondo ha vissuto tre rivoluzioni industriali. La prima, più famosa, tra il 1760 e il 1840, non ha precedenti nel modo in cui ha influenzato la vita quotidiana, sostanzialmente invariata fin dal Medioevo.

La seconda rivoluzione industriale ha comportato l’introduzione diffusa dell’acciaio, l’elettrificazione delle fabbriche e l’introduzione della produzione di massa e Catena di montaggio.
La terza (o rivoluzione digitale) ha avuto luogo verso la seconda metà del ventesimo secolo, e ha visto l’industria effettuare il passaggio dalla tecnologia meccanica e elettronica analogica, alla elettronica digitale.

La rivoluzione digitale ha segnato l’inizio dell’era dell’informazione in cui viviamo e quindi è giusto, al momento della imminente comparsa della quarta rivoluzione industriale, dargli un nome digitale.

 

 

Cosa intendiamo, invece, per Industria 4.0?

L’Industria 4.0 potrà effettivamente creare quella che è stata definita una ‘fabbrica intelligente’, che utilizza una tecnologia all’avanguardia, compresi i sistemi informatici-fisici la Quanto-Informatica, Internet delle cose e il cloud computing, al fine di monitorare i processi di fabbrica e prendere decisioni informate da remoto.

All’interno di queste nuove fabbriche intelligenti, i sistemi informatici fisici (controllato o monitorato da algoritmi basati su computer integrati con internet) creano copie virtuali del mondo fisico, al fine di comunicare tra di loro, e gli esseri umani, attraverso l’Internet delle cose: frigoriferi, automobili e interi edifici hanno di fatto già la connettività di rete, permettendogli di inviare e ricevere dati.

Questi prodotti intelligenti connessi utilizzano i dati per creare nuovi modelli di business digitali che coniugano i computer e l’automazione insieme in un modo completamente nuovo, con i computer dotati di algoritmi di apprendimento automatico, consentendo al sistema di ‘imparare’ e operare con poco input da parte degli esseri umani.

Per molti può sembrare una sciocchezza futuristica ma nonostante la premessa ambiziosa ma l’Industria 4.0 è tutt’altro che fantascienza. La maggior parte di queste tecnologie digitali sono in opera da tempo, ma molti non sono ancora pronti per l’applicazione su larga scala, e non senza serio investimento da parte degli operatori industriali. O addirittura, senza l’assistenza significativa dei governi.

Anzi, le PMI europee, senza il sostegno del governo significativo, faranno ben pochi progressi.
L’anno scorso il governo tedesco si è impegnato circa 500 milioni di € per incoraggiare la ricerca in tutto il mondo accademico, imprese e governo nel concetto di industria 4.0.
E negli Stati Uniti esiste Smart Manufacturing Leadership Coalition (SMLC), un’organizzazione finanziata con $140 milioni di investimenti pubblico-privato, costituito da aziende tech, produttori, fornitori, agenzie governative, università e scienziati, i quali hanno la obiettivo comune di far progredire il concetto di industria 4.0.

Parlare un nuovo linguaggio

Secondo un rapporto solo l’8% dei produttori EU ha una significativa comprensione dell’Industria 4.0, nonostante il 59% riconosca che la quarta rivoluzione industriale avrà un grande impatto sul loro settore.

Quindi, chiaramente c’è una buona dose di lavoro da fare, ed è probabile qualcosa che sarà all’ordine del giorno nella nuova stagione industriale.

Il progresso tecnologico continua a muoversi ad un ritmo senza precedenti, non c’è dubbio che le industrie tradizionali avranno bisogno di fare tutto il possibile per evitare di essere confinate dalla storia. Tuttavia una nota positiva, mentre l’industria in generale, non ha avuto molti vantaggi dall’avvento di Internet, in futuro questi potrebbero diventare più grandi, grazie ad aziende hi-tech e alla spinta dei consumatori. Nei prossimi quindici anni le aziende industriali digitali aggiungeranno  15000 Miliardi di dollari al PIL globale.

…e i rischi?

L’Industria 4.0 deve fare i conti con una carenza di manager in grado di governare il processo di trasformazione in atto nelle aziende.Una generazione di figure professionali tutte da inventare, con un background multidisciplinate, smart e informali, per parlare con ragazzini di 17 anni che saranno consumatori ma anche innovatori.
Per gestire la rivoluzione del digitale, c’è bisogno di una vera rivoluzione industriale che sappia mettere insieme tutti gli attori e al cui tavolo siano presenti anche i manager, ma manager 4.0.

Una rivoluzione, per l’appunto.

 

Claudio G. Torbinio

@holyghostpro

 

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