Niente più sprechi per un futuro sostenibile

L’editoriale di Massimiliano Fanni Canelles

L’Esposizione universale di Milano rappresenta una grande occasione: non soltanto rende l’Italia e il cibo un vero e proprio palcoscenico, ma permette a tutti di riflettere sull’alimentazione. Si tende, infatti, a dare per scontato che l’attuale dieta sia, da un lato, sostenibile, dall’altro, una costante nei secoli.

Al contrario, il rapporto tra uomo e cibo è mutato nel tempo. Abbiamo, pertanto, deciso di riflettere sul tema ricostruendo la storia di questo “piccolo grande amore” dell’uomo – il nutrimento – a partire dall’Antica Grecia e fino a raggiungere i nostri giorni con le sue mille contraddizioni. Ecco, allora, che diventa necessario non scindere il cibo in sé dai disturbi alimentari, siano essi anoressia, bulimia o obesità.

Proprio l’importanza del tema spiega come EXPO si ponga l’ambizioso obiettivo di lasciare un’eredità tangibile. Questa è l’idea posta alla base della Carta di Milano: partendo dal claim della manifestazione, “Nutrire il pianeta, energie per la vita”, è stato redatto un documento che richiama cittadini, istituzioni ed associazioni ad assumersi la propria parte di responsabilità affinché sia garantito a tutti, in futuro, l’accesso al cibo. L’accento viene posto sulle strategie di sviluppo sostenibile in ambito economico e sociale, sulla ricerca in campo agricolo per assicurare prodotto sufficiente a sfamare la popolazione mondiale senza intaccare in maniera sconsiderata le risorse idriche e le biodiversità, sull’importanza di agire per ridurre le diseguaglianze sociali e sul ruolo identitario svolto dal cibo inteso come patrimonio da tutelare.

E’ possibile firmare la Carta di Milano anche on-line, quale segno dell’impegno personale assunto a favore di un futuro equo e sostenibile. Per raggiungere questo risultato, è fondamentale porre la dovuta attenzione al tema dello spreco di cibo. Secondo la FAO, l’agenzia delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, ogni anno vengono sprecati 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, circa un terzo della produzione destinata al consumo. Una quantità impressionante, soprattutto tenendo conto della fascia di popolazione che soffre la fame in molte parti del mondo.

Lo spreco di cibo avviene su due livelli: a monte della filiera alimentare, definito Food losses, e a valle, nelle cucine dei normali cittadini, il vero e proprio Food waste. Proprio su quest’ultimo aspetto è possibile agire direttamente, ad esempio effettuando una spesa più attenta e programmata, controllando bene le date di scadenza ed impegnandosi a combinare meglio i cibi già presenti in casa. A tal proposito, è indicativo il dato, sempre raccolto dalla FAO, secondo il quale la crisi economica ha già ridotto del 57% lo spreco di cibo, almeno in Italia. Sebbene si tratti di un buon risultato, non è ancora sufficiente per garantire un futuro sostenibile a tutti.

Ci troviamo di fronte ai primi passi mossi nella direzione della consapevolezza dell’importanza del cibo. Appare necessario, di conseguenza, continuare a fornire gli strumenti necessari per essere informati su cosa troviamo nel piatto, ma anche su tutto ciò che gli si svolge attorno. Spesso diamo per scontato che cibo e acqua facciano parte della nostra quotidianità. E’ giunta l’ora di rendersi conto che si tratta, invece, di risorse preziose, da trattare in quanto tali, evitando gli sprechi ed impegnandosi a realizzare un futuro equo e sostenibile, nel quale il diritto al cibo rappresenti una realtà consolidata. Per tutti.

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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