Alluvione: danni, vittime, ma anche tanta solidarietà

Stefano Dambruoso

La forza della natura ha distrutto, la solidarietà umana sta ricostruendo

DambruosoCiò che è accaduto lo scorso maggio in Serbia e Bosnia non può che lasciarci ancora una volta sgomenti di fronte all’irruenza della natura, mai domata dall’uomo e sempre capace di liberare tutta la sua forza distruttrice. In tre giorni si è abbattuta su questa zona dei Balcani la quantità di pioggia che, in una situazione normale, sarebbe caduta in tre mesi.
Gli effetti sono stati disastrosi, sulle cose e sulla gente. Oltre 15.000 persone sono state evacuate soltanto nella zona maggiormente colpita, gli sfollati sono risultati 30.000 (e oltre 100.000, secondo alcune fonti, in tutta l’area colpita) e oltre 12 città lungo la Sava sono state completamente svuotate. Una cinquantina le vittime accertate, ma intere cittadine, come Obrenovac, sono state spazzate via. 11.000 aziende e 26.000 negozi hanno subito ingenti danni. Inoltre, gli smottamenti del terreno provocati dalle forti piogge hanno fatto affiorare delle mine anti-uomo mai rimosse dopo la guerra del 1992-95. Il premier serbo Aleksandar Vucic ha dichiarato che si tratta della più grande alluvione di sempre.
In quanto Presidente del Gruppo Parlamentare di amicizia Italia – Serbia, la mia vicinanza alle popolazioni colpite è istintiva, spontanea e naturale. Anche l’Italia è, purtroppo, terra che ha subito tragedie simili. Senza tornare troppo indietro nel tempo a calamità come l’alluvione di Firenze del 1966, le immagini del disastro di Sarno, nel 1998, con un’intera valle ricoperta di fango, sono impresse nella nostra memoria. È doveroso ricordare non solo la Campania, ma anche la Sicilia, nel Messinese, nel 2009, la Liguria nell’autunno del 2001 e le persone che hanno perso la vita lo scorso novembre in Sardegna, nella provincia dell’Olgiastra.
Dunque, essere vicini alla Serbia e alle altre Nazioni colpite nei Balcani è un dovere morale, prima ancora che politico, economico e strategico.
Come l’Ambasciatrice serba in Italia, S.E. Ana Hrustanovic, si è premurata di comunicarci, considerata l’attuale situazione economica, molto grave, nonché i danni materiali, si è convenuto che il 16 luglio 2014 si tenesse a Bruxelles la Conferenza internazionale dei donatori ai fini della raccolta dei mezzi economici indispensabili per il risanamento delle conseguenze delle alluvioni avvenute sui territori della Repubblica di Serbia e della Bosnia ed Erzegovina. L’organizzazione dell’evento, i cui principali coordinatori sono Francia e Slovenia, è stata appoggiata dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon. Per provvedere all’alta adesione in detta occasione, il Governo della Repubblica di Serbia ha invitato ed ha richiamato l’attenzione sulla rilevanza della partecipazione di un consistente numero di Paesi di tutto il mondo, nonché dei rappresentanti di numerose organizzazioni internazionali.
La nostra vicinanza alla popolazione colpita è stata espressa sin da subito attraverso il pieno supporto alle molte iniziative, prima fra tutte la raccolta fondi organizzata dall’Ambasciata Serba in Italia e le azioni delle organizzazioni non governative impegnatesi direttamente per aiutare, in qualsiasi modo, le autorità locali a ridurre l’impatto del disastro.
L’attività di associazioni come @uxilia è stata fondamentale per poter offrire una mano a zone completamente in ginocchio.
L’impegno profuso da più parti per fronteggiare l’emergenza, così come i legami fra i nostri due Paesi, saranno argomento di discussione anche nell’ambito della presentazione del libro “Quaderni di Geopolitica: Serbia – Italia” organizzata dal Gruppo Parlamentare di amicizia Italia – Serbia e che si terrà a Trieste nel mese di settembre.
Particolarmente rilevante, infine, è sottolineare come il fatto che la Serbia si trovi in un percorso di avvicinamento all’Unione Europea rappresenti una speranza per il futuro e un segnale importante per tutti gli euroscettici. Dopo una campagna elettorale nella quale molto si è parlato del senso, dell’utilità e del futuro dell’Unione Europea, l’entusiasmo e l’impegno con i quali la Serbia ha intrapreso il percorso di adesione all’Unione rappresentano un segnale di speranza: ci fanno riscoprire il senso originario della nostra Unione. Il compimento di questo percorso produrrebbe effetti positivi in termini economici e sociali, ma anche nella cooperazione fra Stati nell’ambito di situazioni di emergenza dovute a catastrofi naturali. Permetterebbe anche alla Serbia di diventare ancora di più parte di una rete di aiuto reciproco finalizzata ad una soluzione tempestiva in ogni situazione, secondo i principi di solidarietà e sussidiarietà, cardini dell’Unione Europea.
Tutti questi elementi, quindi, devono rappresentare un ulteriore stimolo per quanti, come il nostro Gruppo Parlamentare Italia – Serbia, operano assieme ad altre Istituzioni – prima tra tutte l’Ambasciata Serba in Italia, con l’Ambasciatrice Ana Hrustanovic – per contribuire alla riuscita di questo importante processo.

Stefano Dambruoso
Presidente del Gruppo Parlamentare di amicizia Italia – Serbia.
(Con il contributo dell’Ambasciata Serba a Roma)

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