STOP! al precariato nella scuola

di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia

La sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea si paventa, finalmente, la possibilità di risarcire i danni subiti dai precari.

 

images (1)E’ quanto emerge dalla sentenza depositata oggi, 26 novembre 2014, dai giudici di Lussemburgo i quali, hanno risposto alle domande pregiudiziali sollevate dal Tribunale di Napoli e dalla Corte Costituzionale nell’ambito di controversie che vedono tra loro contrapposti la signora Mascolo e altri otto lavoratori – tutti membri del personale di scuole pubbliche – al proprio datore di lavoro (per otto di essi è il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, mentre per l’ultimo è il Comune di Napoli). Nelle cause pendenti davanti ai giudici italiani i lavoratori hanno chiesto la riqualificazione dei loro contratti da tempo determinato a tempo indeterminato, l’immissione in ruolo, il pagamento degli stipendi corrispondenti ai periodi di interruzione tra i contratti e il risarcimento del danno subito.

La Corte di Giustizia ha dichiarato che contrasta con la clausola 5, punto 1, dell’Accordo quadro sul lavoro a tempo determinato (18 marzo 1999), una normativa nazionale come quella italiana la quale “autorizzi, in attesa dell’espletamento delle procedure concorsuali per l’assunzione di personale di ruolo delle scuole statali, il rinnovo di contratti di lavoro a tempo determinato per la copertura di posti vacanti e disponibili di docenti nonché di personale amministrativo, tecnico e ausiliario, senza indicare tempi certi per l’espletamento di dette procedure concorsuali ed escludendo qualsiasi possibilità, per tali docenti e detto personale, di ottenere il risarcimento del danno eventualmente subito a causa di un siffatto rinnovo.” Come sottolineato dalla Corte, tale normativa, “fatte salve le necessarie verifiche da parte dei giudici del rinvio, da un lato, non consente di definire criteri obiettivi e trasparenti al fine di verificare se il rinnovo di tali contratti risponda effettivamente ad un’esigenza reale, sia idoneo a conseguire l’obiettivo perseguito e sia necessario a tal fine, e, dall’altro, non prevede nessun’altra misura diretta a prevenire e a sanzionare il ricorso abusivo ad una successione di contratti di lavoro a tempo determinato.”

In merito alla questione, Marcello Pacifico, presidente del sindacato ANIEF afferma che:  «La legge 106 del 2011, là dove deroga la stabilizzazione del personale con contratto a tempo determinato, dopo i trentasei mesi di servizio nella scuola, è illegittima, perché viola l’accordo e la direttiva stessa. Non esistono le ragioni oggettive quando queste supplenze si protraggono, anni dopo anni, senza ragioni sostitutive, che sono solo quelle giustificative». Una situazione di stallo adoperata per anni abusando di precari, professori molto spesso abilitati e parcheggiati nel loro purgatorio in attesa di stabilizzazione. Una situazione che comporta scelte difficili, trasferimenti, matrimoni e figli rimandati, impossibilità di poter ottenere finanziamenti e mutui, mesi di disoccupazioni, ansie prolungate a discapito della salute fisica e psicologica. Un tunnel che finalmente intravede la sua luce!

Dopo oggi, le conseguenze alla sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea, in campo di assunzione e risarcimento spetteranno al Giudice Nazionale, mentre i sindacati si stanno attivando per chiedere di ”sbloccare centomila di centocinquantamila posti che ogni anno vengono affidati a supplenze, perché di fatto sono in organico di diritto”. In questo modo solo quarantamila andranno in Tribunale, per rivendicare un diritto a loro negato in tutti questi anni.

  1 comment for “STOP! al precariato nella scuola

Rispondi