Come si diventa cittadini Italiani?

Tiziana Mazzaglia

La legislazione italiana in materia si basa prevalentemente sullo ius sanguinis, ossia l’acquisizione per nascita. Sono in molti però a premere per una modifica della normativa in favore di una maggiore flessibilità nella concessione dello ius solii

La risposta può variare in base al singolo caso. Ad esempio, si diventa cittadini italiani per nascita se si nasce da padre o madre i quali siano cittadini italiani, per legge, in determinati casi, e per concessione del Presidente della Repubblica. Se i genitori sono apolidi (privi, cioè, di specifica cittadinanza, come certe persone nomadi) o sconosciuti (pensiamo ad un neonato trovato abbandonato), diventa cittadino italiano chi nasce nel territorio della Repubblica. Acquista, inoltre, la cittadinanza italiana il minore adottato da genitori italiani. In base alla legge, può divenire cittadino lo straniero che sposa una cittadina italiana, oppure la straniera che sposa un cittadino italiano, purché risieda da almeno sei mesi nel territorio italiano o dopo tre anni dalla data del matrimonio, sempre che, nel frattempo, non vi sia stato scioglimento o annullamento del vincolo. La legge consente, inoltre, l’acquisto della nostra cittadinanza allo straniero di origini italiane se questi assume pubblico impiego alle dipendenze dello Stato o risiede nel territorio nazionale da almeno due anni e dichiara espressamente di voler acquistare la cittadinanza italiana. Può, infine, beneficiare della nostra cittadinanza lo straniero nato in Italia e che vi abbia sempre avuto residenza fino ai diciotto anni. In alcuni casi, l’acquisto della cittadinanza italiana dipende da un atto di concessione del Presidente della Repubblica. Tra questi casi figura un periodo di regolare permanenza in Italia di almeno quattro anni, se si tratta di una persona appartenente ad uno Stato dell’Unione Europea, o dieci, se l’individuo è extracomunitario. La cittadinanza si acquista prevalentemente per nascita nella maggior parte degli Stati membri, in particolare in Austria, Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Svezia, Ungheria. In Gran Bretagna, anche i discendenti di residenti regolari di nazionalità straniera acquistano la cittadinanza. Otre che per nascita, si acquisisce per ius soli (diritto di suolo, per nascita sul territorio) in Spagna, Irlanda (anche per i nati in Irlanda del Nord, previa dichiarazione di cittadinanza irlandese resa dal soggetto interessato, se maggiorenne, oppure da un genitore), Germania, sia pure con alcune limitazioni (almeno uno dei genitori deve essere residente da otto anni ed in possesso di diritto o permesso di soggiorno), Portogallo (se entrambi i genitori stranieri sono residenti in possesso di regolare permesso di soggiorno da sei a dieci anni), Francia (se anche uno dei genitori è nato in Francia oppure previa domanda e relativa accettazione) e a Malta (se anche un genitore è nato a Malta). Ritornando, quindi, alla definizione di “cittadino”, è cittadino italiano colui il quale ha almeno un genitore italiano oppure ha risieduto in Italia per un certo periodo di tempo. Chi è cittadino gode dei diritti politici, quindi può eleggere i propri rappresentanti e può essere eletto a ricoprire le diverse cariche pubbliche. Essere cittadino significa far parte del popolo di uno Stato e poter partecipare attivamente alla vita politica di questo. Ma come si acquista la cittadinanza italiana? Intanto, un errore frequente è ritenere che tutti coloro i quali nascono in Italia siano cittadini italiani. La cittadinanza si acquista, invece, dai propri genitori. E’, quindi, cittadino italiano chi ha genitori, almeno uno di essi, in possesso di cittadinanza italiana. È perciò cittadino italiano chi nasce in Germania o negli Stati Uniti da genitori italiani emigrati in quel Paese per lavoro e che hanno mantenuto la cittadinanza italiana. Ancora, è cittadino italiano chi nasce a bordo di una nave di qualunque nazionalità e ovunque stia navigando (acque territoriali italiane, internazionali o acque territoriali di un altro Paese) se almeno uno dei genitori è cittadino italiano. Ancora, è cittadino italiano dalla nascita chi nasce nel territorio italiano ed è figlio di apolidi o di genitori entrambi sconosciuti, come i bambini abbandonati subito dopo la nascita. Inoltre, diventa cittadino italiano chi viene adottato da un genitore italiano, dato che il figlio adottivo si trova nella stessa condizione di quello concepito dai genitori. La legge che regola l’ottenimento della cittadinanza italiana afferma che è cittadino italiano chi nasce in Italia da genitori apolidi e poi aggiunge che l’apolide che risiede legalmente per cinque anni in Italia può richiedere la cittadinanza. Letteralmente, apolide significa “senza Stato”, privo, quindi, di cittadinanza, una situazione piuttosto anomala. In pratica, l’apolide è un soggetto che aveva una cittadinanza, ma che per qualche motivo l’ha persa o gli è stata tolta e non ha ancora i requisiti per ottenerne una nuova o, pur avendoli, non l’ha richiesta. Un caso che a volte si verificava in passato era quello dei dissidenti e perseguitati politici che fuggivano dal loro Paese. Per ritorsione venivano privati della cittadinanza dalle autorità che li ritenevano indegni di essere cittadini del Paese da cui erano usciti illegalmente. Queste persone si trasferivano in Stati di cui, però, non potevano ancora diventare cittadini. Nel frattempo, quindi, rimanevano “in sospeso” nella posizione di apolidi, essendo, tra l’altro, anche esclusi dal diritto di voto. Tale situazione è quasi sempre provvisoria, dato che, di regola, trascorso un certo periodo di tempo, la persona può chiedere e ottenere la cittadinanza del Paese in cui risiede. Se, però, due persone, entrambe apolidi, avessero un figlio in Italia, il neonato sarebbe fin dalla nascita cittadino italiano. Secondo la legge di gran parte dei Paesi europei, un bambino acquista la cittadinanza dai genitori. Se questi sono di cittadinanza diversa, ne ottiene due.
Nei Paesi islamici, invece, conta solo quella del padre, che dispone di un potere sui figli maggiore rispetto a quello della madre.
Non vi è, infatti, parità giuridica tra uomo e donna. Alcuni anni fa, fece molto scalpore il caso di una coppia, lui Iraniano e lei Statunitense, con una figlia nata negli Stati Uniti. La famiglia si recò in vacanza in Iran e il padre decise di trattenere con sé la figlia. Per la legge iraniana, la figlia possedeva solo la cittadinanza paterna. La madre, dopo vari tentativi, decise di rapire la figlia. Se fosse stata sorpresa, sarebbe stata condannata a morte. Da questo episodio è stato tratto il film “Mai senza mia figlia”. Ritornando alla nostra Costituzione, ispirata a principi di Democrazia ed uguaglianza e che riconosce solo ai cittadini italiani il diritto di riunione, associazione e partecipazione alla vita politica, osserviamo anche come gli Italiani si siano dimostrati ben disposti nei confronti degli stranieri.
Con la nascita della Comunità Europea, oggi Unione Europea, le distanze tra i cittadini italiani e quelli degli altri Paesi comunitari si sono ulteriormente accorciate. Si può, infatti, parlare di cittadinanza dell’Unione Europea. I cittadini comunitari hanno il diritto di stabilirsi in uno qualsiasi dei Paesi dell’Unione e svolgervi qualsiasi attività lavorativa, autonoma o dipendente, in condizioni di perfetta parità con i cittadini della Nazione ospitante. Inoltre, se il cittadino comunitario proveniente, ad esempio, da Belgio, Finlandia o uno degli altri Stati membri intende diventare cittadino italiano, gli bastano quattro anni di residenza. Per un extracomunitario, ne occorrono dieci, sempre se è entrato in Italia legalmente e altrettanto legalmente vi sia rimasto. Il fatto di essere straniero esclude dal godimento dei diritti politici, ma certamente non può essere motivo di discriminazione sul lavoro, davanti alla legge e in qualsiasi circostanza della vita civile. La persona straniera gode, infatti, della libertà di parola, religione, sciopero, associazione e riunione, anche se, in alcuni casi, gli articoli della Costituzione si riferiscono apparentemente solo ai cittadini italiani.

Tiziana Mazzaglia,
Professoressa in Istituti di Istruzione secondaria, Giornalista, Scrittrice, Collaboratrice  di SocialNews

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