La carta di Milano, vera eredità culturale di Expo Milano 2015, chiedeva con forza ai governi di includere il problema degli sprechi e delle perdite alimentari e idriche all’interno dell’agenda internazionale e nazionale, per cui non è casuale che il 14 settembre 2016 sia andata in vigore la legge n. 166 sugli sprechi alimentari e farmaceutici.
L’Italia è il secondo Paese europeo a dotarsi di una normativa di questo tipo, dopo la Francia che ha approvato una legge simile lo scorso febbraio; mentre il modello francese si concentra sulle penalizzazioni degli sprechi (con multe e sanzioni), quello italiano punta sugli incentivi e sulla semplificazione burocratica.
L’obiettivo del provvedimento è la riduzione degli sprechi in tutto il ciclo di vita dei prodotti alimentari, farmaceutici o di altri prodotti: produzione, trasformazione, distribuzione e somministrazione.
Gli alimenti
La legge:
- definisce per la prima volta i termini di “eccedenza“e “spreco” alimentari,
- fa chiarezza tra il termine minimo di conservazione e la data di scadenza, (le eccedenze con irregolarità di etichettatura possono essere cedute purché queste non riguardino la data di scadenza o possibili sostanze che provocano allergia)
- punta a semplificare le procedure per la donazione, (fino a 15.00,00 Euro di valore non è necessario fare alcuna comunicazione fiscale, così come per i prodotti alimentari facilmente deperibili) nel rispetto delle norme igienico-sanitarie e della tracciabilità
- consente la raccolta dei prodotti agricoli che rimangono nei campi e la loro cessione a titolo gratuito
- prevede in modo chiaro che il pane potrà essere donato nell’arco delle 24 ore dalla produzione
- permette ai clienti l’asporto dei propri avanzi con la ‘family bag‘, per ridurre gli sprechi alimentari nel settore della ristorazione
- consente che le eccedenze alimentari non idonee per l’essere umano, siano destinate ad animali così come i prodotti alimentari idonei al consumo umano o animale oggetto di confisca possono essere ceduti gratuitamente.
Gli operatori del settore alimentare possono cedere le eccedenze a soggetti donatori e questi a loro volta a persone indigenti solo in maniera gratuita, possono essere considerati “soggetti donatori” non solo le onlus, ma anche gli enti pubblici.
I medicinali non utilizzati e altri prodotti
La legge prevede la possibilità di donare medicinali non utilizzati a organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS) e la distribuzione gratuita diretta a soggetti indigenti o bisognosi da parte di quest’ultime, a condizione che dispongano di personale sanitario.
I medicinali dovranno essere donati in confezioni integre, correttamente conservati e ancora nel periodo di validità, in modo tale da garantire la qualità, la sicurezza e l’efficacia originarie; sono esclusi i medicinali da conservare in frigorifero a temperature controllate, quelli contenenti sostanze stupefacenti o psicotrope e i medicinali dispensabili solo in strutture ospedaliere.
È prevista, inoltre, la distribuzione di articoli e accessori di abbigliamento usato a fini di utilità sociale.
Gli incentivi e la formazione contro lo spreco
Per chi possiede un’attività nel settore alimentare, panifici, gastronomie, farmacie e negozi di abbigliamento ed effettua una donazione delle eccedenze a bisognosi ed organizzazioni non profit, riceve benefici a livello fiscale: l’operatore economico, infatti, potrà godere di una riduzione sulla tassa rifiuti, in misura proporzionale al cibo o al materiale che ha donato, a patto che la donazione sia tracciata e sia possibile fornirne prova.
Non sarà poi richiesta la forma scritta per le donazioni gratuite di cibo, farmaci e altri prodotti e saranno coinvolte nella prevenzione dello spreco anche le mense scolastiche, aziendali e ospedaliere. La Rai deve assicurare un numero adeguato di ore di informazione e di diffusione di messaggi per promuovere comportamenti e misure volti a ridurre gli sprechi alimentari, energetici e di altro genere.
Infine più spazio alle cosiddette produzioni a ‘chilometro zero’, che dovranno essere promosse dal ministero delle Politiche agricole nel quadro di azioni e di iniziative di comunicazione mirate alla riduzione degli sprechi
Le definizioni:
- Eccedenze alimentari: prodotti alimentari che, fermo restando il mantenimento dei requisiti di igiene e sicurezza, rimangono invenduti per varie cause.
- Spreco alimentare: i prodotti alimentari, agricoli e agro-alimentari, ancora commestibili, che vengono scartati dalla catena agroalimentare per ragioni commerciali, estetiche o perché in prossimità della data di scadenza.
- Termine minimo di conservazione: la data fino alla quale un prodotto alimentare conserva le sue proprieta’ specifiche in adeguate condizioni di conservazione. Gli alimenti che hanno superato tale termine possono essere ceduti , garantendo l’integrita’ dell’imballaggio primario e le idonee condizioni di conservazione;
- Data di scadenza: la data che sostituisce il termine minimo di conservazione nel caso di alimenti molto deperibili dal punto di vista microbiologico oltre la quale essi sono considerati a rischio e non possono essere trasferiti ne’ consumati.
Gea Arcella, Notaio