Dall’inizio dell’anno, in Italia, sono stati registrati oltre 30 femminicidi. Nella maggioranza dei casi, gli esecutori erano familiari o persone con le quali la vittima aveva avuto una relazione affettiva. Possiamo affermare di trovarci di fronte ad un aggressore incline alla violenza: un marito che ha vessato la moglie per anni o un ex che uccide per la tormentata, incontrollata ed ossessiva gelosia verso la donna che cerca di sfuggirgli. Nel 2015 sono state 128 le donne uccise in Italia, prevalentemente dal marito o dal compagno. Troppe, anche se il dato è in calo del 6,57% rispetto al 2014, quando si sono contati otto omicidi in più.
Secondo i dati ISTAT, nel 2015, il 35% della popolazione femminile mondiale ha subito una violenza, provocata da una mancata uguaglianza effettiva di genere. Sempre secondo questi dati, sono più di 6 milioni le donne vittime, nel corso della propria vita, di una violenza, fisica o sessuale. Nella maggior parte dei casi (31%), le vittime hanno un’età compresa tra i 16 ed i 60 anni. Di esse, il 12% tace sulle violenze subite. Il 10,6% ha subito violenze prima dei 16 anni.
Aumenta la percentuale dei figli che hanno assistito ad episodi di violenza sulla propria madre (dal 60,3% del 2006 al 65,2% del 2014).
Limitandosi agli ultimi 5 anni, sono più di 4 milioni le donne che hanno subito violenza, fisica o sessuale.
Le donne separate o divorziate hanno subito in misura maggiore rispetto alle altre (51,4% contro 31,5%).
Critica anche la situazione delle donne affette da problemi di salute o disabilità: ha subito violenza il 36% di chi accusa cattive condizioni di salute ed il 36,6% di chi soffre di limitazioni gravi. Il rischio di subire stupri o tentativi di stupro è doppio (10% contro il 4,7%) rispetto al resto della popolazione.
Circa 3 milioni di donne hanno subito episodi di stalking nel corso della loro vita. In poco meno della metà dei casi, il carnefice è l’ex. Il problema principale rimane sempre la mancata denuncia: il 78% delle vittime ha preferito il silenzio.
Non emergono particolari differenze a livello territoriale: le violenze fisiche e sessuale sono solo leggermente più diffuse al Centro e al Sud.
Le donne straniere hanno subito violenza, fisica o sessuale, in misura simile alle Italiane nel corso della vita (31,3% e 31,5%). Disaggregando il dato, emerge che la componente fisica è più frequente fra le straniere (25,7% contro 19,6%), quella sessuale tra le italiane (21,5% contro 16,2%). Le straniere sono molto più soggette a stupri e tentati stupri (7,7% contro 5,1%).
Per combattere il fenomeno, risultano fondamentali i centri antiviolenza presenti sul territorio. Le regioni dotate di più centri sono Lombardia (21 centri), Piemonte e Toscana (20 centri). Fanalino di coda Umbria e Valle D’Aosta con un solo centro per regione.
I numeri appena esposti mostrano un’Italia distrutta dalla violenza di genere. Alcuni dati fanno, però, sperare in un’inversione di tendenza. Rispetto all’indagine ISTAT del 2006, negli ultimi 5 anni le violenze sono diminuite dal 13,3% all’11,3%, rispetto ai 5 anni precedenti il 2006. E’ in calo la violenza, fisica e sessuale, da parte di partner ed ex (dal 5,1% al 4% la fisica, dal 2,8% al 2% la sessuale) e non partner (dal 9% al 7,7%). In quest’ottica vanno interpretate le dichiarazioni del Ministro Maria Elena Boschi: secondo i dati del Viminale, il fenomeno del femminicidio è sceso nei primi cinque mesi dell’anno del 20% rispetto allo stesso periodo del 2015.