Una voce dal limbo

Il progetto “A_to_B” ha seguito Wissam nel suo viaggio verso l’Europa grazie a una pagina Facebook, un profilo Twitter e un canale Youtube

Angela Caporale

12187769_1671387813132218_3715397013084640503_nWissam ha 26 anni ed è nato a Damasco. Ha vissuto in Siria con la sua famiglia fino a quando la guerra civile, ormai quattro anni fa, ha sconvolto la sua vita insieme a quella di milioni di Siriani. Studiava Management del turismo, Wissam, e sognava di lavorare in un grande albergo.

Tre anni fa ha deciso di scappare insieme ad uno dei suoi fratelli perché la Siria, oggi, non è un posto sicuro per nessuno. Ha provato a raggiungere l’Europa legalmente: ha inviato application per Università e borse di studio, ha richiesto visti turistici, ma anche quando un’Università tedesca l’aveva finalmente accettato, la burocrazia ha vanificato tutti gli sforzi profusi.

Conosciamo la sua storia perché, per caso o per fortuna, grazie a WeChat è entrato in contatto con una ragazza italiana. Insieme hanno deciso di dar vita al progetto “A_to_B”, una pagina Facebook, un profilo Twitter e un canale YouTube dai quali Wissam può raccontare il suo viaggio in prima persona. Attraverso piccoli audio-messaggi settimanali, è diventato possibile confrontarsi direttamente con un richiedente asilo seguendo tutti i passaggi di quel viaggio che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi mesi.

Ecco, allora, che torniamo sulla spiaggia di Bodrum, Turchia, dove Wissam e i suoi compagni di viaggio hanno aspettato per giorni il loro turno di prendere il mare alla volta di Kos, Samos, Lesbos ed altre isole greche.
“Le giornate sono tutte uguali. Stiamo in spiaggia e aspettiamo perché stare negli hotel è troppo costoso. Aspettiamo una chiamata, un contatto, da parte dei trafficanti. Sto semplicemente seduto qui e non so cosa succederà poi.” Nell’attesa, si discute della situazione in Siria, dei motivi che l’hanno spinto, insieme ad altri 4 milioni di Siriani, a lasciare il proprio Paese: attraverso i messaggi vocali, Wissam spiega che ha lasciato l’Università per non essere costretto a prendere parte alla guerra, che fosse con il Free Syrian Army o con l’esercito degli Assad. Fa il punto anche sul conflitto e sulle forze in campo: “Tutti combattono per l’Islam, tutti sono costretti a prendervi parte e non sembra esserci scampo”. In sottofondo si sente un bambino piccolo piagnucolare e qualche risata.11998826_1655016494769350_8292370619140783866_n

Da Bodrum, Wissam è arrivato a Samos, dove è gli è stato assegnato un numero per la prima volta, il 315. Insieme a molti altri richiedenti asilo e migranti è stato trasferito ad Atene, dove la polizia greca ha scortato il gruppo fino al confine, affidandolo all’esercito macedone. Ha proseguito il suo viaggio attraverso la Macedonia, dove gli è stato assegnato il numero 33. Camminando sotto la pioggia e nel fango ha raggiunto la Serbia “dove ci hanno divisi in gruppi, il mio era il numero 95”, la Croazia, l’Ungheria “dove l’esercito ci ha circondato. Sembrava pronto ad usare le armi contro di noi, mi sono spaventato. Ovunque mi girassi c’era qualcuno che imbracciava un’arma contro di noi”, l’Austria e, infine, l’accogliente Germania, che ha sospeso l’applicazione del regolamento di Dublino. Al proposito, Wissam si chiede davvero cosa cambi dopo questa decisione: “Quindi? Se non sono in Europa e non ho alcuna via legale per arrivarci, cosa cambia? Grazie Germania per avermi incoraggiato ad affidarmi ai trafficanti senza arrendermi mai.”

12036748_1657729931164673_4756874426374002788_nA Monaco l’accoglienza non è stata delle migliori: tra l’assenza di coperte e la confusione sulle informazioni, a Wissam è stato assegnato un nuovo numero, il 144, per compilare, quasi forzatamente, la sua domanda di asilo. Oggi, dopo qualche settimana, Wissam vive in un campo a Pavolding. Studia il Tedesco e aspetta la primavera, quando la sua richiesta d’asilo verrà esaminata. Intanto, si chiede cosa possa fare, ora: “Non posso cominciare una nuova vita. Ho bisogno di lavorare, ho bisogno di studiare, ho bisogno di essere libero e di non essere circondato da questo recinto. Mi hanno detto di aspettare, aspetterò”.12047022_1657729544498045_3606692775231299105_n

“A_to_B Project” non è soltanto un racconto che ha nella viva voce di Wissam il suo punto di forza. Oggi è anche un progetto di crowdfunding finalizzato ad erogare tre borse di studio per permettere ad alcuni richiedenti asilo siriani di proseguire i loro percorsi universitari. Vorrebbe diventare anche una mostra, un’istallazione, un viaggio per permettere a molte più persone di ascoltare Wissam raccontare quello che accade attorno all’Europa.
Quella stessa Europa guidata da leader ai quali spesso Wissam si è rivolto con forza e frustrazione: “Cari leader, dormite bene mentre altri muoiono, svegliatevi di mattina mentre altri non possono, bevete il vostro caffè mentre altri soffrono la fame”.

Angela Caporale, caporedattrice di SocialNews

Angela Caporale

Giornalista pubblicista dal 2015, ha vissuto (e studiato) a Udine, Padova, Bologna e Parigi. Collabora con @uxilia e Socialnews dall’autunno 2011, è caporedattrice della rivista dal 2014. Giornalista, social media manager, addetta stampa freelance, si occupa prevalentemente di sociale e diritti umani. È caporedattore della rivista SocialNews in formato sia cartaceo che online, e Social media manager. 

Tags:

Rispondi