La legge e la società civile contro la violenza sulle donne

 C’è un momento che devi decidere. O sei la principessa che aspetta di essere salvata, o sei la guerriera che si salva da sé. Io credo di aver già scelto: mi sono salvata da sola.

Questa frase, così forte, è di Marilyn Monroe, icona sexy per eccellenza che pure aveva compreso che la sua bellezza ed il suo ruolo non l’avrebbero salvata e che l’unica strada per le donne è quella di salvarsi da sé: è solo con la consapevolezza, con l’emancipazione che le donne possono interrompere la spirale di violenza e di sopraffazione che sembra non finire mai.

E’ di queste ultime ore la notizia dell’ennesimo femminicidio consumatosi tra le mura domestiche: si chiamava Elizabeth, era peruviana, aveva 29 anni, strangolata in casa alla periferia di Monza dal suo convivente di 56 anni, un italiano che l’ha uccisa davanti ai due figli di lei; la sua colpa sempre la stessa: voleva lasciarlo e lui non poteva accettare questo “affronto”.

La macabra contabilità di questo fenomeno parla di 116 vittime dall’inizio dell’anno, forse i dati sono in lieve miglioramento rispetto agli anni precedenti, segno che le politiche di repressione poste in essere con la legge 15 ottobre 2013 n. 119 hanno prodotto qualche risultato, ma finchè ci sarà anche una sola donna uccisa solo perchè tale, la battaglia non sarà vinta e vero snodo per creare coscienza e possibilità di emancipazione e riscatto sono i centri antiviolenza e le strategie di prevenzione ed aiuto.

Su questo versante le promesse della legge 119 sono rimaste inattese:

  • il Piano nazionale contro la violenza sulle donne, approvato dal Consiglio dei Ministri, risulta solo annunciato l’8 marzo scorso con un avviso in Gazzetta ma da allora nessuno ne ha saputo più nulla
  • i pochi fondi veramente stanziati a fronte della dotazione iniziale, sono spesso distribuiti a “pioggia” verso una miriade sportelli, centri e iniziative di ogni tipo proliferati solo per accedere ai finanziamenti.

Come sempre è necessario coordinamento e professionalità: non tutto può essere lasciato al lavoro volontario, va data continuità agli interventi a favore delle vittime che devono ricevere assistenza sia dal punto di vista psicologico che legale.

Sul fronte giuridico interessante è la proposta di legge di rafforzare, già nelle prime fasi del processo penale, la tutela per i figli orfani di un genitore ucciso dall’altro coniuge.

In sintesi, per questi soggetti vittime “collaterali” del femminicidio, ma in qualche modo orfani due volte perchè un genitore gli è stato tolto e l’altro è l’autore dell’omicidio e va in carcere, viene previsto:

  • il gratuito accesso al patrocinio a spese dello Stato
  • il rafforzamento dell’istituto del sequestro conservativo, per meglio garantire il loro diritto al risarcimento del danno
  • l’eliminazione del diritto al godimento dell’eredità e della pensione di reversibilità per i colpevoli di omicidi del coniuge

Speriamo che questa legge possa essere approvata in tempi brevi e che le misure già previste dalla l. 119 vengano finalmente attuate con l’emanazione del piano nazionale contro la violenza e l’effettivo accesso ai contributi pubblici da parte degli operatori qualificati.

violenza sulle donne

La Giornata contro la violenza sulle donne: il 25 novembre, perchè?

La commemorazione di questa data ha origine dal primo Incontro Internazionale Femminista, celebrato in Colombia nel 1980. In quell’incontro la Repubblica Dominicana propose questa data in onore alle tre sorelle Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal: la loro colpa fu quella si essersi opposte con coraggio al regima di Rafael Léonidas Trujillo, dittatore della Repubblica Dominicana, che costrinse l’intera popolazione a vivere in una condizione di arretratezza per oltre 30 anni. Progressivamente, molti paesi si unirono nella commemorazione di questo giorno, come simbolo del clamore e della denuncia del maltrattamento fisico e psicologico di donne e bambine. Nel 1998 l’assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò all’unanimità la internazionalizzazione della commemorazione di questa data. Il 17 dicembre 1999 l’assemblea generale delle Nazioni Unite approvò la risoluzione 54/134, con cui scelse la data del 25 novembre per la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, sempre in omaggio alle sorelle Mirabal.

Il brutale assassinio del 1960 viene ricordato ogni anno quale simbolo di soprusi e violenze cui le donne sono ancora costrette a subire.

Il rapporto sui numeri della violenza sulle donne in Italia

La fonte più attendibile sul fenomeno italiano del femminicidio è il rapporto elaborato dall’Eures.

L’ultimo pubblicato ad oggi è il III ed è relativo ai dati fino al 2014.

Se è possibile indicare delle linee di tendenza nei femminicidi di coppia (che rappresentano oltre i 2/3 del fenomeno complessivo) c’è una crescente vittimizzazione delle donne uccise all’interno di una relazione di coppia, risultando nel 2014 più elevata la presenza di donne maltrattate prima di essere uccise (30,9%), attraverso violenze fisiche (23,5%) e/o psicologiche (20,6%) o attraverso altre forme vessatorie o persecutorie, il che evidenzia quanto importante sia la prevenzione e l’intervento immediato al primo manifestarsi della violenza; altro dato su cui riflettere è che in oltre il 44% dei casi di omicidio all’interno della coppia il movente è la gelosia o il possesso.

Per saperne di più:

Il convegno dalla Violenza contro le donne alla Violenza degli uomini

STOP alla Violenza contro le donne (SocialNews, Luglio/Agosto 2016)

Gea Arcella, notaio

Gea Arcella

Nata a Pompei, dopo gli studi classici svolti a Torre Annunziata, si è laureata in Giurisprudenza presso l'Università di Trieste nel 1987. Nel 2007 ha conseguito con lode un master di II livello presso l'Università “Tor Vergata” di Roma in Comunicazione Istituzionale con supporto digitale. E' notaio in provincia di Udine e prima della nomina a notaio ha svolto per alcuni anni la professione di avvocato. Per curiosità intellettuale si è avvicinata al mondo di Internet e delle nuove tecnologie e dal 2001 collabora con il Consiglio Nazionale del Notariato quale componente della Commissione Informatica . Già professore a contratto presso l'Università Carlo Bò di Urbino di Informatica giuridica e cultore della materia presso la cattedra di diritto Civile della medesima Università, attualmente è docente presso la Scuola di Notariato Triveneto e Presso la Scuola delle Professioni legali di Padova di Informatica giuridica e svolge attività formative sia interne che esterne al Notariato. E' socia di diverse associazioni sia culturali che orientate al sociale, crede che compito di chi ha ricevuto è restituire, a partire dalla propria comunità. 

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