“Libere! Libere! Dalla violenza! E’ finita la pazienza!”

“Un milione di donne che subiscono violenza è atrocità, un milione di donne che scendono in piazza è rivoluzione”. Voci raccolte in alcune interviste ai vari partecipanti della quarta edizione del One Billion Rising.

Marta Zaetta, Ilaria Maria Di Battista

A Bologna, domenica scorsa, si è tenuta la quarta edizione del One Billion Rising. Una delle organizzatrici, Franca dei Gruppi Femministi della città risponde alle nostre domande.

Come nasce questo evento? “In realtà questo evento nasce come VDAY(“vagina day”) grazie a Eve Ensler autrice, tra le altre cose, de “I monologhi della vagina” e nel 2013 si trasforma in One Billion Rising. Nella giornata celebrata convenzionalmente per l’amore, l’idea di fondo consiste nel convogliare l’attenzione pubblica  sul tema della violenza sulle donne: troppo spesso l’amore viene legato alla violenza anche se effettivamente non esistono connessioni o implicazioni necessarie tra i due. Frequentemente vengono poi etichettati come crimini passionali dei veri e propri femminicidi.”

Le parole sono importanti, vero? “Certo! Il discorso è culturale: viviamo in un sistema in cui la violenza agìta sulle donne, la loro sottomissione, è strutturale alla conservazione di determinati squilibri in grado di garantire privilegi agli uomini che, perpetrati nell’arco dei millenni (anche attraverso le parole), producono una mentalità fondata su alcuni stereotipi che cronicizzano atteggiamenti e comportamenti ingiusti. Si tratta di smontare una cultura, si tratta di partire dalla decostruzione di questa struttura a partire dalla scuola e dall’infanzia, quindi passando anche attraverso le parole.”

Quest’anno l’evento è dedicato alle donne migranti, cito le vostre parole: “violenza, soprusi, stupri, carceri, ricatti, viaggi della speranza per trovare una vita migliore … sono donne che spesso vengono da paesi in cui vivono già molte forme di violenza e con coraggio lottano per la propria libertà e quella dei propri figli e figlie. Chiediamo un’accoglienza con uno sguardo di genere per le donne in fuga affinché le discriminazione e le disuguaglianze non ricadano ancora sulla loro pelle”. Ma qual è l’obiettivo dell’evento? Qual è l’obiettivo della mobilitazione? “Si stima che 1 miliardo di donne, in tutto il pianeta, subiscano violenza. L’obiettivo è quello di far scendere lo stesso quantitativo di donne in tutte le piazze del mondo contemporaneamente, per dire basta a voce unanime alle violenze maschili sul genere femminile. La questione è planetaria, globale e, anche se può assumere forme differenti nei vari paesi, nella sostanza è la stessa cosa: è trasversale a tutti i continenti, a tutte le nazioni, a tutte le classi sociali, a tutte le etnie … per questo siamo assolutamente contrarie a far sì che le istanze di libertà della donna vengano utilizzate in termini di razzismo; le donne sanno infatti benissimo che non c’è un’etnia che agisce violenza sul loro genere ma che la violenza è agita dal genere maschile, quindi nessuna speculazione sul corpo delle donne nemmeno su questi temi.”

OBR Bologna

Non solo donne di tutte le età, etnie, religione ed orientamento sessuale, ma anche uomini, bambini, ragazzi, anziani, gay hanno preso parte all’evento… Ecco qualche voce dal coro dei partecipanti all’evento di domenica:

Perché anche nell’occidente cosiddetto “sviluppato” la donna subisce ancora violenza?

Una donna risponde: “Perché si ha paura della parità, questa non è temuta solo dagli uomini, ma anche da alcune donne. Purtroppo, ancora troppo spesso, molte di noi dipendono economicamente dall’uomo anche per il tipo di famiglia a cui siamo stati finora abituati … la donna, biologicamente madre, si è abitualmente trovata ad essere quasi obbligata a sacrificare la propria professionalità per accudire i figli e permettere al marito il vantaggio della carriera…. E quando la donna decide di non rimanere relegata al focolare domestico… cosa deve subire, quanto e come deve spendere le proprie forze??? I maschi, dovrebbero ricordare sempre da dove son venuti al mondo!”

Un uomo replica così: “Perché non abbiamo ancora imparato … abbiamo delle istituzioni e delle leggi ma la mentalità e la cultura non cambiano facilmente… Onestamente penso che anche i  miei archetipi siano ancora troppo vecchi, purtroppo. Dopotutto, ogni cambiamento socio-culturale è sempre molto lento, si tratta di processi in cui è importante l’istruzione, ma anche l’educazione. Gli eventi estremi e le violenze sono specchio di opinioni e visioni difficilmente sradicabili nella popolazione. Per fortuna qualcosa sta cambiando, ma abbiamo ancora molti tabù, molti schemi limitati e limitanti, siamo forse poco aperti mentalmente a rivedere le nostre convinzioni, i nostri modelli educativi impregnati dalle differenze di genere!”

Il movimento One Billion Rising, che attivamente oggi sostiene anche la lotta all’omofobia, ha partecipato alla manifestazione anche per “appoggiare il nostro parlamento nell’approvazione del disegno di legge Cirinnà così com’è, senza modifiche, perché quello che desidera sostenere, ancora una volta, sono i diritti che spettano a tutti”.

di Marta Zaetta, Ilaria Maria Di Battista

Collaboratrici Social News

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